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Brassaï. L’occhio di Parigi

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Brassaï. L’occhio di Parigi

Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Attualità

Valsugana: “Un'Auto-Superstrada superflua”

Un documento congiunto del coordinamento dei comitati “Per vivere in Valbrenta” e di Italia Nostra contesta la pubblica utilità del progetto. “I costi sono nettamente superiori ai benefici e ricadono sulle popolazioni del Canal del Brenta"

Pubblicato il 27-09-2012
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Brassaï. L’occhio di Parigi

Nuova Valsugana: sul progetto della Superstrada a pagamento intervengono il coordinamento dei comitati “Per vivere in Valbrenta” e l'Associazione Italia Nostra di Bassano del Grappa con una nota congiunta che pubblichiamo integralmente di seguito:

COMUNICATO

Foto: archivio Bassanonet


Il coordinamento dei comitati “Per vivere in Valbrenta” e l’ Associazione Italia Nostra hanno inviato ai sindaci del canale di Brenta una lettera con l’invito a trovare una comune unità di intenti.

L’iniziale progetto di una superstrada prevalentemente in galleria, senza viadotti, era stato approvato all'unanimità da tutte le Amministrazioni comunali, il Consiglio della Comunità Montana, la Provincia, la Regione e l' ANAS; il progetto è giacente presso l' ANAS dal 2004, e, per mancanza di fondi, non è stato finanziato. Poi la Regione, dichiarando la pubblica utilità, ha deciso di realizzare l'opera con un project finance.

Ora viene presentato al VIA questo progetto di Superstrada a pagamento, dalle dimensioni di Autostrada che prevede, per il 2021 il passaggio di 38.733 veicoli, mentre, attualmente, ne transitano 10/15.000, con il relativo inquinamento atmosferico a cui si deve aggiungere quello creato dalle auto che transiteranno nell'attuale statale 47.

I sindaci di valle nell'esame costi-benefici non hanno rilevato che i costi sono nettamente superiori e ricadono sulle popolazioni del Canal del Brenta e stanno accettando, quasi con rassegnazione, l'imposizione di tale progetto che, probabilmente, non risolve completamente la viabilità della valle. Essi sono stati eletti per rappresentare i cittadini, per difenderne la salute, l'ambiente, il buon e quieto vivere, le proprietà.

Riteniamo sia noto a tutti che il Veneto è una delle Regioni più inquinate d'Italia e, nella zona di Valle e di Bassano l'incidenza di mortalità tumorali è tra le più alte. Con ciò non si vuole addebitarlo esclusivamente all'inquinamento dovuto al traffico ma, sicuramente, un triplicare o quadruplicare del traffico, rispetto all'attuale, unito alle polveri derivanti dall'escavazione delle gallerie e dal trasporto di ghiaie delle cave che insistono in valle, dovrebbe destare nei responsabili delle grossissime preoccupazioni di coscienza.

Agire in ordine sparso, come già accaduto, dà indicazione di quale sia la nostra debolezza. Suggerire delle possibili variazioni sostanziali non ha, finora, ottenuto alcun risultato concreto nella modifica del tracciato di base: qualche  piccola concessione sulle discenderie, sulle strade di accesso per la costruzione dei viadotti, qualche compensazione di marginale importanza e varie ipotesi del possibile prolungamento a nord di Pian dei Zocchi fino alla località di S.Marino.

Non si parla dello scarico dei materiali di galleria a Pian dei Zocchi, nè, tanto meno, possiamo essere confortati dai dati che ci vengono forniti sul trattamento dei fumi delle gallerie e i relativi impianti per la loro depurazione, né dell'esenzione dei tiket autostradali per i residenti a nord. E non ci si pone, comunque, il problema degli scarichi inquinanti dei 38.000 autoveicoli nella piana di Cismon e nella strettoia di Primolano? Sappiamo che il vento soffia a nord per 12 ore e per altrettante a sud contribuendo, ulteriormente, ad inquinare la valle.

Gli amministratori locali non hanno preso in considerazione tutte le problematiche e i disagi che subirà la popolazione durante gli anni necessari alla realizzazione dei lavori, con i rumori derivanti dall'escavazione, dalla frantumazione dei materiali estratti, dalle polveri relative, dall'aumento del traffico, lungo le strette strade al centro dei paesi, per il trasporto dei materiali necessari?

Qual è la logica di una politica che, mentre in destra Brenta, dà contributi per il mantenimento ambientale e storico di terrazzamenti, sostenuti da muri a secco, in sinistra Brenta propone viadotti e le relative strade di accesso in cemento, distruggendo analoghi terrazzamenti?

Questo, al momento, è un progetto fine a se stesso, in quanto non ne è prevista la continuazione a nord e che va a inserirsi a sud di Cismon nell'attuale statale 47, di dimensioni sicuramente insufficienti a contenere un traffico così elevato, specie nella zona a nord tra Cismon e la strettoia di valle che porta a Primolano e che non ha previsioni di continuazione nella Provincia di Trento.

Tra l'altro, è di questi giorni l'apertura del primo tratto della Autostrada Valdastico  Sud e, da molto tempo, si sta parlando della possibilità di realizzare la Valdastico Nord il cui progetto avrebbe l'appoggio del Governo e dell'Unione Europea, visto che il proseguimento della A 31 fino a Besenello (Trento) è stato inserito nella rete stradale europea Ten-T (Rete Collegamenti Trans Europee), che i singoli Paesi devono recepire.

E ciò non renderebbe superflua questa Auto-Superstrada per raggiungere Trento molto più lunga in termini di chilometraggio? Perché se tale opera è ritenuta indispensabile, quindi di pubblica utilità, i sindaci di valle, di comune accordo, non esigono che venga realizzata l'alternativa n° 2 del proponente che prevede il traforo da Romano a sud della piana Cismon (con l'uscita nel punto più stretto della valle) e pretendono che, attraversato il Brenta, si prosegua in sinistra Brenta, in galleria, fino alla località Pianello? Sarebbe questa la soluzione ottimale. Si risolverebbero così tutti i problemi della valle.

Non ci si deve basare su singole promesse e assicurazioni, che lasciano il tempo che trovano, ma tutte le Amministrazioni unite votino come ha fatto l'Amministrazione di Solagna, contro questa o altre soluzioni che non riportino quanto richiesto, e che ciò sia parte integrante del progetto.

Ora con l’imposizione di questo progetto sono cambiati completamente i termini del problema, dall’iniziale soluzione per snellire il traffico di 10-15 mila automezzi che prevedeva due gallerie a doppia corsia, senza viadotti (l’allora ministro Di Pietro ne aveva proposto una soltanto a doppia corsia), il passaggio previsto sui viadotti dei 38.000 automezzi con i relativo inquinamento ci sconcerta e preoccupa. Per cui, come provocazione, e lo dicono con amarezza tanti che da 14 anni si sono impegnati per creare una positiva alternativa alla SS 47, forse sarebbe più opportuno pretendere dallo stato una galleria in doppi corsia, come quella che da  Primolano porta ad Arsie che, partendo dalla località Merlo di S.Nazario, arrivasse fino oltre la cava di Carpanè  e allargando la strada dal ponte di Campolongo fino al Merlo. Si manterrebbero, così, le attuali quote di traffico che vanno da 10 massimo 15.000 automezzi.

Viste le attuali situazioni economiche l'unico sviluppo che la Valle può avere, grazie ai particolari pregi naturalistici e storici, che la rendono unica, è quello turistico.

Però abbiamo la cava di Carpanè che, vista dall'alto ha delle dimensioni enormi e impressionanti, inquina con le poveri sottili, esponendo al pericolo di gravi patologie la popolazione particolarmente dei Comuni di Valstagna e S. Nazario.

Ci stanno portando via la ghiaia delle conoidi, lasciando, al posto del verde alberato , delle zone ghiaiose a precipizio di decine di metri a su cui non cresce un filo d'erba e che modificano il microclima.

Cercano di espropriarci dell'acqua del fiume, con la costruzione di una nuova centrale, creando un sicuro danno alla fauna ittica, allo sport e alla qualità della vita rivierasca.

Ora ci vogliono prendere anche l'aria. E' questo che i nostri Amministratori consentono?

La popolazione sicuramente no, e si desidera essere trattati da cittadini e non da sudditi!

Associazione Italia Nostra

Coordinamento dei comitati “Per Vivere in Valbrenta”

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