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Tiri nello specchio del Como, manco uno. Cioè zero. Niente, niet, nisba. Primo calcio d'angolo battuto dai lariani al minuto 28 del secondo tempo. E ancora: metà ripresa in superiorità numerica senza nemmeno fare un tiro a Rossi, fosse anche una telefonata urbana con avviso di chiamata. Macchè, nemmeno quello. L'unico brivido reale è stato in pieno recupero un retropassaggio scellerato che ha innescato Le Noci steso al limite e per le spicce da Priola, senza che l'arbitro, peraltro a due passi, intervenisse. E dunque il Como a cosa può aggrapparsi? All'osso della polenta forse, ovvero a qualcosa che non esiste. Obiezione legittima: il Bassano non ha preso a schioppettate i pali comaschi. Vero anche questo, ma a comandare le operazioni c'erano solamente i giallorossi, visto che trame e offensive ripetute (e quasi mai dovutamente finalizzate) sono state tutte del Soccer Team. Che, giova ribadirlo, ha sempre il difettuccio di rimirarsi un po' troppo, compiacersi di quanto è figo a palleggiare nell'area altrui, ma stangare quasi mai. E siccome da qualche settimana la fase difensiva dei fanti di Asta è mirabile (nel senso che non concedono un accidente), quando i rivali hanno una mezza chance di avvicinarsi ai sedici metri, a differenza dei boys Diesel, calciano subito, perchè chissà mai se ricapita di nuovo. E in ogni caso, al di là di qualche minaccia e di un paio di percussioni trancianti che hanno messo a soqquadro la retroguardia lombarda, Bassano il suo bel rigore ineccepibile è andato a cercarselo con una serpentina di Nolè nel traffico, una magata a cui Marchi ha abboccato stendendolo di brutto a metà ripresa. Un attimo dopo che Cristofori si era fatto cacciare ingenuamente pareggiando il vantaggio numerico del rosso a Pietribiasi al tramonto del primo tempo. Poi quel penalty Nolè l'ha calciato da stilista mandando per aria il portiere e il cuoio sul lato opposto.
Dopo la Virtus ha sagacemente e sapientemente gestito, il Como si è fatto di nebbia (esattamente come prima) e nel preciso momento in cui i lariani sono rimasti in 9 al minuto 85 per l'espulsione di Marchi, poi in ripartenza Bassano ha sfiorato pure il bis. E in merito al cartellino a Pietribiasi, è stato provocato (trattenuto reiteratamente da Fautario e lui c'è cascato un po' troppo superficialmente. Ma vorrei sapere perchè se l'arbitro non ha visto e non ha notato nulla l'assistente a 10 metri dalla scena incriminata, abbia invece scorto tutto l'occhio di falco del primo guardalinee, posizionato dall'altra parte del campo a oltre 50 metri dall'episodio. Probabilmente è un fuoriclasse della categoria che l'anno venturo verrà promosso senza remore in B, eppure è lo stesso che mezz'ora prima non aveva ravvisato una rimessa laterale solare a 5 metri da lui che persino chi scrive (miope conclamato) aveva annotato in postazione stampa nel punto più alto della tribuna centrale. Ripeto, con ogni probabiilità l'ha vista giusta, ma talvolta temo che l'eccesso di protagonismo di qualche componente della terna li spinga a salire spesso in cattedra e magari inopinatamente.
E comunque Bassano guida da solo e con una gara in meno, sospinto da una bella cornice di pubblico (quasi 1.400 anime, niente affatto male per un freddo lunedì sera autunnale), saluta i 7 gol di Nolè e insomma tanto olio, sale e pepe. Poi però domenica a Venezia la squadra è dimezzata: Pietribiasi, Bizzotto e Nolè saranno appiedati dal giudice sportivo, Zanella è rotto e Cattaneo è ancora in forte dubbio e si andrà perciò in Laguna coi cerotti e con le bende. Ma sarebbe stao molto peggio presentarsi al completo e senza il malloppo in cassa. Senza soprattutto l'ebbrezza e il sottile profumo che regala l'aria salubre della cima. Solo fino a Sant'Elena? Può essere. Ma intano molto meglio di niente, c'è chi pure attrezzatissimo la vetta non la scala mai e poi mai.

Bassano comanda solitario la Lega Pro con una gara in meno (FOTO ROBERTO BOSCA)
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