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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
La Storia in salita
Scoprimento della targa di intitolazione della “salita Vittime dell'odio e delle persecuzioni” a Bassano. Una “gemmazione” del caso Segre-Haffner in consiglio comunale
Pubblicato il 04-11-2020
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Si scrive: “Vittime dell'odio e delle persecuzioni”. Si legge: “Ferite della Storia ancora aperte e non rimarginate”. Breve cerimonia questa mattina, in occasione della Giornata dell'Unità Nazionale e delle Forze Armate del 4 novembre, per lo scoprimento della nuova targa di intitolazione della “salita Vittime dell'odio e delle persecuzioni” a Bassano.
Si tratta della seconda scalinata, dopo quella intitolata al benemerito animatore del gemellaggio con la città tedesca di Mühlacker Gerhard Ott, che da Prato Salita Caterina conduce in viale dei Martiri. Cerimonia a ranghi ridotti per le misure anti-contagio in corso: in rappresentanza del Comune intervengono il sindaco Elena Pavan e il presidente del consiglio comunale Stefano Facchin. Poche ma sintetiche parole da parte del sindaco prima dello scoprimento del drappo giallorosso e dello svelamento della targa.
“Dal consiglio comunale - afferma il sindaco - è partito l'impegno di dedicare questa salita alle vittime dell'odio e delle persecuzioni. Questa scalinata si trova tra viale dei Martiri e parco Ragazzi del '99. È un luogo della memoria, un luogo sacro.” Un'intitolazione in onore delle vittime dell'odio e delle persecuzioni “senza differenze”, perché “la violenza è trasversale”. Anche se in realtà, dal punto di vista politico, il nuovo nome della salita che dal Prato conduce ai lecci delle vittime impiccate dai nazifascisti in viale dei Martiri nasce proprio da una differenza di visione sui fatti della Storia e da una conseguente spaccatura all'interno del consiglio comunale.

Lo scoprimento della targa (foto Alessandro Tich)
Il nuovo toponimo è infatti una “gemmazione” dell'emendamento con il quale, nel consiglio comunale del 29 novembre dell'anno scorso, la maggioranza consiliare aveva integrato la mozione presentata dalle minoranze per il conferimento della cittadinanza onoraria di Bassano del Grappa alla senatrice Liliana Segre, sopravvissuta all'Olocausto. Quell'emendamento redatto in corso d'opera che, come si ricorderà, aveva introdotto il “contrappeso” del conferimento della cittadinanza onoraria anche all'esule istriana Egea Haffner “in rappresentanza di chi fu costretto a scappare dalla propria terra per non venire ucciso nelle foibe”. Le cronache ricordano come sia andata a finire: per prima cosa l'abbandono della sala consiliare da parte dei gruppi di minoranza, motivo per cui la mozione emendata era stata votata ed approvata solamente dalla maggioranza. Secondariamente, il cortese ma netto rifiuto di Egea Haffner ad accettare la cittadinanza onoraria, motivato dal fatto di “non essere stata avvisata prima da nessuno”, dall'evidenza che la sua e quella di Liliana Segre “sono due storie diverse che devono essere ricordate separatamente se si vuole in qualche modo conciliarle” e dalla determinazione di “non voler essere strumentalizzata dalla politica”.
La Storia in salita, dalle Foibe alla Shoah e dalle guerre alle persecuzioni di ogni tipo, trova adesso un riconoscimento onnicomprensivo nella scalinata che porta a questo punto della città così ricco di memoria e di elementi significativi, con tanto di cerimonia di scoprimento con fascia tricolore. Intanto, a pochi metri di distanza, emerge silenziosa la memoria di altre cose. E il Caffè Italia e il Teatro Astra restano in attesa dei loro destini.
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