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Le invasioni barbariche

È ai blocchi di partenza in Valbrenta la terza di edizione di Veneto Barbaro. Giovani energie culturali al servizio della comunità per una rassegna estiva che ristora la mente e lo spirito

Pubblicato il 17-06-2023
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Attila e Boudicca hanno le sembianze, assai più gradevoli, di Leonardo Scapin e di Camilla Baron.
Con la differenza che dove passano loro non solo l’erba cresce, ma cresce anche la cultura.
Leonardo e Camilla sono infatti, rispettivamente, il presidente e la vicepresidente di Veneto Barbaro, l’associazione culturale di Solagna che promuove e organizza l’omonima rassegna estiva che ristora la mente e lo spirito in Valbrenta.

Camilla Baron e Leonardo Scapin (foto Alessandro Tich)

La terza edizione di Veneto Barbaro è ai blocchi di partenza e il nostro incontro si svolge all’Antica Trattoria Da Doro di Solagna. Non per motivi gastronomici ma semplicemente perché Leonardo è figlio di Giovanni Scapin, mago dei fornelli e fresco presidente della categoria dei Ristoratori di Confcommercio Bassano.
“Siete una famiglia di presidenti”, scherzo. E aggiungo: “Padre e figlio, come i Bush.”
“Leonardo W. Scapin”, ribatte al volo Camilla Baron che dimostra una prontezza di spirito non da poco. Anche qualche attimo dopo, quando chiedo a Leonardo se per l’intervista parla solo lui o interviene anche Camilla. “Parla anche Camilla perché ha molte cose da dire”, mi risponde. E la vicepresidente: “Siamo come i Måneskin, con Damiano che compare sempre assieme alla bassista.” Strepitoso.

Dunque Veneto Barbaro 2023 è oramai alle porte.
Si inizia venerdì 23 giugno alle ore 21 con “Pane e Noci”, reading musicale con Lucio Montecchio e Giorgio Gobbo ospitato al Cinema Valbrenta di Solagna in collaborazione col locale Cineforum.
Lucio Montecchio, professore ordinario di Forest pathology e Salute e benessere degli alberi ornamentali dell’Università di Padova, è l’autore del libro “Pane e Noci”, uscito per i tipi dalla casa editrice Ronzani di Dueville, che fa riflettere sul drastico cambiamento che hanno subito le terre di bonifica del Veneto a seguito dell’industrializzazione dal secondo dopoguerra ad oggi e che dà il nome alla serata.
Giorgio Gobbo, a sua volta autore del libro “Cercando un paese”, pubblicato sempre da Ronzani Editore, è noto come la voce e la chitarra della Piccola Bottega Baltazar ed è il chitarrista di scena di Andrea Pennacchi.
Un’altra opportunità per “cercare un paese insieme, in tutti i nostri eventi”, come rimarca Veneto Barbaro nella sua pagina Facebook.
“Il filo conduttore di Veneto Barbaro è sempre il territorio - afferma Leonardo -. Addirittura quest’anno direi più fortemente rispetto all’anno scorso perché abbiamo l’incontro con Montecchio e Gobbo che sono autori del territorio. Poi il 15 luglio abbiamo un’iniziativa con altri ragazzi che ha proposto fondamentalmente Camilla.”
“È una collettiva di giovani artisti tutti del territorio - spiega la vicepresidente -. Abitiamo praticamente a due chilometri di distanza ma non abbiamo mai fatto nulla insieme. Ci saranno quattro artisti, con quattro linguaggi diversi, che si uniranno per far vedere che l’arte del territorio è viva. Infatti il titolo della mostra sarà “Calce Viva”, perché esporremo alla Fornace di Solagna. Quindi come la calce che un tempo si faceva nelle fornaci ed è un materiale da costruzione, noi appunto siamo vivi, costruiamo qualcosa insieme e siamo un po’ la “calce viva” artistica.
“Poi il 20 di luglio abbiamo Giulio Casale e lo facciamo in collaborazione con Operaestate e con il Comune di Valbrenta - continua il presidente di Veneto Barbaro -. Anche qui c’è un forte legame col territorio perché Casale porterà degli scritti di Goffredo Parise tratti dalla rubrica degli anni ‘70 dello scrittore con i lettori del Corriere della Sera. Visto che il nostro festival è dedicato a delle parole di Goffredo Parise perché “Veneto Barbaro” viene preso proprio da un suo scritto, abbiamo pensato di omaggiarlo visto che non lo avevamo mai ancora fatto in tre anni. Sarà uno spettacolo di teatro canzone che Casale ha già proposto in altre occasioni.”
“E poi a settembre - prosegue Leonardo - faremo una serata dedicata al nostro gruppo e intitolata “Veneti Barbari” in cui ognuno di noi, perché siamo anche un collettivo di artisti, porterà qualcosa. Quindi sarà un mix di linguaggi che va dalla poesia all’arte e dalle installazioni a delle performance che stiamo un attimo studiando per garantire una fluidità di discorso.”
“Comunque abbiamo formazioni e provenienze culturali diverse - precisa Camilla -. Nel nostro gruppo ci sono fotografi, poeti, scrittori, artisti e quindi siamo una specie di collettivo, oltre ad essere un’associazione culturale.”
All’inizio Veneto Barbaro era una novità, l’anno successivo è stato poi una conferma.
E adesso?
“Adesso cerchiamo di essere un ponte nel territorio anche per altre associazioni - risponde Leonardo Scapin -. Quello che ci interessa fondamentalmente è creare una comunità culturale che sia radicata nel tempo. Quindi non eventi una tantum ma un programma fisso, annuale, estivo che sia costante nel tempo. Poi abbiamo fatto anche degli eventi autunnali che rafforzano quello che è il festival estivo. La comunità si abitua così ad avere degli appuntamenti fissi.
“Sarebbe bello, ma un po’ già lo siamo forse, essere quello che in informatica si chiama “hub”, cioè un dispositivo che collega gli altri dispositivi - conclude Camilla Baron -. Quindi noi cerchiamo di valorizzare anche i luoghi del territorio. Parlo ad esempio della Fornace ma ci sono un sacco di luoghi che attraverso l’evento vengono valorizzati attraverso gli artisti e le varie associazioni del territorio. L’idea è quella di permettere appunto alle varie realtà del territorio di incontrarsi per fare qualcosa insieme.”

Così parlarono Damiano e Victoria. Pardon: Leonardo e Camilla.
Non ci resta che guardare ed ascoltare le nuove proposte culturali di Veneto Barbaro stando seduti tra il pubblico, Zitti e Buoni.

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