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Quando una serie è più efficace della realtà
Laura Vicenzi
Giornalista
Bassanonet.it
Primo piano
Sulle 13 perle di No Code
Villa Angaran San Giuseppe ha ospitato ieri sera, mercoledì 8 settembre, il penultimo appuntamento di questo ciclo estivo di Las Flaviadas, stiamo ascoltando dei dischi
Pubblicato il 09-09-2021
Visto 3.917 volte
Il parco di Villa Angaran San Giuseppe ha ospitato ieri sera, mercoledì 8 settembre, il penultimo appuntamento di questo ciclo estivo di “Las Flaviadas, stiamo ascoltando dei dischi”, la rassegna di ascolti collettivi e guidati di alcuni dischi scelti tra grandi classici e gemme nascoste di rock, jazz, elettronica, pop italiano e internazionale. L’incontro, organizzato in collaborazione con Palazzo Roberti e il negozio di dischi Pick Up e inserito nel contenitore di eventi “People First Park”, ha avuto come protagonisti i Pearl Jam di Eddie Vedder e il loro No Code, che il pubblico ha potuto gustare per intero accompagnato dalle parole da amatore ma non solo di Mattia Pontarollo.
Il quarto album del gruppo di Seattle, pubblicato nell’estate 1996, quest’anno compie venticinque anni, e per l’occasione ne è stata ristampata la versione in vinile masterizzata appositamente da Bob Ludwig, a cinque anni di distanza dalla precedente edizione. Le tredici tracce contenute sono state suddivise in sei proposte di ascolto da Pontarollo e Marco Lo Giudice, ideatore della rassegna, seguendo rigorosamente la scaletta pensata e realizzata per il disco. La scena di Seattle tra gli Ottanta e i Novanta è stata una delle più fertili del panorama mondiale di quegli anni, al di là delle etichette attribuitele dai meccanismi a volte perversi della celebrità, e i Pearl Jam hanno saputo surfare con stile sulla cresta dei decenni — superando anche diverse difficoltà e insidie — con la loro bella musica.
Le parole di un ascoltatore e fan che non scivola nel “troppo fanatico” sono forse le migliori per avvicinare alla conoscenza di un artista, o di un gruppo e della sua produzione artistica, come anche per riproporre un tuffo in acque dove non ci si immergeva da tempo agli amanti della buona musica e delle atmosfere musicali. L’ appassionato che ha fatto da guida in questo incontro, che ha provato davvero sulla propria pelle emozioni e stordimenti che la passione per la musica può dare, ha proposto una lettura introduttiva ai brani, all’opera musicale e alla vita del gruppo senza indulgere troppo nei tecnicismi, senza annoiare seguendo i dettami del racconto enciclopedico, soprattutto evitando la fastidiosissima tendenza all’enfasi di tanto giornalismo musicale. La sua una narrazione competente e ricca che è riuscita a trasmettere la magia di un incontro speciale con degli artisti e la loro musica.

Mattia Pontarollo a Villa Angaran San Giuseppe
“Straniamento” e “familiarità” sono le due parole ricorrenti (termini che per tanti aspetti creano un attrito affine a quello sonoro creato dal gruppo nell’album) che hanno accompagnato gli interventi che intervallavano l’ascolto dei pezzi, arricchiti da richiami a immagini, ricordi e aneddoti, a riferimenti a personaggi singolari come il calciatore brasiliano Garrincha, ma anche Sigmund Freud. Rovistando in un bagaglio di conoscenze fertile e attraversando con fluidità diversi linguaggi (non solo la musica, ma anche la filosofia, la fotografia, il teatro, il patrimonio delle lingue) con quella sorta di “buttato lì” che rende per sempre un ragazzo chi ama certa musica, Pontarollo ha restituito un’interessante visione panoramica dell’album dei Pearl Jam, della loro arte e della scena musicale forse del tutto unica che hanno vissuto.
Il prossimo appuntamento della rassegna estiva, mercoledì 22 settembre, sarà dedicato La voce del Padrone di Franco Battiato, a condurre l’ascolto sarà Marco Lo Giudice.
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