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80 anni, di cui una parte dedicati al mondo Fluxus e all'arte.
Luigi Bonotto nasce in una famiglia della campagna veneta in cui, da sempre, si è coniugato arte, politica ed affari. Già il padre, e precedentemente il nonno, erano stati imprenditori di una fabbrica artigianale a Marostica di cappelli e articoli di paglia. Il padre Giovanni portava spesso il giovanissimo Luigi a visitare i principali musei veneti facendogli scoprire Canova, Tiziano, Tiepolo e tutti quegli artisti che nei secoli hanno operato in questo straordinario territorio. Poco dopo iniziarono a visitare i principali musei italiani: Uffizzi, Musei Vaticani, etc. Contemporaneamente, al ritorno dai suoi viaggi d’affari, il padre raccontava al figlio degli artisti che conosceva, o delle opere che vedeva, in giro per l’Europa. Luigi sentì così parlare degli espressionisti, degli impressionisti, di Van Gogh, di Picasso, etc.
Finite le medie, Luigi si trasferisce a Valdagno dove frequenta le scuole industriali in quello che era il centro industriale tessile mondiale. Valdagno, inoltre, era anche in quegli anni uno dei centri internazionali per l’arte contemporanea grazie allo storico premio istituito da Marzotto. Ed è qui che Luigi Bonotto incontra le opere di Burri, Fontana, Christo, Arman e molti altri protagonisti dell’arte internazionale.

Finita la scuola superiore Luigi frequenta a Venezia l’Accademia di Belle Arti ed entra in contatto con l’astrazione storica di Tancredi, Vedova, Santomaso con i quali allaccia una relazione d’amicizia. Contemporaneamente inizia la sua carriera d’insegnamento all’Istituto Industriale di Valdagno dove tiene la cattedra di Disegno tessile.
Nel 1972 inizia la sua attività imprenditoriale e di stilista per alcune delle più importanti firme dell’arredamento e d’abbigliamento. Un’attività che ebbe un rapido sviluppo, anche internazionale, e che lo portò ad abbandonare rapidamente l’insegnamento per dedicarsi completamente al suo lavoro.
Negli stessi anni inizia a studiare l'opera di Duchamp, che avrà l'opportunità di incontrare presso un circolo scacchistico di Milano. Inizia così a capire il concetto di oggetto. Si avvicina anche all’insegnamento di John Cage e successivamente, con l'aiuto di Francesco Conz, Rosanna Chiessi, Henry Ruhé ed Emily Harvey entra in contatto con molti operatori del gruppo Fluxus. Tra questi, Emmet Williams che lo introduce alla Poesia Concreta e alle altre ricerche verbo-visuali italiane ed internazionali. Scopre così il vivacissimo mondo della sperimentazione poetica e inizia ad interessarsi alla Poesia Concreta, alla Poesia Visiva, alla Poesia Sonora e a quella performativa.
Si rende immediatamente conto che molti artisti che suscitano il suo interesse sono difficilmente collocabili all'interno di un preciso movimento e arriva alla conclusione che le barriere tra Poesia e Fluxus sono molto labili. Intensifica così i contatti e le frequentazioni con alcuni dei principali esponenti di tali movimenti allacciando anche delle solide relazioni di amicizia.
L'azienda di Bonotto a Molvena e la sua abitazione (prima a Molvena e successivamente a Bassano) divengono così luoghi di soggiorno e di incontro dove gli artisti, anche più personalità contemporaneamente e senza tanta attenzione al “gruppo di appartenenza”, discutono, producono e studiano lasciando una vasta documentazione, anche fotografica, dei progetti e delle opere che vengono realizzate con il sostegno dell'imprenditore veneto. Gli artisti giungono a Molvena da tutto il mondo e rimangono affascinati dallo straordinario territorio, dalle sue dolci colline, dai suoi prodotti tradizionali. Memorabili cene alla Trattoria “dal Mago” consolidano le relazioni d’amicizia e fanno scoprire agli ospiti di Bonotto la grappa, a cui molti di loro dedicheranno un omaggio. Sono infatti numerose le bottiglie personalizzate create da artisti quali: Nam June Paik, Ben Vautier, Philip Corner, Dick Higgins, Milan Knížák, etc. Lo straordinario tessuto artigianale che caratterizza l’asse Molvena-Bassano permette inoltre agli artisti di realizzare qualsiasi progetto in tempi rapidi e con grande raffinatezza tecnica. In questo modo si consolida l'intreccio tra arte e impresa, creatività artistica ed innovazione aziendale che costituisce tuttora il cuore pulsante dell’attività industriale, oggi diretta dai figli Giovanni e Lorenzo, e che verrà riconosciuto come valore aggiunto già nel 1998 quando Luigi Bonotto fu insignito del Premio Guggenheim Impresa & Cultura. E cosi, nel corso degli anni, viene a costituirsi una imponente collezione di quelle esperienze artistiche che Dick Higgins definì “Intermedia” e che, di fatto, hanno eliminato le barriere tra le varie discipline con l'intenzione di fonderle in una sola pratica artistica totale.
La collezione non conserva solo le opere degli artisti, ma è custode d’importanti documenti utili alla ricostruzione della storia di questi movimenti, ricca di connessioni, scambi, influenze, polemiche e lotte. Tale materiale è in alcuni casi annotato dagli artisti o accompagnato da lettere di commento storico critico.
Straordinari esempi in questo senso sono le opere realizzate da Ugo Carrega per Luigi Bonotto come “modelli esemplificativi” dell’evoluzione della sua ricerca esplicata nei vari capitoli del suo “Commentario” o ancora i libri autoprodotti da Arrigo Lora Totino a commento ed esemplificazione dell'evoluzione della sua ricerca sonora e performativa. Non va inoltre dimenticata la famosa “Intermedia Chart”, realizzata da Dick Higgins a Molvena nel 1995 proprio per spiegare il concetto di Intermedia.
L'amicizia instauratasi in anni di frequentazione con quasi tutti gli artisti collezionati ha permesso, di fatto, a Luigi Bonotto di divenire il depositario di fiducia di molti materiali provenienti direttamente dagli archivi personali degli artisti: bozze di libri e cataloghi realizzati e no, brochures di mostre, inviti, manifesti e tutto quel materiale “spurio” e di difficile reperibilità che rendono la Collezione Bonotto una fonte inesauribile di sorprese.
Il piccolo Pablo Chiurato di soli 4 anni, ha voluto omaggiare il compleanno di Luigi realizzando la torta che interpreta l'opera di Dick Higgins, poeta e compositore statunitense del movimento Fluxus. E chissà che la torta del piccolo Pablo non dia inizio al nuovo movimento dei dolci Fluxus.
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