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Vice, che dice?
Centralina idroelettrica di via Pusterla: l’assessore regionale all’Ambiente Gianpaolo Bottacin attacca il vicesindaco di Bassano Roberto Campagnolo. “Noi rispettiamo norme statali. Se ha dubbi vada in Procura, non insinui sui social”
Pubblicato il 31-10-2016
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“Se il vicesindaco di Bassano ha dei dubbi su un presunto mancato rispetto delle leggi, si rivolga alle autorità competenti invece di insinuare su Facebook. Nella sua veste istituzionale dovrebbe andare in Procura, non sui social.” Firmato: Gianpaolo Bottacin, assessore all’Ambiente della Regione Veneto.
Acque agitate, in laguna, per le esternazioni del vicesindaco di Bassano del Grappa Roberto Campagnolo in merito al progetto della centralina idroelettrica privata sul canale Arcon, in via Pusterla in città, a pochi passi dal Ponte Vecchio. Le dichiarazioni dell’amministratore bassanese si riferiscono alla notizia di mercoledì scorso 26 ottobre - pubblicata anche da Bassanonet - riguardante la conferenza dei servizi, convocata d’urgenza a Venezia, che ha portato all’immediata approvazione del progetto della centralina da parte dei tecnici della Regione, in vista dell’ultimo passaggio politico della questione sul tavolo della giunta regionale.
Per esprimere la sua posizione, Campagnolo ha condiviso ieri sulla sua pagina Facebook un editoriale dell’attuale direttore di Rete Veneta-Tg Bassano Luigi Bacialli (“Centralina, Regione scellerata”) e ha postato a commento le seguenti parole: “Una procedura a dir poco discutibile, gestita da funzionari della Regione Veneto, autorizza una centralina elettrica a 100 metri dal Ponte di Bassano. Il Comune di Bassano non la vuole, illustri bassanesi non la vogliono, Italia Nostra non la vuole, 12.000 cittadini firmano una petizione per dire che non la vogliono... e i nostri politici in Regione cosa dicono?”
Il vicesindaco Roberto Campagnolo. Foto: Facebook / archivio Bassanonet
Ecco cosa dicono i politici in Regione: “Come dovrebbe essere ben noto a un amministratore - dichiara oggi Bottacin - anche gli enti pubblici si devono attenere alle norme di legge, pur se non le condividono. Esattamente come quando un sindaco emette l'autorizzazione a costruire per un edificio, anche se non ne condivide la costruzione. Se il proponente ne ha i titoli, il sindaco non può fa altro che autorizzare.”
“Ma dirò di più - puntualizza Bottacin entrando nel merito normativo -. Il decreto legislativo 387, ovvero la legge statale che norma tutti gli impianti da fonti rinnovabili, all'articolo 12 (razionalizzazione e semplificazione delle procedure autorizzative) recita testualmente: ‘Le opere per la realizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili, nonché le opere connesse e le infrastrutture indispensabili alla costruzione e all'esercizio degli stessi impianti, autorizzate ai sensi del comma 3, sono di pubblica utilità ed indifferibili ed urgenti’.”
“Ed ancora - cita l’assessore regionale -, ‘La costruzione e l'esercizio degli impianti di produzione di energia elettrica alimentati da fonti rinnovabili, gli interventi di modifica, potenziamento, rifacimento totale o parziale e riattivazione, come definiti dalla normativa vigente, nonché le opere connesse e le infrastrutture indispensabili alla costruzione e all'esercizio degli impianti stessi, sono soggetti ad una autorizzazione unica, rilasciata dalla Regione’.”
“È del tutto evidente quindi - prosegue l’esponente della giunta Zaia - che la Regione, anche qualora non condividesse un intervento, non ha possibilità discrezionali a causa di una legge statale che, come noto, è di rango superiore alle leggi regionali.”
“Pertanto appare del tutto imbarazzante - conclude Bottacin - che un amministratore attacchi la Regione, tanto più se appartiene a un partito di governo, che incentiva economicamente gli impianti idroelettrici. Lo Stato favorisce questo tipo di impianti sia dal punto di vista economico che dal punto di vista dell'iter autorizzativo e lui se la prende con la Regione: Assolutamente assurdo.”
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