Ultimora
18 Nov 2025 20:25
Meloni, sinistra avvelena i pozzi e strumentalizza Falcone
18 Nov 2025 20:02
Meloni, in Veneto grande energia per staffetta Zaia-Stefani
18 Nov 2025 18:44
Omologato ufficialmente lo Sliding Centre di Cortina d'Ampezzo
18 Nov 2025 17:55
Alpini Taurinense si esercitano in montagna tra Fvg e Veneto
18 Nov 2025 16:55
Demanio, San Giorgio per altri 50 anni alla Fondazione Cini
18 Nov 2025 16:11
Bus con studenti nel fosso dopo lo scontro con un'auto
19 Nov 2025 00:22
Gli Stati Uniti approvano l'invio di nuove armi all'Ucraina per 105 milioni di dollari
19 Nov 2025 00:16
Trump difende bin Salman: 'Di Khashoggi non sapeva nulla'
19 Nov 2025 00:10
Cadavere di un bimbo di otto anni in casa nel Salento
19 Nov 2025 00:06
Cadavere di un bimbo di otto anni trovato in casa nel Salento
19 Nov 2025 00:04
Il Congresso Usa approva legge per divulgare i file di Epstein. Trump insulta una giornalista: 'Zitt
18 Nov 2025 22:17
Rubano un bancomat e lo trascinano via con l'auto nel Napoletano
Laura Vicenzi
Giornalista
Bassanonet.it
A tu per tu con Stefano Piedimonte
L’autore, al Piccolo Festival, è salito sul palco con Marco Marsullo e ha presentato il suo libro che narra una storia in bilico tra realtà e reality
Pubblicato il 25-06-2013
Visto 4.150 volte
Stefano Piedimonte, sul palco di Palazzo Bonaguro domenica sera assieme a Marco Marsullo, ci parla del suo libro, “Nel nome dello Zio”, dove racconta una storia in bilico tra realtà e reality.
Tra uomini che trascorrono la vita a giocare a guardie e ladri, lo Zio camorrista e i cinque mostri e dall’altra parte Woody Alien, un funzionario-pezzo grosso, con la sua squadra, svolazza un gabbiano Anthony che pare avere le ali mozze, o bruciate, eppure…
Stefano Piedimonte (a sx), con Marco Marsullo, Mattia Pontarollo e Andrea Marchi
Eppure sarà lui, in fin dei conti, a dirigere gli eventi. Terrà le redini. Guiderà la storia.
Nel tuo libro racconti una storia di degrado, di criminalità e di omicidi. Leggendo, il parallelo con la vita che scorre al Grande Fratello ha l’effetto di togliere drammaticità agli eventi che pure accadono. I media stanno deviando troppo il nostro sguardo sulla realtà?
I media hanno sempre deformato la realtà. C’è chi li usa come un potente narcotico, per anestetizzarsi, ben consapevole del loro effetto deformante. Altri, invece, ci restano intrappolati inconsapevolmente. Non credo che la visione dei fatti dentro la Casa tolga drammaticità. Credo, anzi, che l’amplifichi. Non c’è nulla di più drammatico dell’esibizione fine a se stessa, del mostrarsi semplicemente per la necessità di farlo: questa è la dimensione della solitudine assoluta, della mancanza di senso, della mancanza di tutto. Parliamo di una superficialità allarmante, che è ben diversa dalla leggerezza. È una superficialità, un vuoto, che riguarda alcuni meccanismi mediatici così come riguarda alcuni meccanismi criminali.
Anche lo Stato, a un certo punto del romanzo, assume il ruolo del Grande Fratello, e l’ufficio stampa del GF sembra una dépendance di 1984 (il romanzo di George Orwell), un luogo dove si riscrivono le storie, falsificandole. Anthony esce da questi labirinti facendo piroette.
Lo sguardo di Orwell è unico e irripetibile. Non mi sono ispirato a lui e a 1984, anche perché non sarei riuscito a restituire un miliardesimo della sua genialità. La mia è semplicemente una storia dell’orrore. Anthony percorre questi labirinti a suon di piroette. Dici che poi ne esce? Io non lo so.
Tutto per avere successo deve essere “luccicante”, Anthony per esistere deve essere “frizzantino”. La realtà che ci circonda è proprio così farlocca, o lo è solo in tv?
Esiste gente che riesce a trasportare nel reale i livelli di finzione a cui ci hanno abituato i media. Queste persone sono una sorta di stregoni, spesso vittime della propria magia. Per come la vedo io, la realtà la si può vivere a diversi livelli di finzione. Ce n’è per tutti. Ci si può anche immergere nella finzione fino alla punta dei capelli, a patto che si sia disposti ad accettarne le conseguenze.
Nel libro dai a due donne il potere di smontare i due giochi, uno drammatico e reale, l’altro virtuale, che si intrecciano nella trama. I motivi di questa scelta?
Trovavo che fosse funzionale allo svolgimento della trama. Mi piaceva l’idea. Non c’è nessun motivo particolare. Al di là di tutto, pur volendo evitare i soliti luoghi comuni, accade spesso che siano le donne a condizionare le vite degli uomini. Ma lo fanno in un modo più elegante, meno chiassoso, più efficace.
Più visti
Elezioni Regionali 2025
14-11-2025
Andrea Nardin: “Mi propongo non per quello che prometto ma per quello che ho fatto”
Visto 11.869 volte
Attualità
15-11-2025
PFAS Pedemontana: Vicenza Istituisce il Comitato Provinciale di Coordinamento
Visto 8.710 volte
Elezioni Regionali 2025
16-11-2025
Renzo Masolo: “Il mio impegno è quello di fare comunità”
Visto 7.935 volte
Elezioni Regionali 2025
10-11-2025
Elena Pavan: “Sono pronta a rimettermi in gioco”
Visto 19.979 volte






