Ultimora
26 Sep 2023 00:56
Presentato a Buenos Aires il restauro della Fenice di Venezia
25 Sep 2023 18:05
'Riscaldamento pianeta sta causando nuove forme di povertà'
25 Sep 2023 16:10
A Padova i primi provvedimenti del Dl Caivano in Veneto
25 Sep 2023 16:10
Marmomac, accordo per sostenibilità Verona District-Arb Sbpa
25 Sep 2023 15:49
Tre italiani studieranno i campioni dell'asteroide Bennu
25 Sep 2023 14:54
Inaugurato il volo Roma-Verona con SkyAlps
25 Sep 2023 20:51
Aiuti contro il caro bollette, 1,3 miliardi per le famiglie. Cambia la sanatoria sugli scontrini
25 Sep 2023 20:56
"Stendhal il golf e il valore della ryder cup" (di Corrado Chiominto)
25 Sep 2023 20:34
Migranti, Meloni a Scholz: 'Stupita dai fondi non coordinati alle Ong'. Tajani: 'Bene Macron, lavori
25 Sep 2023 20:22
Conferenza stampa congiunta dei Ministri Tajani e Colonna
25 Sep 2023 19:28
Lagarde gela le Borse: 'Tassi alti finché serve'
25 Sep 2023 18:44
Minacce di morte alla moglie e al figlio omosessuale, arrestato
Laura Vicenzi
Giornalista
Bassanonet.it
Ere poco glaciali
Sulle tracce dei ghiacciai è la mostra fotografica collocata all’interno della 6^ edizione di “Biennale Fotografia” che occupa le sale del museo civico destinate al contemporaneo visitabile fino al 17 febbraio
Pubblicato il 01-10-2019
Visto 1.692 volte
Sulle tracce dei ghiacciai, di ciò che ne rimane, è la mostra fotografica collocata all’interno della sesta edizione di “Biennale Fotografia” che occupa le sale del museo civico destinate al contemporaneo.
La rassegna organizzata dalla Pro Bassano, che coinvolge oltre 300 fotografi le cui opere sono distribuite in 14 sedi espositive e 144 sedi “fuoripalazzo”, con personali ospitate all’interno di esercizi commerciali cittadini, tra i suoi “Sconfinamenti” ha collocato nella sede istituzionale più autorevole un’esposizione con un tema ambientale e di attualità, che invita alla riflessione e alla coralità d’intenti, che guarda al bene comune.
La mostra in queste prime due settimane di apertura ha già accolto tanti visitatori e consensi, sarà possibile visitarla fino a lunedì 17 febbraio.

l'inaugurazione della mostra al museo civico
Appesi alle pareti, gli esiti inquietanti di un ampio progetto che prevede oltre a mostre conferenze, programmi didattici, installazioni e documentari, realizzato negli ultimi anni dal fotografo ambientalista Fabiano Ventura.
Un’iniziativa ad ampio respiro, programmata con impegno e fede, che vedrà la sua conclusione nell’estate 2020.
Le immagini sono frutto di sei spedizioni tra i ghiacciai maggiori del globo realizzate nell’arco di dieci anni. Il via nel 2009 con il Karakorum, poi nel 2011 la catena montuosa del Caucaso, nel versante georgiano; nel 2013 l’Alaska, nel 2016 le Ande della Patagonia, nel 2018 l’Himalaya con l’Everest e poi la terza e la sesta vetta più alte della Terra e conclusione nell’estate dell’anno prossimo con la spedizione sulle Alpi italiane, francesi e svizzere.
“Sulle tracce” dei ghiacciai e di esploratori del passato che hanno conosciuto e documentato il paesaggio cento anni fa, per raccogliere dati scientifici e operare un confronto che immortalato non lascia dubbi: i giganti grigio-bianchi si presentano oggi a colori in una forma innegabilmente ridotta rispetto a un secolo fa. Ventura si pone un obiettivo divulgativo, intende diffondere tra il grande pubblico la conoscenza del problema del cambiamento climatico e dei suoi effetti sulla natura e gli equilibri del pianeta. La sua partecipazione a imprese alpinistiche, scientifiche e fotografiche nei luoghi più selvaggi e remoti della Terra, seguendo le orme delle più rilevanti spedizioni esplorative realizzate nel secolo scorso, ha permesso di realizzare degli scatti negli stessi luoghi, punti di ripresa e periodi dell’anno di quelle che documentavano lo stato dei ghiacciai a fine ‘800 e inizio ‘900 e di mettere sotto gli occhi di chi osserva la variazione netta di paesaggi dove regnavano ghiacci che eravamo abituati a definire “eterni”.
Le immagini d’epoca restaurate in bianco e nero campeggiano affiancate a quelle contemporanee, dove i muri di ghiaccio in liquefazione hanno lasciato il posto a laghi pro-glaciali, se non addirittura a boschi e praterie.
Ai grandi vecchi re delle montagne si destinano funerali, come agli esseri umani, per salutare pezzi dell'ecosistema noto che scompaiono. Sulla rapidità e l’accelerazione impresse a questo cambiamento dall’attività umana indaga in rincorsa la ricerca scientifica, le agende impongono limiti d’azione espressi in cifre in gran parte già disattesi: le testimonianze servono a ribadire, il linguaggio dell’arte a veicolare un messaggio teso alla salvaguardia e alla cessazione di comportamenti non sostenibili.
Gli orari di apertura della mostra: tutti i giorni dalle ore 10 alle 19, escluso il martedì, il 25 dicembre e il 1 gennaio. Ingresso con biglietto.
Il 26 settembre
- 26-09-2022Giorgia on my mind
- 26-09-2020Il Ponte di Cala...trave
- 26-09-2019Ehi, c'è nessuno?
- 26-09-2018Odore di chiuso
- 26-09-2017Guarda in Camera
- 26-09-2017Caccia al parcheggio
- 26-09-2016Quando il troppo storpia
- 26-09-2015Baxi e abbracci
- 26-09-2013Cittadinanza onoraria ai Martiri del Grappa: “sì” unanime
- 26-09-2013Medaglia, medaglia, medaglia!
- 26-09-201226 settembre, Cimatti tira le orecchie alla stampa locale
- 26-09-2012Sciopero, venerdì di disagi per sanità e rifiuti
- 26-09-2012Al via il nuovo Ospedale di Asiago
- 26-09-2011Progetti allo scoperto
- 26-09-2009Dalla Palma: “L'Eccidio del Grappa ignorato per dieci anni”
- 26-09-2009Una pagella della scuola italiana...Senza Censura
- 26-09-2009Cimatti illustra il programma, Bizzotto spara a zero