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Ponte: il Tribunale di Vicenza rigetta il reclamo di Vardanega contro il pagamento della polizza fideiussoria per la risoluzione del contratto. Esulta il sindaco: “Riconosciuta la correttezza dell'operato dell'amministrazione comunale”

Pubblicato il 19-10-2018
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Dodici pagine. È il contenuto dell'ordinanza con la quale la Seconda Sezione Civile del Tribunale di Vicenza (presidente Marina Caparelli, giudice Paola Cazzola, giudice e relatore Stefania Caparello) ha rigettato il procedimento di reclamo promosso dalla Nico Vardanega Costruzioni Srl in liquidazione e da Giannantonio Vardanega contro la società di assicurazioni Reale Mutua e contro il Comune di Bassano del Grappa in merito al pagamento di 453.592,32 euro in escussione della garanzia della polizza fideiussoria contratta dalla Vardanega con l'agenzia di Treviso della Reale Mutua per l'appalto del Ponte degli Alpini. Pagamento imposto dall'Amministrazione comunale alla società assicurativa, che successivamente si rivarrà sul contraente, a seguito della risoluzione in danno del contratto di appalto.
Gran parte del dispositivo dell'ordinanza è costituito da un excursus dei principali passaggi dell'iter dell'appalto poi rescisso, comprendenti le osservazioni e le lamentele dell'impresa appaltatrice e le contro-accuse del Comune nel ruolo di stazione appaltante: tutte cose ben note ai nostri lettori e che in questa sede vi risparmio. La particolarità del provvedimento consiste nel fatto che il documento non si limita a ripercorre gli aspetti più propriamente legati al fronte assicurativo-contrattuale, ma entra pienamente anche nel merito dell'appalto dei lavori.
Scrive l'ordinanza, con il solito linguaggio contorto degli atti giuridici ma comunque comprensibile: “Nel caso di specie, le doglianze di parte reclamante - e fatte proprie altresì da Reale Mutua - si sono incentrate sulla arbitrarietà della condotta della Pubblica Amministrazione, sull'assunto che l'appaltante avrebbe escusso la cauzione sulla base del mero ritardo e, quindi, illegittimamente, dal momento in cui la ritardata esecuzione delle prestazioni sarebbe stata imputabile solo ed esclusivamente al Comune stesso, che non avrebbe immesso la società appaltatrice nella completa disponibilità del cantiere.”

Vardanega con sindaco e vicesindaco in sopralluogo al cantiere nel giugno 2017 (foto Alessandro Tich - archivio Bassanonet)

Ma per i giudici “occorre premettere che non risulta provato e, anzi, è inverosimile che il ritardo con cui sono stati eseguiti i modesti lavori di appalto sia imputabile al Comune”.
Il documento evidenzia che “il 2/3/17 vi è stata la consegna dei lavori all'impresa” e che “il 20/4/17 l'appaltatore ha presentato un resoconto con il quale ha mosso contestazioni al progetto dei lavori affidati, senza tuttavia far nota della mancata immissione dell'appaltatore nella disponibilità della spalla sinistra del ponte (cd. Spalla Nardini)”.
I giudici fanno quindi riferimento a una lettera della società appaltatrice al Comune del 11/5/17, nella quale “non solo non si fa alcun rimando alla mancata immissione in possesso della parte di cantiere sopra individuata, ma si richiedono informazioni in merito alla predisposizione delle ture e, quindi, si dà evidenza di attività che presuppongono la disponibilità degli spazi”.
Per il collegio giudicante occorre pertanto rilevare “non solo come il ritardo nei lavori non sia imputabile in alcun modo al Comune di Bassano, ma anche che Nico Vardanega Costruzioni abbia, in realtà, sin da subito non adempiuto correttamente a quanto statuito nel contratto siglato”. “L'ulteriore documentazione acquisita agli atti - è ancora un passo del dispositivo dell'ordinanza - dà ulteriore evidenza di tale protratta situazione di inadempimento degli obblighi contrattuali da parte di Nico Vardanega, senza che si possa addurre una problematicità di realizzazione delle opere previste.”
Per questi e numerosi altri motivi - per i quali l'impresa di Possagno viene reiteratamente indicata quale responsabile dei ritardi e delle inadempienze - per i giudici “il reclamo è infondato e deve essere rigettato”, condannando Vardanega e anche Reale Mutua alla refusione delle spese di lite e delle spese processuali.

La notizia della decisione del Tribunale di Vicenza è stata diffusa nel pomeriggio alle redazioni direttamente dal vicesindaco Roberto Campagnolo, tramite un comunicato stampa. “I tribunali - afferma il comunicato - danno ancora una volta ragione alla giunta di Bassano del Grappa nel contenzioso che si è aperto con la Nico Vardanega Costruzioni dopo il recesso del contratto per i lavori di ripristino e consolidamento del Ponte degli Alpini. Il Tribunale di Vicenza ha rigettato per la seconda volta il reclamo presentato dalla Vardanega contro il Comune di Bassano del Grappa, che aveva richiesto il pagamento della polizza fideiussoria di 453.592,32 euro, a copertura del danno per i mancati lavori, e contro la stessa società assicuratrice. Dunque poco meno di mezzo milione di euro arriverà a Bassano del Grappa a titolo di risarcimento.”
“Nell'ordinanza - prosegue la nota del Comune -, il Tribunale ha ripercorso alcuni passaggi principali della ormai annosa vicenda come la modestia dei lavori eseguiti dalla ditta Vardanega, i ritardi accumulati dalla ditta stessa e ha sottolineato la peculiarità di un appalto pubblico finalizzato alla manutenzione del ponte palladiano, con l'esigenza di salvaguardare molteplici interessi, tra cui l'incolumità pubblica e il rispetto degli equilibri idrogeografici. Elementi che hanno reso gli inadempimenti della Vardanega ancora più gravi e dannosi.” Nel comunicato stampa non manca un intervento del sindaco Riccardo Poletto che dichiara: “La magistratura ha ampiamente riconosciuto la correttezza dell'operato dell'amministrazione comunale, nell'interesse della tutela di un patrimonio storico e culturale e della sicurezza dei cittadini. Ora, con le polemiche alle spalle, lavoriamo sodo per mettere in sicurezza e ristrutturare quest'opera così importante per la nostra città.”
“Con questa disposizione dunque - conclude la velina di via Matteotti - il Tribunale conferma la bontà della linea tenuta fin qui dal Comune giustificando pienamente la rescissione contrattuale e la richiesta del risarcimento: complessivamente la cifra che recupererà l'amministrazione è di oltre 1 milione di euro.”
“L'escussione della polizza in caso di rescissione del contratto è automatica, è una facoltà che ha l'ente pubblico rispetto all'appaltatore che è comunque in posizione di svantaggio - dichiara a Bassanonet Giannantonio Vardanega -. Colpisce il fatto che i giudici siano entrati nel merito di aspetti come ad esempio la “spalla Nardini”. Io avevo in mano una convenzione tra Nardini e il Comune, che all'articolo 16 dice cose ben precise. Non era mio compito verificare la disponibilità della spalla, perché i rapporti con Nardini dovevano essere tenuti esclusivamente dal Comune.” “Quando ho fatto le prime ture, quelle più basse, non avevo avuto nessun problema - conclude Vardanega - È quando ho fatto le seconde ture più alte, come da progetto, che Nardini mi ha detto “ferma, qui non puoi fare niente”...”.
Il sindaco dichiara che le polemiche “sono alle spalle”, ma in quanto a “spalle” e ad altre questioni l'ex appaltatore fa intendere, fra le righe, che la storia non finisce qui.

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