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Rinascimento in bianco e nero

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Rinascimento in bianco e nero

Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Attualità

Sgarbi Quotidiani

Intervista al sottosegretario Vittorio Sgarbi sulle notizie che lo riguardano, a margine della presentazione del riallestimento del Museo Civico di Bassano. “È una poltiglia di insensatezze. Vogliono impedirmi di essere Sgarbi. Non ci riusciranno”

Pubblicato il 27-10-2023
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Rinascimento in bianco e nero

“Questi per me non sono giorni facili.”
È l’unico riferimento del sottosegretario di Stato alla Cultura Vittorio Sgarbi alle notizie di cronaca nazionale che lo riguardano, nel corso del suo intervento in sala Chilesotti alla conferenza stampa di presentazione del nuovo allestimento del Museo Civico di Bassano e della mostra fotografica di Dorothea Lange, di cui mi occuperò nei miei articoli successivi.
E che per Sgarbi non siano giorni facili, è evidente.

Il sottosegretario Vittorio Sgarbi a Bassano (foto Alessandro Tich)

L’indagine della Procura di Roma per sottrazione fraudolenta di pagamento delle imposte (per un’opera comprata a un’asta nel 2020 dalla sua fidanzata e il cui reale acquirente, secondo l’accusa, sarebbe lui); i cachet “d’oro” per conferenze, mostre e consulenze; il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano che si dice “indignato” per le attività parallele e a pagamento del sottosegretario, su cui ha chiesto lumi all’Antitrust, eccetera eccetera: gli articoli al pepe nero pubblicati su Sgarbi da Il Fatto Quotidiano, ripresi da tutte le altre testate nazionali, ne fanno inevitabilmente l’uomo del giorno.
Nonostante l’offensiva mediatica e la bagarre politica di queste ore nei suoi riguardi, quello che interviene a Bassano è uno Sgarbi apparentemente disteso, a tratti anche spiritoso e comunque brillante come sempre, in un campo - come quello dell’arte - dove non teme confronti. Per tutto il tempo del suo discorso, il sottosegretario alla Cultura rimane rigorosamente dentro i binari dell’intervento istituzionale, anche se sempre e inevitabilmente alla Sgarbi-style.
Per “stanarlo” sugli Sgarbi Quotidiani - quelli tirati fuori da Il Fatto Quotidiano - bisogna pertanto portarlo sull’argomento con domande mirate, a conferenza stampa conclusa.

Gli chiedo dunque che cosa abbia da dirci sulle notizie di queste ore.
“Vorrei dire una cosa sola - risponde -. È una poltiglia di insensatezze. Io non ho nessuna incompatibilità. Io parlo d’arte sempre e dovunque. Oggi ho parlato d’arte qui a Bassano. È istituzionale, sono il sottosegretario nel Museo Civico. Ma se mi chiama il Rotary, perché devo andare gratis? Dovrei vivere alla fame? Avendo case, macchine, dipendenti, faccio una conferenza come faccio da una vita e dovrei smettere di parlare d’arte, anche gratis, perché sarebbe incompatibile col fare il sottosegretario? È un’accusa così violenta, che viene dalla delazione di un mio collaboratore che ha raccontato queste cose. Vado a presentare il pittore Azzinari a San Demetrio Corone e faccio un testo per il suo catalogo e non devo essere pagato?”
“Non capisco perché c’è questa mania - prosegue -. E siccome il denaro è lo sterco del diavolo, se io faccio una conferenza su Canova per Antiga, vorranno pagarmi oppure devo andare lì a dire “no, sono qua e faccio beneficenza”? Quando leggo queste cose, messe in quel modo sembrano che io sia uno assetato di denaro. Prendo il denaro legittimo per le mie capacità, per essere un noto conferenziere. Quindi aspetto la verifica di queste mia incompatibilità che si è dimostrata inesistente. Sono andato in una rosticceria e ho parlato dei polli nell’arte. Parlo del vino nell’arte, vado al Vinitaly e devo andarci gratis? È una poltiglia di insensatezze.”

Riguardo invece all’accusa di sottrazione al pagamento delle imposte, la definisce “una balla assoluta”.
“Parlano di quello che loro presumono - dichiara il sottosegretario -. Cioè, la mia fidanzata non può avere un quadro, che compra lei, che è notificato perché tutte le mie opere sono notificate a suo nome. Sembra che la donna di qualcuno debba essere una sua dipendente. Per questo esiste l’inchiesta che io abbia usato lei, che è un’inchiesta senza senso. Non può esserci nessuna inchiesta perché io ho fatto la rottamazione e do 34.000 euro al fisco ogni mese.”
“È tutto regolare - aggiunge -. Il giornale Infetto Quotidiano cerca di trasformare delle cose normali in delitti. Non sono delitti. Oggi ho visto che mi ha attaccato anche Scanzi. Cioè Scanzi, siccome non è sottosegretario, può andare in un teatro ed essere pagato. Io siccome lo sono, non dovrei essere pagato. Non si capisce il perché. Dov’è l’incompatibilità?”
Questo vale anche per la Fondazione Canova di Possagno, di cui è il presidente.
“Io faccio molta attività gratuita - afferma il professore -. Faccio gratis il sindaco, gratis il presidente di Ferrara Arte, gratis il presidente del Mart di Rovereto, gratis il presidente del Museo di Riva, gratis il presidente di Possagno. Tutto gratis. Però anche quello dovrebbe essere incompatibile. E invece no, perché l’Agcom ha detto che quello è compatibile. Che io faccia nella mia vita il raccontatore d’arte, quello che faccio da cinquant’anni, in gioco è Sgarbi. Non è il sottosegretario. Loro vogliono impedirmi di essere Sgarbi. Non ci riusciranno.”

Secondo i resoconti di stampa, ci sarebbe un attrito col ministro Sangiuliano.
“Ah, non c’è dubbio. Da quello che ho letto - replica Sgarbi -. Io non ho attriti con lui, perché per avere attriti occorre avere delle ragioni. Lui vuole dimostrare di essere moralmente più rigoroso di me. Faccio un esempio che lo riguarda. Se il ministro fa un libro - io ne ho fatti centinaia, lui ne ha fatti decine - ha un editore? L’editore gli fa il libro senza i diritti d’autore? Non gli dà un anticipo? Ora lui può dire: io i diritti d’autore li do in beneficenza. Ma non è obbligato. Tutto quello che mi può essere rimproverato è l’attività editoriale, di cui si è occupato l’Agcom. Non avrei neanche avrei potuto più scrivere d’arte sul Giornale, su Panorama e sul Corriere. Una conferenza in un teatro è come un libro, entrambe sono pagate. Quindi il ministro, che intende dimostrare il suo rigore morale rispetto a dei principi di deontologia, dice che è la Costituzione. La Costituzione non impedisce di lavorare.”
“Io lavoro più di molti miei colleghi e più sicuramente del ministro, per quello che riguarda la diffusione dell’arte - prosegue -. Io parlo d’arte. Lui non parla d’arte. Parlando d’arte non credo di essere fuori dalla mia funzione istituzionale. Perché non mi occupo di cose materiali, ma di parole. La valorizzazione del patrimonio, che io faccio, non è materia del ministero che si occupa della tutela, della conservazione. Quindi io non devo dire nulla contro Sangiuliano e sono stupito che lui dica qualcosa contro di me.”
“Quello che io ho fatto in questi cinquant’anni di vita è il racconto dell’arte - è uno dei momenti top dell’Ego sgarbiano -. Che è quello che faccio nella mia funzione istituzionale. Che non è quella di essere sottosegretario, ma di essere Sgarbi. La mia istituzione di chiama Sgarbi. Io sono Sgarbi e come Sgarbi racconto. Se vogliono impedirmelo, questa diventa una forma singolare di censura.”

Non manca, a questo punto, persino un episodio da libro “Cuore”.
“Il portiere dell’hotel Palladio, quando sono arrivato ieri sera alle due di notte, mi ha detto “grazie” - racconta Sgarbi -. Io pensavo “grazie perché ha scelto il nostro albergo”. Lui mi ha detto: “Io ho fatto quindici anni di scuola, ho fatto cinque anni di alberghiero e tutto quello che so di Canova l’ho imparato nelle due ore in cui sono venuto a una sua conferenza al Museo di Possagno nel 2017. Le sono grato.” L’ho voluto registrare, perché era commovente. Sono andato a dormire meno preoccupato. Credo che nessuno lo dica a molti che mi attaccano, che mi è riconoscente per una cosa che gli ho dato”.
“Questa è la mia vita e non posso rinunciare alla mia vita perché è incompatibile col ruolo di sottosegretario - ribadisce -. E quindi dico a Sangiuliano: credo che quello che tu hai detto non sia vero. Io non avrei mai detto niente di questo genere di lui e di altro, rispettando le identità di ognuno. La sua è di essere uno scrittore di storia, la mia di essere un critico d’arte. Ognuno fa il suo lavoro. Lui non ha smesso di essere uno scrittore di storia perché fa il ministro.”
Nessuna possibilità, infine, di tener conto di eventuali richieste a fare un passo indietro e dimettersi da sottosegretario:
“Non ho mai fatto un passo indietro in vita mia. Se vogliono, si devono spostare loro.”
Così parlò Vittorio Sgarbi ai giornalisti in sala Chilesotti a Bassano, a margine della conferenza stampa per la presentazione del Museo Civico rinnovato, sugli Sgarbi Quotidiani che questa volta non sono i suoi.

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