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Brassaï. L’occhio di Parigi

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Brassaï. L’occhio di Parigi

Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Politica

Me diga, presidente

Il consigliere regionale di Europa Verde Renzo Masolo si rivolge al governatore Luca Zaia sulla questione della diga sul Vanoi e lo invita a partecipare sabato prossimo alla manifestazione contro il contestato progetto a Lamon

Pubblicato il 30-09-2024
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Brassaï. L’occhio di Parigi

Per l’occasione si è fatto fotografare nella sua Bassano del Grappa, sul Ponte e anche sulla riva di via Macello davanti al Ponte, con un cartello con la scritta “No diga sul torrente Vanoi”.
Masolo per questa occasione.
Renzo Masolo, consigliere regionale di Europa Verde, non molla la presa sulla questione del discusso progetto del Consorzio di Bonifica Brenta che trasformerebbe l’attuale Val Cortella, o Valle del Vanoi, connotata da un forte rischio idrogeologico e ubicata in territorio trentino (anche se la diga sorgerebbe nel Comune bellunese di Lamon), in un invaso di oltre 30 milioni di metri cubi d’acqua a disposizione della pianura agricola vicentina e padovana lungo l’asta del Brenta in caso di siccità.

Il consigliere regionale Renzo Masolo

“Diga Vanoi: Regione veneto consapevole dei rischi, basta ambiguità. Zaia partecipi alla manifestazione a Lamon.”
È il titolo del comunicato stampa trasmesso oggi alle redazioni da Masolo, che dichiara al riguardo:
“La costruzione della diga sul Vanoi non è a rischio zero. Lo scrivono nero su bianco i tecnici della Regione, i cui timori si sommano a quelli manifestati dai cittadini, dai comitati e dagli amministratori locali.”
“Tramite accesso agli atti - rivela il consigliere regionale -, ho potuto acquisire la nota inviata dalla Regione del Veneto al Consorzio di Bonifica Brenta relativa al DOCFAP (Documento di fattibilità delle alternative progettuali), all’interno del quale si confrontano quattro alternative progettuali, oltre alla cosiddetta ‘opzione zero’.” “L’analisi dei progetti è costruita su cinque criteri, tra i quali quello geologico - prosegue -. Evidenziando la geologia dell’area interessata, si rilevano le criticità insite alla morfologia dell’area in questione, sia nel territorio di competenza della Regione del Veneto, sia in quello di competenza alla Provincia di Trento, quest’ultimo classificato con grado di pericolosità idrogeologico elevato, con fenomeni franosi già evidenti.”
“Le analisi e le valutazioni contenute all’interno del DOCFAP - aggiunge l’esponente di Europa Verde - non forniscono alcuna garanzia rispetto alla assoluta sicurezza della diga. Inoltre, si evidenzia come la Regione del Veneto, dovendo garantire la sicurezza dei cittadini e del territorio, afferma l’inconsistenza del rischio zero per la Diga del Vanoi.”
“Da tutto questo si evince l’esplicita contrarietà, da parte dei i tecnici della nostra Regione, al progetto - afferma la nota stampa -. Quindi, alla luce di questa contrarietà, ritengo che sia giunto il momento di porre fine al valzer di dichiarazioni contrastanti a riguardo della diga del Vanoi.”
“Zaia venga in consiglio regionale a suggellare il No al progetto, di fronte a quei consiglieri della sua stessa maggioranza che sono i reali sponsor politici di questa diga - incalza lo scrivente -. Ma al presidente Zaia mi rivolgo con un ulteriore invito: quello a partecipare alla manifestazione, organizzata dal Comitato di cittadini che si oppongono alla costruzione della diga sul Vanoi, prevista per sabato 5 ottobre a Lamon (BL).”
“I cittadini - conclude Renzo Masolo - si aspettano che il presidente della loro Regione manifesti al loro fianco; Zaia e la sua maggioranza non ignorino il grido di allarme dei cittadini. Io sarò presente.”
Da parte del consigliere regionale di minoranza viene dunque lanciato un chiaro invito al presidente della Regione Veneto al quale, in ogni caso, il governatore Zaia sarebbe tenuto a rispondere, sia che intervenga o meno in consiglio regionale “a suggellare il No al progetto” della diga del Vanoi e sia che partecipi o meno alla manifestazione di Lamon di sabato prossimo.
Insomma: me diga, presidente.

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