Ultimora
6 Dec 2025 20:18
E' morta la donna trovata in una pozza di sangue nel Vicentino
6 Dec 2025 17:00
Fiom, Hydro chiude a Belluno ma fa profitti miliardari
6 Dec 2025 15:07
Riparte la stagione invernale sulla Marmolada
6 Dec 2025 13:39
Stefani, 'da Piantedosi con Anci Veneto per la sicurezza'
6 Dec 2025 12:36
Dieci parti in 26 ore, giorno da record a Legnago
6 Dec 2025 11:32
All'Ulss 3 Serenissima certificato di eccellenza per rete stroke
6 Dec 2025 22:45
Serie A: Verona-Atalanta 3-1
6 Dec 2025 22:01
Mosca replica ai colloqui lanciando missili sull'Ucraina
6 Dec 2025 21:52
Musk attacca l'Ue: 'Abolirla e tornare ai singoli Stati'
6 Dec 2025 21:03
++ Incidente su A5 nel Torinese, muore bimba di pochi mesi ++
6 Dec 2025 21:12
Incidente sull'A5 nel Torinese, muore una bimba di pochi mesi
I fan del dubstep si ricorderanno certamente dei Darkstar, dietro il cui nome (iperconosciuto della scena urbana londinese e balzato alle cronache per il singolo Aidy's Girl is a Computer) si celano gli inglesi James Young e Aiden Whalley. Questo album, il primo attesissimo lavoro della band, pur contenendo il pezzo citato, stupirà senz'altro i puristi del genere dubstep. In piena crisi creativa dopo l'uscita e il successo di Aidy's Girl..., Young e Whalley decidono di ritirarsi nel nord dell'Inghilterra, in cerca di stimoli e ispirazione che indichino loro la traccia da seguire nell'album di debutto. Con l'ingresso del vocalist James Buttery a pieno titolo nelle file della band, il risultato, North, è un disco che prima spiazza e poi incanta, una vera perla che illumina il panorama electro mondiale al livello – senza troppo esagerare – di Moon Safari degli Air, Dig your own hole dei Chemical Brothers, Discovery dei Daft Punk. North convince perchè prende uno schema – quello tipico del ritmo sincopato e del dark mood del dubstep – e lo rivolta a piacere, perché in quaranta minuti di ascolto distilla melancolia allo stato puro, e perché propone un suono unico, minimale, dall'inizio alla fine.
I pezzi, quasi una sorta di manifesto digitale a metà tra il lamento e la contemplazione della solitudine, scivolano via senza particolari cambi di umore: unico appunto, forse, ad un album che proprio nella minuziosa descrizione di un'emozione precisa ha però la sua forza. L'apertura, affidata ai 3 minuti scarsi di In the way, è scandita da un incidere lento e delicato di piano: i temi del disco sono tutti qui, e preparano già il culmine dell'album, immediatamente raggiunto con Gold, difficilmente riconoscibile come cover degli Human League, You remind me of gold. È senza alcuna ombra di dubbio la cosa più cool che si possa sentire in questi mesi: ripresi la linea vocale e gli accordi principali dall'originale, i bpm sono diminuiti vertiginosamente e i suoni sono aggiornati al 2010. Una specie di squarcio depresso sul futuro.
La copertina di North
Il disco prosegue nel tracciato segnato già dai primi brani, fino al momento di tensione più alto, raggiunto con Two chords, in cui la voce è sospesa su un synth arpeggiato ossessivo e ipnotico, e con la title-track North, costruita su un incedere ritmico lento e invasivo. Ostkruez è soltanto un intervallo prima della chiusura con la bellissima ballata del quarto millennio Dear heartbeat e con l'endovenosa When it's gone.
Sconsigliatissimo (o consigliatissimo?) ai malati di cuore cronici, North è l'incrocio perfetto tra un'elettronica postmoderna e un'emozione strappalacrime.
Il 07 dicembre
- 07-12-2024Cheese!
- 07-12-2024United Colors of Bordignon
- 07-12-2023Cinepanettone
- 07-12-2023On The Road
- 07-12-2017Il grande strappo
- 07-12-2017Una vasca di debiti
- 07-12-2016Operazione “Easy Money”: si costituisce il latitante
- 07-12-2016Semo bilingui, ciò!
- 07-12-2013Dino e i suoi fratelli
- 07-12-2013Chenet, ritiro dalla corsa
- 07-12-2012Cartolina di Natale
- 07-12-2008Lastra di amianto sul marciapiede
- 07-12-2008Accese le luci del grande Albero di Natale
Più visti
Politica
14-11-2025
Andrea Nardin: “Mi propongo non per quello che prometto ma per quello che ho fatto”
Visto 20.377 volte
Politica
19-11-2025
Roberto Ciambetti: “La mia esperienza per il Veneto di domani”
Visto 19.494 volte


