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Il “caso” Balasso
L'attore, su facebook, parla del suo “no” all'invito ad aderire a una manifestazione a Bassano. “Usare un comico per attirar gente alla propria causa non è dissimile dal ragionamento del potere che usa l'informazione per orientare le masse”
Pubblicato il 10-08-2013
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Una delle cose interessanti di chi fa il mio lavoro, e cioè quello di riportare i fatti e anche - spesso e volentieri - di commentarli, è che molte volte si sa dove si parte ma non si sa dove si arriva. Soprattutto sul web.
Un caso emblematico di questo strano destino dell'informazione on line è l'articolo (“Il grande Balasso”) dedicato allo spettacolo di Natalino Balasso, andato in scena giovedì sera al Castello degli Ezzelini nell'ambito del cartellone di Operaestate Festival Veneto.
Un reportage nel quale ho concentrato la mia attenzione sulle grandi capacità di “affabulatore” dell'attore comico di Porto Tolle, che in quasi due ore e mezza di incalzante ed esilarante monologo ha conquistato a pieni voti il pubblico da sold out accorso a Bassano del Grappa per vederlo ed applaudirlo.

Natalino Balasso durante l'Aperitivo teatrale di Operaestate Festival al Castello degli Ezzelini a Bassano (foto Alessandro Tich)
Poi, però, la percezione comunicativa sull'appuntamento di spettacolo e sul “personaggio” Balasso ha preso una piega diversa.
Ad arricchire di argomenti “imprevisti” il resoconto della serata con il mattatore rodigino, la discussione sorta nello spazio dei commenti all'articolo, dopo che un utente di Bassanonet ha criticato l'attore - che nell'intervista all'Aperitivo teatrale che ha preceduto lo spettacolo aveva affrontato diversi temi impegnativi, dalla religione alla cultura e dalla satira alle “catene” imposte dalla pubblicità - in termini molto critici.
“È un lavoro, il suo .. - ha scritto il nostro utente piergiorgio -. Prestigiatore di parole per fini economici. Tutto lecito, più che lecito, professionale. Ma non passi il messaggio che sia davvero interessato ai problemi che lo circondano; anzi, se ne frega altamente. Prendere posizione non porta schei, vero Balasso?”.
All'origine della polemica - come ho poi spiegato io in un post della discussione -, un episodio accaduto al termine dell'Aperitivo teatrale quando Balasso, avvicinato da un gruppo di persone, è stato invitato dalle stesse a partecipare a una manifestazione contro la Superstrada.
“Non partecipo a nessuna manifestazione - ha risposto l'attore, a poca distanza da chi vi scrive -. Sono sempre in giro per lavoro, e quando non lavoro sto a casa mia.”
Per il resto degli interventi scaturiti da questo episodio, vi rimando alla discussione correlata a quell'articolo.
L'aspetto nuovo e significativo della vicenda è che oggi lo stesso Balasso ha ritenuto di intervenire sulla sua pagina facebook a riguardo del fatto accaduto a Bassano, sul quale sta montando un vero e proprio “caso”.
“Ricevo mail indignate di gente che a Bassano mi ha chiesto di partecipare a una manifestazione contro la pedemontana - scrive l'attore e autore teatrale sul social network -. Io ho risposto seccamente che non avrei partecipato, perché so che avrei anche potuto dire mi spiace sono impegnato, ma preferisco essere sincero: non VOGLIO profittare di una manifestazione per accattivarmi le simpatie del pubblico senza conoscere la situazione, per puro spirito di apparizione e di antagonismo a priori.”
“Ma la ragione è un'altra, l'ho detto in tutte le salse e lo ripeto - prosegue Balasso -. Tutto ciò è contrario a ciò che io ritengo debba essere un cittadino cosciente. Non c'è nessuna differenza tra Celentano che mi dice di non votare Berlusconi e Iva Zanicchi che mi dice di votarlo, fanno parte dello stesso ragionamento malato: lo spettacolo del vivere civile. Usare un comico di grido per attirar gente alla propria causa non è dissimile dal ragionamento del potere che usa l'informazione per orientare le masse. Perché il problema sono proprio quelle masse le quali bovinamente voltano la testa solo se attirate da un megafono ma che il giorno dopo tornano a mangiare la corruzione di sempre. Il mio impegno, nel poco tempo che mi lascia a disposizione il mio lavoro, preferisco profonderlo nello scrivere queste righe e vedere se qualcuno si sveglia.”
“Per qual motivo - continua il comico - dovrei andare in Val di Susa, in un territorio che mi è sconosciuto a predicar cosa bisognerebbe fare, con tutta la simpatia che posso avere per chi dedica il proprio tempo a quella protesta?
Il fatto è che molta gente pensa che questo sia un atto dovuto. Dovuto a cosa? Perché? È lo stesso motivo per cui non mi vedrete sostenere una campagna per un partito politico (e potete immaginare in quanti me lo chiedono, tutti convinti che io, che già passo a casa mia 10 giorni l'anno, abbia 30 ore al giorno a disposizione), e non mi vedrete sostenere un candidato anche se lo conosco.
Dopo anni che rompo le balle a tutti dicendo che ognuno deve pensare con la sua testa, ci manca solo che mi occupi di persuasione occulta!”.
L'intervento su facebook di Natalino Balasso (www.facebook.com/natalino.balasso/posts/561018347288625) sta suscitando una fila di reazioni sul social network, in gran parte d'accordo con lui.
Ed ecco che, senza neanche volerlo, un piccolo incidente di percorso avvenuto sul belvedere del Castello degli Ezzelini sta suscitando una grande e partecipata discussione su un tema che - in questa Italia che non finisce mai di sorprenderci - è ormai diventato di emergente attualità, e non da oggi: e cioè l'opportunità di affidare ai comici, e al loro potere di farsi ascoltare dalle masse, le battaglie sociali del nostro Paese.
Ma guarda un po': all'Aperitivo teatrale con Balasso, causa i tempi stretti che avevo giovedì sera, quasi quasi non ci volevo andare. Che cosa mi sarei perso...
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