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Cronaca

“Comprendere come si sia potuto verificare l'errore umano”

Il paziente deceduto al San Bassiano dopo una toracentesi sul polmone sbagliato. Aperta l'inchiesta e dopo l'autopsia, interviene l'Ulss 3: “Pieno e trasparente appoggio alla magistratura per poter chiarire le dinamiche degli eventi”

Pubblicato il 07-07-2014
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Sarà l'inchiesta avviata dalla Procura di Vicenza ad accertare le effettive cause della morte di Gioacchino Lessio, 67 anni, di Solagna, deceduto sabato 28 giugno all'Ospedale di Bassano del Grappa dove era stato ricoverato per una seria patologia al polmone destro e sottoposto ad una “toracentesi” - ovvero ad un intervento di drenaggio toracico per asportare il liquido pleurico infetto - asseritamente al polmone sbagliato, e cioè quello sinistro.
Attualmente, a seguito del decesso del paziente, risultano indagati tre medici.
Oggi l'Azienda Ulss n.3, dopo l'autopsia disposta dall'autorità giudiziaria ed effettuata giovedì 3 luglio, ha finalmente diramato un comunicato che ricostruisce quanto avvenuto. La nota ufficiale dell'Azienda Sociosanitaria ripercorre le fasi della drammatica vicenda, dal ricovero del paziente al decesso del medesimo a seguito di arresto cardiaco e respiratorio, dopo “prolungate manovre di rianimazione cardiorespiratorie” rivelatesi purtroppo inutili, fino alla segnalazione dell'accaduto alla Procura della Repubblica dopo che “i medici hanno avuto il sospetto di aver effettuato la procedura di toracentesi dal lato opposto a quello interessato dalla patologia”.

Foto: archivio Bassanonet

Il comunicato dell'Ulss, inoltre, parla esplicitamente di “errore umano” ed esprime “il pieno e trasparente appoggio alla Magistratura per poter chiarire le dinamiche degli eventi”.
“Giovedì 26 giugno 2014 - comunica nella nota l'Azienda Sociosanitaria di Bassano - è stato ricoverato presso l’Ospedale di Bassano un paziente maschio di 67 anni. Dai dati clinici e dagli accertamenti strumentali (esami di laboratorio e radiologici) è emersa una importante patologia pleurica dx con indicazione al posizionamento di un drenaggio toracico per cercare di evacuare il liquido pleurico purulento. Il drenaggio è stato posizionato il giorno successivo (venerdì). Le condizioni del paziente hanno subito un progressivo peggioramento nella giornata stessa di venerdì e il sabato mattina il paziente, con ingravescenti problemi respiratori, stava per esser sottoposto a una seconda tac toracica per ulteriore approfondimento diagnostico.”
“I medici presenti - prosegue l'Ulss 3 - decidevano di procedere a una toracentesi (puntura esplorativa del torace con ago su siringa) per cercare, togliendo ancora liquido pleurico, di migliorare la respirazione del paziente. Dopo poco tempo dalla procedura il paziente peggiorava e successivamente andava in arresto cardiaco e respiratorio. Nonostante prolungate manovre di rianimazione cardiorespiratorie non vi era nessuna ripresa delle funzioni vitali e si verificava il decesso.”
“E’ stato in questi frangenti - continua il comunicato - che i medici hanno avuto il sospetto di aver effettuato la procedura di toracentesi dal lato opposto a quello interessato dalla patologia; provvedevano immediatamente ad avvertire i parenti dell’accaduto e dell’evoluzione della situazione; la Direzione Medica e Sanitaria, inoltre, hanno subito segnalato alla Procura della Repubblica l'evento e messo quindi la salma a disposizione dell'Autorità Giudiziaria. Il Procuratore nominava il Consulente Tecnico d’Ufficio (Ctu) e inviava ai medici interessati gli avvisi di garanzia perché potessero nominare i propri consulenti per assistere al riscontro autoptico che ha avuto luogo il giovedì 3 luglio 2014.”
“L'Azienda - conclude la nota stampa - ribadisce il proprio profondo dispiacere ai familiari per quanto accaduto. Esprime il pieno e trasparente appoggio alla Magistratura per poter chiarire le dinamiche degli eventi. Conferma la fiducia nei propri collaboratori stimati, esperti. In tutti i servizi aziendali dell’Ulss n. 3 è presente e nota la raccomandazione ministeriale n. 3 “Raccomandazione per la corretta identificazione dei pazienti, del sito chirurgico e della procedura” da utilizzare nelle procedure invasive; l’Azienda attiverà rapidamente un percorso interno di audit clinico che consenta di effettuare una revisione critica degli accadimenti alla luce dell'evidenza scientifica e delle risposte che verranno dall’autopsia, al fine di comprendere come si sia potuto verificare l’errore umano e mettere quindi in atto tutte le ulteriori precauzioni necessarie per evitare il ripetersi dello stesso.”

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