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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
Il Renzi che avanza
Nasce il Comitato Bassano per Matteo Renzi, a sostegno della candidatura del sindaco di Firenze alle primarie del PD. “Ci riconosciamo in lui perché è il personaggio politico che rappresenta più di tutti il futuro del nostro Paese”
Pubblicato il 27-09-2012
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“Per la sinistra classica il piccolo imprenditore è un evasore. Non è vero. Bisogna dare invece sostegno agli imprenditori per permettere loro di rischiare. L'articolo 18 è un gioco per sostenere i sindacati e per autosostenersi, ed è una scusa per trovare un punto di incontro nella coalizione di centrosinistra.”
Chi parla non è un esponente del PdL, ma Denis Foffano: imprenditore iscritto al Partito Democratico di Bassano del Grappa. Giovanni Cunico - giovane coordinatore del neonato Comitato Bassano per Matteo Renzi - lo definisce “un bulldozer”, e ascoltando Foffano si capisce il perché. “La nostra generazione - incalza Cunico - non saprà mai che cos'è l'articolo 18, perché non avrà mai un lavoro a tempo indeterminato.”
I sindacati che si autosostengono? I vecchi temi della sinistra gettati alle ortiche? Persino lo statuto dei lavoratori e i suoi contenuti “intoccabili” sdoganati senza mezzi termini?

Il direttivo del Comitato Bassano per Matteo Renzi. Da sinistra: Denis Foffano, Giovanni Cunico, Persis Animwaa e Kaoutar Badrane (foto Alessandro Tich)
Ebbene sì: il vento “rottamatore” dei Renzi Boys cerca di scuotere alla base lo status quo del centrosinistra e anche l'incontro di presentazione alla stampa e di raccolta adesioni del neocostituito gruppo - sorto in città su iniziativa spontanea di alcuni iscritti al PD di Bassano a sostegno della candidatura alle primarie nazionali del Partito Democratico del sindaco di Firenze - non fa eccezione.
“Ci riconosciamo in Matteo Renzi - dichiara Cunico nell'incontro ospitato in Sala Tolio - perché è il personaggio politico che rappresenta più di tutti il futuro del nostro Paese. Il suo programma punta alle eccellenze e ai talenti di un'Italia che funziona. La politica degli ultimi 25 anni è stata incapace di leggere il nostro tempo ed è mancato il cambiamento generazionale della classe politica. L'Italia che funziona, e che già esiste, è l'Italia dei Comuni, delle imprese, delle associazioni. Come sindaco di Firenze, Renzi ha dimostrato di essere un innovatore: con il piano strutturale “volumi zero” per le nuove costruzioni, con l'incentivazione alla mobilità elettrica o la pedonalizzazione del centro storico.”
Ma adesso il sindaco di Firenze ha compiuto il grande salto oltre l'Arno e dopo l'ufficializzazione della sua candidatura alle primarie del PD, annunciata il 13 settembre scorso a Verona, sta girando l'Italia con il suo camper in un tour de force che toccherà tutte le 108 province italiane.
E pensa già da candidato premier: ha lanciato infatti un programma in 12 “idee” (online su matteorenzi.it) di cui Cunico riassume solo alcune voci: abolizione dei vitalizi e del finanziamento ai partiti, stop al bicameralismo, asili pubblici per favorire il lavoro delle donne e la natalità, un'Europa “dal basso” del lavoro e dei diritti, autonomia e merito nel sistema dell'istruzione, trasparenza totale di tutti gli atti della amministrazioni pubbliche secondo il modello del Freedom of Information Act americano.
Le idee del Renzi-pensiero in realtà sono 11: la dodicesima, definita “La proposta più importante”, è il contributo che ciascun cittadino può proporre al programma con gli strumenti di comunicazione della Rete.
“E un programma partecipato, e ogni comitato raccoglierà le idee gli interessi del territorio, dal lavoro allo sviluppo, alla cultura, per creare partecipazione - spiega ancora Cunico -. Come comitato di Bassano, in particolare, puntiamo sui diritti di cittadinanza.”
Sul tavolo dei promotori, non a caso, siedono Kaoutar Badrane e Persis Animwaa, rappresentanti delle cosiddette G2, le seconde generazioni di immigrati, nati e cresciuti in Italia.
“Renzi riflette la realtà della nuova Italia, sempre più multietnica - sostiene Persis Animwaa, laurea magistrale in Diritti Umani -. Noi delle seconde generazioni siamo ancora considerati legalmente stranieri. Ma siamo e ci sentiamo italiani, e ci viene negata questa identità. Sosteniamo il diritto alla cittadinanza appena nati o al primo anno della scuola dell'obbligo, e dopo due cicli di istruzione per chi invece è venuto qui da piccolo. Vogliamo fornire un apporto al Paese che verrà, un'Italia moderna e cosmopolita che tiene conto di tutti i suoi figli senza distinzione.”
“E' giusto dare il diritto di voto alle elezioni amministrative - aggiunge Kaoutar Badrane, avvocato praticante e esponente della “Rete Nuovi Italiani” del PD -. A livello locale appoggiamo pienamente il regolamento dei quartieri approvato dal consiglio comunale di Bassano, che consente il voto agli stranieri per i consigli di quartiere. Ma dobbiamo favorire la partecipazione e l'elettorato attivo. C'è molto da fare anche nella scuola: alle elementari di Rondò Brenta e alle Mazzini un bambino su cinque è straniero. Seguiamo l'invito di Renzi a guardare alle cose che funzionano in Europa, cercando negli altri Paesi che hanno già affrontato i problemi delle scuole multietniche un modello positivo anche per noi.”
Nota a margine: per la prima volta, dopo lunghi anni, assistiamo a un incontro di sinistra in cui non si parla del centrodestra. Il contrasto, semmai, è rispetto alla stessa “sinistra classica” che i renziani si propongono di scardinare.
Né si fa menzione di calcoli politici e di possibili alleanze di coalizione con i vari Di Pietro, Vendola o chi per essi. Bulldozer Foffano, vice coordinatore del gruppo, lo dice a chiare lettere: “Se vince Renzi, governa da solo”.
In prima fila, all'incontro di presentazione, siedono due sindaci: Diego Marchioro, sindaco di Torri di Quartesolo e Antonella Corradin, primo cittadino di Lusiana. Marchioro è la figura di riferimento del movimento pro-Renzi della provincia di Vicenza.
“Matteo Renzi ha i volti di questi ragazzi qua - afferma Marchioro nel suo intervento -. Abbiamo pensato a Matteo Renzi come a una vera speranza per l'Italia. Basta con la politica di contrapposizione, la politica deve essere per la comunità e senza posizionamenti ideologici. Noi sindaci siamo abituati a dare soluzioni. Se nelle nostre giunte teniamo le posizioni politiche, non facciamo un servizio alla nostra comunità.” E ancora Marchioro su Renzi: “Può un quarantenne governare l'Italia? La mia risposta è sì”.
“Se Matteo Renzi mi dice una cosa - conclude il primo cittadino di Torri - per me va bene perché è credibile. Se me la dice invece Tizio o Caio, devo credere o a Tizio oppure a Caio, e allora non mi sta più bene.”
Al termine della conferenza stampa chiediamo incuriositi a Marchioro: “Sindaco, ma chi sono per lei Tizio e Caio? Berlusconi e Maroni oppure Bersani e D'Alema?
Risposta testuale: “Non pensavo a Bersani. A D'Alema sì.”
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