Di tutto e di Pooh
La storica band italiana sul palco di Marostica

Avete presente le immagini dei concerti dei Beatles, in cui si vedono ragazzine urlanti che si strappano i capelli per l'emozione? Ieri sera abbiamo assistito a una scena simile, ma la folla urlante non era composta da adolescenti al loro primo concerto, bensì da donne mature, per lo più accompagnate da mariti compiacenti. Il concerto era quello dei Pooh, che dopo più di 40 anni di carriera hanno ancora l'appeal necessario a far scatenare sotto il palco decine di madri di famiglia. La location era quella, straordinaria, della Piazza degli Scacchi di Marostica, affollata di fans per l'occasione.
In una realtà musicale in cui ragazzini in vetta alle classifiche faticano a raggiungere l'ora e mezza di concerto, Roby Facchinetti, Red Canzian e Dodi Battaglia hanno intrattenuto il loro pubblico per quasi tre ore, suonando pezzi tratti dal loro ultimo cd "Dove comincia il sole" alternati ai brani più famosi che hanno fatto la storia della band italiana. Contraddistinti dall'usuale energia e passione per il loro "strano mestiere, la musica", i tre musicisti hanno saltato, ballato e suonato per tutta la sera, dando anima e corpo ai loro entusiasti spettatori.
Sul palco l'assenza di Stefano d'Orazio, che ha lasciato il complesso due anni fa per dedicarsi a progetti (e a vita) privati, non ha pesato, grazie anche al riassetto voluto da Roby, Red e Dodi, che hanno coinvolto nelle loro performance altri tre eccezionali musicisti: il loro storico collaboratore Danilo Ballo alle tastiere, il chitarrista di fama internazionale Ludovico Vagnone e il giovanissimo batterista Phil Mer (che nonostante l'età ha già lavorato con Malika Ayane e Pino Daniele, per citarne solo due), figlio della compagna di Red, a dimostrazione, ancora una volta - come loro spesso asseriscono - che i Pooh sono e rimangono una grande famiglia. Roby, Red e Dodi in più di un'occasione hanno parlato di "re-start", perché l'abbandono di D'Orazio, per loro, non ha significato la fine dei Pooh, ma l'avvio di una nuova era. Ne è una prova il CD "Dove comincia il sole", una raccolta di canzoni piene di speranza e di apertura verso nuove influenze, di ampio respiro e immaginazione. E significativamente Roby, Red e Dodi hanno deciso di aprire il concerto proprio con il lungo brano da cui ha preso il titolo il CD.
Per la prima ora di concerto il pubblico è rimasto ordinatamente seduto in platea; poi, appena sono state accennate le prima note di "Amici per sempre", come un tacito segnale largamente riconosciuto, il pubblico si è alzato in blocco ed è accorso a scatenarsi sotto il palco. Tra la folla, oltre alle già citate signore urlanti scorgiamo anche ragazzi più giovani, e perfino bambini che indossano con orgoglio la maglietta di un vecchio concerto. Sotto a quel palco ci sono almeno tre o forse quattro generazioni e restiamo incantati nel constatare quanto questa immagine sia una fotografia ideale della storia musicale italiana.
Dopo il concerto, Roby ci ha anche invitati due minuti nel backstage, mentre si preparava a partire alla volta di Padova, dove i tre irriducibili questa mattina hanno tenuto una conferenza stampa.
"Hai visto che il tempo ha tenuto? E' stato merito mio…" mi dice mentre si infila il giubbotto. "Vedi questa medaglietta di Gesù?" e mi indica il bracciale che tiene al polso destro "ho pregato prima del concerto perché non piovesse. E ha funzionato!" Ci interrompe il suo staff che lo vuole scortare alla macchina ma lui, molto gentilmente si trattiene ancora qualche minuto con noi. Gli faccio i complimenti per il concerto e lui, energicamente ribatte "Lo so, questo è il lavoro più bello del mondo, speriamo che stare con noi questa sera vi sia piaciuto. Noi non ci pensiamo proprio a scendere dal palco…" e noi non possiamo fare a meno di pensare alla recente notizia del ritiro dalle scene di Vasco Rossi, di otto anni più giovane di Roby Facchinetti. Ci lascia di malavoglia, trascinato via dalle sue guardie del corpo, ma è visibilmente provato dalla performance e non lo tratteniamo oltre. Scorgiamo anche Red e Dodi, ma sono impegnati con i parenti di Alex, il giovane fan dei Pooh, deceduto il mese scorso a Torri di Quartesolo a bordo della sua auto, e a cui Roby, Red e Dody hanno dedicato il concerto di ieri sera.
Preferiamo non disturbare, e ci allontaniamo con discrezione, passando tra la folla di fans ansiose che, all'uscita del backstage ci interrogano sui componenti della band e ci dicono che staranno ancora un po' lì ad aspettare per vedere se riescono a strappare un autografo. È quasi l'una di notte e sicuramente la maggior parte di quelle signore questa mattina doveva andare al lavoro. "Ma si fa questo e altro per i Pooh!" ci dicono mentre ci allontaniamo stupefatti.
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