Connessioni contemporanee
Un dialogo col presente
4-11-18 Settembre 2025
16 Sep 2025 16:44
16 Sep 2025 16:07
16 Sep 2025 15:27
16 Sep 2025 15:20
16 Sep 2025 14:21
16 Sep 2025 14:17
16 Sep 2025 17:18
16 Sep 2025 17:04
16 Sep 2025 16:34
In Italia, si sa, arriva sempre tutto dopo. Soprattutto se si tratta di musica: il rock, la disco, la dubstep – vabbè, l'importante è che le cose arrivino.
Ed è arrivata dopo anche la chillwave, e in molti se ne sono (giustamente) innamorati.
È musica estiva e per lo più allegra, ma di quell'allegria un po' malinconica per la stagione che finisce sempre troppo presto.
Proprio in estate, TUTTA l'estate (precisamente dal 22 giugno al 26 agosto) si svolge a Padova il neonato Radar Festival, nella suggestiva location del Bastione Alicorno.
E proprio al Radar Festival, venerdì scorso, 23 luglio, ha suonato uno dei nomi di punta della scena chillwave, Washed out.
(In apertura, MillionYoung, altro pezzo grosso del genere.)
Colpisce subito il luogo scelto come cornice del festival: tranquillo e decisamente azzeccato. I concerti si tengono all'interno del bastione, nella sala sotterranea principale dell'antica costruzione.
Sebbene le prime uscite (autoprodotte e decisamente lo-fi, la prima addirittura pubblicata su cassetta) fossero opera della one-man-band Ernest Greene, la formazione live è invece composta da 5 musicisti (batteria, chitarra, tre tastieristi), tra cui anche la moglie di Ernest, Blair. Le canzoni di Greene, composte inizialmente nella sua camera di Perry, Georgia, fondamentalmente elettroniche e downtempo, acquistano nel live una nuova vita, anche grazie all'energia dei musicisti e al calore del pubblico.
Molti i brani dei primi due lavori, come Belong e New Theory, accolti con entusiasmo dal pubblico, ma anche alcune canzoni dell'ultimo album Within And Without, uscito a luglio per la Sub Pop, la cui copertina troneggia sopra al palco.
Ernest e compagni si divertono, e si vede (è sempre bello vedere un musicista eseguire i suoi pezzi col sorriso).
Atmosfere sognanti, agrodolci, linee di synth vagamente anni Ottanta e ritmi ballabili, coronati dalla bella voce di Greene e dai cori della moglie e dell'altro tastierista (che, tra l'altro, indossava un sobrio copricapo da indiano).
Le canzoni scorrono veloci, una dopo l'altra, quasi senza pause per un'ora (più un doveroso bis) davvero piacevole.
Insomma, la chillwave sarà (stata) pure una meteora del panorama musicale degli anni 00, e Washed Out di certo non rivoluzionerà la storia, ma alcuni personaggi di questa "scena" sono decisamente destinati a fare ancora parlare. Per lo meno Washed Out; andate a vederlo se ne avete l'occasione.