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Renzo Rosso e il suo Be stupid
Ospite a Palazzo Roberti Rosso ha parlato a ruota libera del suo viaggio da indiano metropolitano a bordo della Diesel
Pubblicato il 13-07-2011
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C’era molta Bassano ieri alla presentazione del libro di Renzo Rosso nel giardino di Palazzo Roberti. Ad accogliere il celebre guru della Diesel - arrivato anche lui accaldato e di corsa, un guru in un assetto umano che già da solo fa simpatia - uno sventolio di ventagli e cartelline grigie ma anche tanta curiosità, a sentire i commenti a circolazione interna certo più dell’incontro con l’autore che di quella da lettori. Rosso, nominato a giugno Cavaliere del lavoro, “un po’tardi, a giochi fatti, mi sarebbe piaciuto che l’avessero fatto prima, quando agivo da solo, da pioniere”, ha chiarito subito le ragioni dello slogan che ha utilizzato per intitolare la sua pubblicazione (Be stupid. For successful living), quello dell’ultima campagna pubblicitaria dello storico brand veneto: la provocazione è anche un manifesto, interpreta bene e in estrema sintesi la filosofia della sua azienda, è un motto che inneggia a una “stupidità” più figlia di stúpeo cioè parente di senza senso, insensato, che genera stupore, che del vacuo che si tende ad attribuirle come padre. Certo, ci si muove sempre nel campo della moda, e quindi in un’orbita dove prevale l’effimero, l’apparire e agganciata al commercio, ma spostando l’accento sui mezzi che hanno creato il successo dell’opera di cui si è parlato, e quindi sull’analisi della capacità imprenditoriale innegabile del suo demiurgo, il racconto di questo cammino è certamente interessante nel suo essere una strada tracciata che genera ottimismo, fiducia, che consente una volta ogni tanto di declinare i tempi dei verbi al futuro.
Siamo tutti stanchi del pessimismo dilagante, del va tutto male, deve finire, ma senza proposta, senza alternativa, e piace, sempre, chi ha la capacità “di vedere le cose non solo per ciò che sono, ma per come potrebbero essere”, e subito dopo quella di agire, spesso nuotando controcorrente, al timone l’istinto, anche prendendo dei rischi, sfidando le convenzioni e rinnegando le comodità, “certo chi ha inventato la Coca Cola è da un pezzo che non ha più nulla da fare, noi ogni sei mesi rimettiamo in gioco tutto, nell’abbigliamento va così, due campagne in sordina e vieni ricacciato in fondo classifica, senza pietà”, e per l’azienda nata a Molvena, ora trasferita nel village di Breganze, i numeri vincenti parlano da soli. Rosso ha raccontato il cammino di Diesel dagli esordi negli anni ‘70 “il primo jeans l'ho fatto con la macchina da cucire di mia mamma, una vecchia Singer a pedale”; ha parlato della sua formazione, ha frequentato una scuola da perito per confezioni, a tratti sente la mancanza di un’istruzione più completa, perciò continua a informarsi, a essere curioso, a studiare, si sta interessando molto d’arte ed è un appassionato di tecnologia “il mio ufficio è qui – e mostra il telefonino – l’ho a disposizione ovunque, è da stupidi veri non servirsi di questi nuovi mezzi che abbiamo a disposizione”; e ha elogiato con entusiasmo i creatori di nuove idee, chi ha la capacità di muoversi con leggerezza nell’esistente, di intravedere nuovi business, chi ha un campo visivo a 360°. Piace anche che tutto questo non sia riservato solo alla galassia degli affari, i proventi della vendita del libro sono destinati alla Only The Brave Foundation www.otbfoundation.org un progetto di solidarietà mondiale di cui Rosso ha parlato con orgoglio.
C’è stato spesso a monte delle sue parole questo sguardo alato al mondo intorno, alla rete, non è l’imprenditore nordestino che proclama il motore dell’universo è qui. Il suo rapporto con la città? “Non sono bassanese, vengo da Brugine, mi sono trasferito a vent’anni, amo questo territorio e la sua gente, e sono rimasto a investire tante risorse qui”. A conclusione dell’incontro Rosso ha parlato brevemente, su invito, della sue iniziative per Bassano, quella di offrirle un teatro e del progetto Chipperfield, delle due proposte una rifiutata, l’altra in attuale stand by, lo ha fatto senza rancore, si è percepito solo con un filo di insofferenza, che è poi un moto naturale in chi è abituato ad avere più che fare con le idee congiunte all’operatività che con il mondo delle parole. Qualche consiglio per i nostri giovani? “Ai ragazzi di oggi consiglio di fare l’esperienza dell’Università o comunque di un periodo di formazione all’estero, e poi di cercare la passione, di individuare una propria potenzialità e di investire tutto su ciò che sentono di riuscire a fare bene senza farsi distrarre dal resto”.

Renzo Rosso alla presentazione del suo libro alla libreria Palazzo Roberti
Lo slogan e il titolo del libro letti col traduttore automatico sembrano inneggiare al disimpegno, alla navigazione a vista, ma il messaggio sotteso tinto in blu segue un’altra rotta, parla di fiducia nel mettersi in moto, di viaggi di conquista, so… be stupid.
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