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Laura Vicenzi
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Barbablù - La camera di sangue
Venerdì 25 febbraio a Marostica uno spettacolo di teatro-danza che propone una riflessione profonda e alternativa sul concetto di Pari Opportunità
Pubblicato il 25-02-2011
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Venerdì 25 febbraio alle ore 20.30 presso l’Aula Magna della Scuola Dalle Laste di Marostica viene proposto uno spettacolo di teatro-danza flamenco intitolato Barbablù- La camera di sangue. L’appuntamento è organizzato dalla Commissione intercomunale per le Pari Opportunità di cui fa parte il paese di Marostica in collaborazione con il Centro Risorse Pari Opportunità della Provincia di Vicenza. La Compagnia unYdos che mette in scena la rappresentazione ha tratto ispirazione dal testo omonimo di Angela Carter, The Bloody Chamber, una riscrittura al femminile della celebre favola pubblicata nel 1697 da Charles Perrault, un testo che mette in contatto con gli aspetti più profondi dell’umano e del femminino. L’autore del racconto originale, un Accademico alla corte di Luigi XIV, aveva intrecciato la fiaba sulle vicende di Gilles De Rais, un luogotenente di Giovanna d’Arco condannato a morte nel 1440 dopo un lungo processo che l’aveva giudicato colpevole dell’uccisione di centinaia di ragazzini. I protagonisti di Barbablù: un uomo di potere, la sua infelicità profonda causata dalla non accettazione della diversità, l’odio e la ferocia, e le donne che incomprensibilmente lo circondano. La moglie di Barbablù, l’ultima, per salvarsi deve trasgredire una legge e scendere negli abissi della cantina, deve capire cosa si nasconde nella grande “casa” dietro la porta chiusa. Ci sono temi che riconducono alla mitologia nella favola nera che si ascoltava con le mani pronte sugli orecchi nei dischi gracchianti dell’ ”A mille ce n’è… ”: i temi della caduta e della punizione, come quello della disobbedienza alla divinità/al potere, sono comuni a tanti racconti che arrivano dalla notte dei tempi. L’inabissarsi nella cantina, in contrapposizione al salire curiosi in soffitta, rappresenta il contatto forte delle donne con il proprio inconscio, e l’ingresso nello specchio che riflette illusioni e errori dà la possibilità di uscire dalla distorsione e di cercare il riscatto. Lo spazio scenico nello spettacolo è totalmente avvolto dalla voce di Barbablù che incombe senza mai manifestarsi. Rinchiuse nelle segrete del suo castello, la camera di sangue, due donne danzano un dialogo interno alla psiche femminile: una di loro rappresenta il passato, la sposa già divorata, l’altra il presente, la sposa ingenua che, con un atto di coscienza, potrà accedere alla verità più profonda impugnando la chiave insanguinata della conoscenza. Una riflessione profonda e alternativa, proposta attraverso i linguaggi della favola, della danza e il teatro, sul concetto di Pari Opportunità.

illustrazione di Caterina Giuliani
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