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Redazione
Bassanonet.it
Caccia al parcheggio
La città ha l’obbligo di fornire numerosi servizi, tra cui le aree parcheggio. Le carenti compensazioni presenti non agiscono certo a favore della sua diminuzione di domanda. Ma l’aumento dei parcheggi è un’esigenza collettiva o del singolo?
Pubblicato il 26-09-2017
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È stato da poco ufficializzato che una volta superato Plutone, la sonda New Horizon si porrà come prossimo obiettivo quello di raggiungere luoghi ancora più remoti ed esterni. Che davvero alla NASA abbiano problemi di parcheggio così evidenti?!
A quanto pare, la disponibilità e il costo dei parcheggi risulta uno degli elementi di valutazione più importanti di un territorio. O almeno è ciò che emerge da una recente statistica, elaborata dal gruppo politico “GenerAzione Idea” e presentata il 16 settembre 2017. Questa, per Bassano, risulta infatti tra i primi tre punti di debolezza della città.
La cittadinanza sembra essersi espressa in questo senso. Ma ci si potrebbe chiedere se all’interno di questo contesto di analisi sia stata conteggiata la sola attuale richiesta di aree parcheggio per l’automobile, ma non la reale necessità di utilizzo di questa. Ovvero, quanto realmente serve l’auto e il parcheggio in un particolare luogo. Non si vuole infatti mettere in dubbio il numero di posti rispetto al numero di residenti o il costo rispetto alle altre città, quanto il fine del loro utilizzo. E parlare di un singolo elemento all’interno di un intero sistema viabilistico, rischia probabilmente di divenire scarno e superficiale; ma, quantomeno, permette di ragionare su specifici fattori sociali direttamente coinvolti.

È certamente vero che l’elemento del parcheggio sia parte integrante e fondamentale di una città. Tuttavia, si potrebbe affermare la certezza che sia la causa e, contemporaneamente, la soluzione a così tanti problemi, tanto da essere considerata tra i primi tre elementi di valutazione negativa?
La carenza di mezzi pubblici del bassanese, in molti casi, non permette una compensazione accettabile, soprattutto in alcuni quartieri, totalmente dimenticati da questo tipo di servizio. Ma se da un lato i servizi pubblici mostrano spesso notevoli carenze, sia a livello economico che orario, è altrettanto vero che questi vengono sempre più snobbati, tranne da chi non possiede alternative.
Non si parla dunque di sola mobilità leggera, ma di utilizzo responsabile dei veicoli privati, utili e necessari in una società sempre meno legata ai confini urbani.
Ci si potrebbe quindi chiedere se questo elemento non potrebbe, al contrario, divenire punto di forza più che di debolezza. In un centro storico che davvero sta perdendo il suo valore a causa dei pochi parcheggi? O forse di un più ampio decentramento dei servizi? La trasformazione di aree verdi, l’edificazione, o anche la più positiva riqualificazione di aree che potrebbero divenire luoghi più virtuosi di un semplice posteggio. Tutto per compensare questa domanda di servizio, che non rischierebbe di portare solamente a una ulteriore e perenne sua richiesta?
In folle relazione alla necessità di rendere tutto sempre più smart, ribaltando la centralità del nucleo storico; sperando che sia il servizio a doversi adattare al cittadino in tutto e per tutto, portando all’esigenza e all’ambizione del singolo individuo di avere per forza il parcheggio limitrofo ad ognuno di essi, senza rendersi conto che l’infrastruttura di una città non è solamente fatta di strade e parcheggi per il singolo; ma anche di piazze e marciapiedi per la collettività.
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