Pubblicità

Connessioni Contemporanee

Pubblicità

Connessioni Contemporanee

Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Attualità

Più bianco non si può

“Il bianco senza tempo”: a Palazzo Sturm, per il Bicentenario Canoviano, l’omaggio a Canova e alla grande tradizione ceramica di Nove nelle ceramiche “mutanti” di Paolo POL Polloniato

Pubblicato il 23-09-2022
Visto 7.143 volte

Pubblicità

Connessioni Contemporanee

Oggi, tanto per cominciare, sono in vena di pagelle.
Fino adesso non ho mai dato un voto alla direttrice dei Musei Civici di Bassano Barbara Guidi. Lo faccio ora e in questa occasione le do un bel Nove.
Nove come il paese natale dell’artista della ceramica Paolo “POL” Polloniato. Nove per aver capito, lei che due anni fa è arrivata a Bassano da altri lidi, quanto la storia della ceramica rappresenti e abbia rappresentato per questa città e per questo territorio.

Foto Alessandro Tich

Se poi la valorizzazione dell’arte ceramica locale viene abbinata nientemeno che alla figura di Antonio Canova, nell’anno del suo Bicentenario, si rischia quasi il Nove +.
Ma così è se vi pare: è il primo giudizio che emerge dalla visione della mostra Il bianco senza tempo, organizzata dai Musei Civici assieme al Comune e curata da Elena Forin, allestita al Museo della Ceramica di Palazzo Sturm, aperta al pubblico da domani 24 settembre e presentata oggi in anteprima alla presenza del sindaco Elena Pavan e dell'assessore alla Cultura Giovannella Cabion.
Esposte in mostra alcune opere selezionate dalla produzione degli ultimi quindici anni di Paolo Polloniato, in arte POL, appartenente a una storica famiglia di maestri artigiani novesi e uno tra i più innovativi esponenti della scultura contemporanea espressa attraverso l’impiego della ceramica. Un omaggio moderno dell’autore alla storia e alla tradizione della ceramica di Nove che, come sottolinea Barbara Guidi, “lo ha visto crescere e da cui proviene”.
L’aspetto interessante della proposta espositiva è infatti l’interpretazione con la quale l’artista “stravolge” gli oggetti tipici della grande tradizione ceramica novese che risale agli Antonibon - dalle brocche ai vasi e dai centrotavola alle zuppiere -, mantenendone al contempo la forma e lo spirito ma con l’aggiunta sapiente di contaminazioni e assemblaggi di elementi contemporanei. È così che i suoi pezzi diventano “mutanti” di ceramica, in una sorta di Blade Runner in salsa novese.
Una parte delle sue sculture rappresentano inoltre un dichiarato richiamo alle opere di Antonio Canova, il più grande scultore del neoclassicismo che seppe influenzare il gusto di un’epoca con riverberi sia nelle arti maggiori che nelle arti decorative.
Di particolare impatto la “metamorfosi” che Polloniato riserva all’icona della Venere Italica canoviana, esposta allo Sturm e immortalata nella foto pubblicata sopra: una trasformazione in tre fasi che da una prima forma grezza ma già riconoscibile del busto passa alla Venere in formazione, per rifinirla al termine con l’aggiunta di una sorta di maschera antigas.
Il tratto distintivo dell’autore è rappresentato dai cosiddetti “pieni a rendere”: sculture dove il “vuoto a rendere” lascia il posto ad un “pieno” composto da centinaia di frammenti e scarti ceramici di diverse epoche.
Segni particolari: quelle di Polloniato sono tutte sculture bianche. Bianchissime. Più bianco non si può, come recitava la celebre pubblicità dei detersivi dei tempi che furono. Che siano fatte di terra bianca con smalto lucido, di terra bianca in monocottura o di porcellana bisquit, sono tutte un inno al candore.
“Il filo conduttore tra me e Canova - dichiara l’artista - è il colore e il significato del bianco. È un colore difficile, neutro, senza tempo, silenzioso, ma che ci permette di rappresentare qualsiasi cosa e qualsiasi emozione.”
“La mostra rientra nel programma delle celebrazioni canoviane che vedono insieme Bassano del Grappa e Possagno - afferma la direttrice Guidi -. È il contrappunto contemporaneo alla mostra “Io, Canova. Genio Europeo” che sarà aperta il 15 ottobre e vuole rendere omaggio a Canova e al neoclassicismo.” “È la conferma - aggiunge - di come la ceramica si trasformi in una dimensione potentemente artistica. La visita di un anno fa all’atelier di Pol Polloniato, da cui poi è nato questo progetto, è stata una delle esperienze più belle che ho fatto da quando sono qui a Bassano del Grappa.”
Bianco senza tempo significa ripercorrere il tempo e la storia di questo territorio, del movimento imprenditoriale che lo ha contraddistinto e del gusto per la ceramica - spiega la curatrice Elena Forin -. Dopo alcuni anni trascorsi all’estero, Polloniato è rientrato nella sua terra, in una fase di battuta d’arresto del bacino della ceramica.”
Proprio dagli stampi abbandonati che ha recuperato nelle aziende chiuse a Nove dalla crisi finanziaria, POL ha tratto la sua prima serie di opere: quei Capricci che riprendono, ricombinandole con gli elementi del contemporaneo, le forme tradizionali della Manifattura Antonibon. L’autore quindi non “inventa” ma “reinventa”, traendo spunto dalla storia della realtà produttiva del suo paese e nel solco della ricerca dei grandi maestri della ceramica contemporanea novese, Alessio Tasca in primis, che ne permea il Dna creativo.
“Il mio studio è il territorio”, dice Polloniato, dicendo con ciò praticamente tutto.
Il progetto della mostra, pensato per rispondere in maniera specifica alla struttura delle sale del secondo piano di Palazzo Sturm, si pone in dialogo con lo spazio architettonico e con il Museo della Ceramica Giuseppe Roi allestito nel suo piano nobile, dove si trovano alcuni pezzi utilizzati dall’artista quali modelli per la produzione delle proprie opere.
È un modo per scoprire l’esposizione temporanea e insieme il Palazzo che la ospita, in un percorso che abbraccia la storia del territorio, il patrimonio delle raccolte civiche e l’evolversi del gusto, degli stili e dei linguaggi scultorei e in cui il “bianco” delle opere di POL Polloniato sarà il comune denominatore.
È un Bianco senza tempo ma non in eterno: per vedere la mostra c’è tempo fino al prossimo 26 febbraio.

Pubblicità

Connessioni Contemporanee

Più visti

1

Attualità

10-09-2025

No Other Nove

Visto 12.666 volte

2

Politica

09-09-2025

Gaza-Bastogne-Gaza

Visto 10.282 volte

3

Attualità

11-09-2025

La resa dei conti

Visto 9.663 volte

4

Attualità

12-09-2025

I Ragazzi del 15-18

Visto 9.471 volte

5

Attualità

09-09-2025

Centro e lode

Visto 9.411 volte

6

Elezioni Regionali 2025

13-09-2025

Onda Civic

Visto 8.011 volte

7

Cronaca

15-09-2025

Avviso sindacale

Visto 3.814 volte

8

Interviste

13-09-2025

Adolescenza: un'età fragile, a volte interrotta

Visto 3.383 volte

9

Teatro

09-09-2025

Terre di ceramica, tra storia e teatro

Visto 3.308 volte

10

Attualità

15-09-2025

Insalata di polpo

Visto 2.890 volte

1

Politica

19-08-2025

Scuola di polizzia

Visto 14.196 volte

2

Attualità

10-09-2025

No Other Nove

Visto 12.666 volte

3

Attualità

22-08-2025

Odore di rivolta

Visto 11.868 volte

4

Attualità

18-08-2025

Si avvicina il bel tempo di Connessioni contemporanee

Visto 11.184 volte

5

Politica

04-09-2025

Fratelli d’Itaser

Visto 11.086 volte

6

Politica

23-08-2025

Non ci resta che taser

Visto 11.059 volte

7

Attualità

21-08-2025

Il nostro tempo libero: fatto in serie?

Visto 11.034 volte

8

Politica

29-08-2025

Fuga di Gaz

Visto 10.937 volte

9

Attualità

08-09-2025

Cristo si è fermato a Pove

Visto 10.760 volte

10

Politica

03-09-2025

Se il progetto non Thiene

Visto 10.749 volte

Connessioni contemporanee
Un dialogo col presente

4-11-18 Settembre 2025

3 appuntamenti in sala Martinovich a Bassano per parlare di Serie TV, Intelligenza Artificiale e dinamiche giovanili