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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
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Le tante vite di Ilario

Lontano dai riflettori, protagonista nella vita e nello sport. Ricordo del bassanese Ilario Stragliotto, detto “il prof”, preparatore atletico di Mantova e Vicenza Calcio e non solo, scomparso improvvisamente nei giorni scorsi

Pubblicato il 19-02-2023
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Ci sono persone che raggiungono i massimi livelli nel loro lavoro, ma non lo gridano ai quattro venti, mantenendo sempre la discrezione, lontano dai riflettori.
Una di queste era Ilario Stragliotto.
La sua è stata una figura dai molti volti: infermiere e poi assistente sanitario, calciatore da giovane e quindi arbitro di calcio, allenatore di calcio, preparatore atletico degli arbitri e successivamente di due squadre importanti come il Mantova e il Vicenza, medico osteopata e posturologo. Sono state le tante vite di Ilario, che lui ha sempre onorato con competenza e professionalità.

Ilario Stragliotto (1961 - 2023)

Persona di grande sensibilità e cultura, vantava un diploma all’Isef e ben tre lauree - in Scienze motorie, in Osteopatia e in Scienza e tecnica dello sport - oltre a un diploma in Riflessologia. “Vantava” per modo di dire, perché le medaglie da esibire in pubblico non rientravano nel suo carattere.
Stragliotto, detto “il prof”, era nato a Bassano e abitava a Romano d’Ezzelino.
È scomparso improvvisamente nei giorni scorsi, stroncato da un infarto a soli 62 anni.
Lascia la moglie Annamaria e i tre figli Nicola, Michele e Valentina.
Lo sport lo ha accompagnato da sempre nel suo percorso. Aveva iniziato a calcare i campi erbosi da giovane come calciatore, vestendo la maglia del Bassano.
Dopo gli studi aveva cominciato a lavorare come infermiere professionale all’Ospedale di Bassano, presso il quale avrebbe poi svolto l’incarico di assistente sanitario: 25 anni di servizio nella nostra Ulss.

Ma è il mondo del pallone che ne avrebbe consacrato le qualità umane e professionali.
Prima come allenatore delle squadre giovanissimi dell’AC Romano, poi ancora in panchina a San Giuseppe. La sua attività di preparatore atletico era iniziata a Rosà, prima tappa di una carriera che tra le altre cose lo avrebbe portato per anni a curare la preparazione motoria dei giocatori del Bassano Calcio.
Col tempo era diventato di casa a Coverciano, nel suo ruolo di preparatore atletico per conto della Figc degli arbitri di serie A, B e C che aveva svolto per oltre dieci anni. Faceva parte della categoria anche lui: aveva arbitrato nel campionato Interregionale e in serie D.
Ma la sua storia è stata principalmente tinta dal colore biancorosso, che accomuna le maglie del Mantova e del Vicenza. Aveva collaborato con Mimmo Di Carlo, allenatore della Primavera del Vicenza, e nel 2003 avrebbe poi seguito il mister a Mantova, in cinque anni incredibili che portarono la squadra del presidente Fabrizio Lori dalla serie C2 alla serie B e fino alla soglia, sfiorata di un soffio, della promozione in A.
Il “Mantova dei miracoli”: così venne chiamata la squadra di quelle irripetibili stagioni.
Stragliotto sarebbe rimasto nella città virgiliana altri due anni, con un nuovo allenatore, facendosi ancora apprezzare dai tanti calciatori che allenò ma anche dai tifosi.
Nel 2010-2011 il suo approdo a Vicenza, come preparatore atletico della prima squadra del Lane nelle stagioni di Rolando Maran e Silvio Baldini.
Basterebbe quanto scritto fino a qui per inquadrare la multiforme personalità di questo protagonista, discreto e riservato, nella vita e nello sport.
Ma c’è ancora altro, perché soprattutto negli ultimi anni Ilario Stragliotto aveva messo a frutto i suoi studi di Osteopatia e Riflessologia per svolgere l’attività di medico osteopata e posturologo plantare. La esercitava nello studio casa sua, continuando a studiare e ad aggiornarsi nel campo: il diploma di Master in Riflessologia lo aveva conseguito lo scorso dicembre. Fedele alla sua ritrosia ad esporre le medaglie in pubblico, non aveva appeso alle pareti né le lauree né i diplomi.
“Ogni persona che viene qui ha un problema - diceva -. Io devo studiare per trovare la soluzione.”

Per il tramite di un caro amico della famiglia, ovvero Sergio Dussin, incontro la signora Annamaria, moglie di Ilario, che mi riceve nella sua abitazione a Fellette.
C’è anche uno dei tre figli, Nicola, che gestisce un bar a Mussolente.
Il lutto purtroppo è ancora freschissimo, ma mi colpisce la disponibilità con cui accettano di raccontarmi la vita del loro caro, che ho cercato di ripercorrere nelle righe precedenti.
Ilario e Annamaria erano sposati da 36 anni, lei lo aveva conosciuto quando lui era ancora un giovane infermiere.
“Era un uomo molto tranquillo, quando mi emozionavo mi metteva a mio agio - mi dice la moglie -. Era una persona molto affettuosa. Non esprimeva tanto i suoi sentimenti, però li faceva capire a gesti. Noi avevamo i nostri piccoli gesti per capirci.”
Un uomo tanto impegnato in un settore come il calcio rincorso dai media, quanto poco propenso a comparire sulle prime pagine dei giornali.
“Era molto riservato - conferma la consorte -. Penso che non avrebbe neanche voluto essere sui giornali. Come i suoi diplomi, che non faceva vedere: era una cosa sua personale. Non si sarebbe mai messo in primo piano, non voleva farsi conoscere in giro. Era molto riservato, sì.”
Al funerale di Ilario Stragliotto sono venuti in tanti. Tra questi, alcuni esponenti di vertice della categoria arbitrale del Veneto e anche l’ex presidente del Mantova Lori.
Al di là del ricordo privato di suo marito, chiedo dunque ad Annamaria che ricordo pensa abbia lasciato il suo nel territorio, tra la gente.
“Per me un ricordo molto bello, perché lui secondo me ha lasciato tanto - mi risponde, cedendo per la prima volta alla commozione -. Dopo aver visto le persone venire al funerale, penso che abbia trasmesso tante cose belle.”
“Mio papà diceva sempre che “nel proprio piccolo bisogna fare tanto” - aggiunge il figlio Nicola -. Non voleva farsi pubblicità, voleva solo fare del bene alle persone.”

Questo racconto, che sta per concludersi, comprende anche l’ironia della sorte.
Proprio oggi, domenica 19 febbraio, allo stadio “Danilo Martelli” di Mantova si è giocata infatti la partita del Girone A di Serie C Mantova-L.R. Vicenza. Per la cronaca, è terminata con una goleada del Lane che ha stravinto per 6 a 2. Risultato e classifica a parte, è stato come se due delle tante vite di Ilario Stragliotto si fronteggiassero in sua memoria.
Nello stesso girone gioca anche il Pordenone, allenato da Mimmo Di Carlo.
Nell’anticipo di ieri la squadra friulana ha battuto in trasferta il Trento per 2 a 0.
Venerdì scorso, data della vigilia dell’incontro, era anche il giorno del funerale di Ilario.
Mimmo Di Carlo, bloccato dagli impegni del pre-partita, è stato quindi impossibilitato a partecipare alle esequie.
Ma siamo sicuri che avrà alzato gli occhi lassù, per salutare il suo preparatore.

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