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Laura Vicenzi
Giornalista
Bassanonet.it
Lo Start della bellezza
Venerdì 9 dicembre, Giulio Casale è stato ospite dell’associazione culturale bassanese “Start”, a Palazzo Finco, per accendere un "dialogo sulla bellezza"
Pubblicato il 10-12-2016
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Venerdì 9 dicembre, Giulio Casale è stato ospite dell’associazione culturale bassanese “Start”, a Palazzo Finco, in un incontro intitolato: "Dialogo sulla bellezza".
“Start” è uno spazio polifunzionale indipendente, un luogo che ospita eventi e uno spazio aperto al dialogo che nel suo manifesto si pone tra suoi obiettivi quello di essere un “generatore di bellezza”, la sensibilità al tema è dichiarata, e l’associazione ha creato in questo caso la bella occasione di indagarlo con Casale, affidando il microfono a un artista che non tradisce il senso dell’impegno alla cura del linguaggio e alle idee che veicola.
Giulio Casale, cantante, musicista, è stato nel 1991 il fondatore della rock band “Extra”; è autore di Sullo Zero, raccolta di poesie diventata anche un concerto-reading, ha pubblicato la raccolta di racconti Intanto corro e due libri dedicati alle figure e all’opera di Giorgio Gaber e di Jeff Buckley; è attore e autore di spettacoli di teatro-canzone; ora è impegnato nei teatri con lo spettacolo Il sogno di un'Italia, un racconto in parole e musica del Bel Paese ritratto attraverso storie, istantanee e canzoni tratte dal repertorio di cantautori da Bennato a Fossati, da Gaber a Battiato, da De Gregori a Jeff Buckley.
Giulio Casale (al centro) allo Start di Bassano
A dialogare con lui, nel salotto dello “Start”, Francesco Nicolli e Varner Zanon, che hanno “dato il la”, con domande e suggestioni letterarie e artistiche, a una conversazione che ha offerto l’opportunità di cercare in qualche modo una condivisione (consapevoli che il significato di questa bella parola è stato traviato dall’uso che se ne fa nella contemporaneità) dell’idea di bellezza, o meglio, del significato della ricerca della bellezza, che idealmente dovrebbe muovere ogni azione umana.
La bellezza è dappertutto, ha scritto Casale, e aggiunge che anche la bruttezza è ovunque, ci circonda e ce ne sentiamo sopraffatti nel presente, e il bello si contrappone al male, non al brutto, nella nostra quotidianità. Nessuno può considerarsi deliberatamente fuori dal gioco che genera la bruttezza che viviamo qui e ora nelle derive della politica, del paesaggio, dei comportamenti e dei rapporti umani. “Siamo tutti elettori di Trump”, dice provocatoriamente Casale, siamo inquinatori dell’ambiente e del cibo che mangiamo – e del vino che beviamo – siamo mistificatori, anche nei sentimenti: ci accontentiamo di vederli rappresentati svuotati di sostanza, cantati a ritmo di post, relegati in traiettorie individualistiche, storie senza Storia.
Bassano, Treviso, sono città bellissime, è un dato di fatto, ma ci si chiede con Casale: le persone che ci vivono, figlie di tanto bello, riescono a essere generatrici di bellezza? Ci si prende la briga di approfondire, di impegnarsi, e poi di fare un passo oltre, di rilanciare? Ci si prende il tempo? Abbiamo tempo, dice, scrive e canta allo Start Casale, applaudito dal pubblico numeroso e attento presente in sala.
Questo ideale di corresponsabilità, di necessità di azione che indica nel corso dell’incontro Casale è bello e feroce, nella sua richiesta di “essere contemporanei”.
Come è bella la voglia giovane che ha fatto da sottotraccia alla conversazione di insistere e di sostenere uno slancio, un superamento, senza bisogno di uno “Stato etico” che indichi la strada giusta da seguire: «Goffredo Parise scriveva che ai giovani» ha ricordato Casale «bisogna dire che imparino tante lingue, che vadano a visitare tanti Paesi, in modo che vedano che quello che hanno intorno qui è bello, ma che non è il più bello, il bello è anche altrove».
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