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Laura Vicenzi
Giornalista
Bassanonet.it
L’SOS cultura di Luca Bassanese
L’artista ci parla dei suoi sogni di “visionario” e del suo invito a coniugare con il presente l’inno al futuro
Pubblicato il 07-02-2011
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Luca Bassanese, attore, scrittore, musicista e cantastorie vicentino considerato tra i più importanti nuovi esponenti della scena Folk Popolare italiana - qui in città lo ricordiamo ospite del gruppo cineforum di Solagna nel ciclo precedente con L’Italia dimenticata - ora ha pronto il suo nuovo spettacolo concerto Un nuovo mondo è possibile, dove parla di possibilità coniugando con il presente il suo inno al futuro. A Vicenza mercoledì 9 febbraio il lancio del suo “SOS cultura”.
La tua è definita una voce cristallina, alla Jeff Buckley ha detto qualcuno, senza la sua aureola nera però, aggiungo.

Luca Bassanese (foto di Cesare Bizzotto)
Il futuro del mondo, prendendo a prestito il titolo del tuo nuovo CD, può essere cantato con voce cristallina?
Soprattutto con voce cristallina, dal momento che “il futuro del mondo” non è mio né tuo ma di chi sta nascendo, di colui o di colei che muove ora i primi passi, per questo la voce deve essere “pulita”, non ancora corrosa dai vizi del tempo. Saranno queste nuove vite a darci la misura d’ogni nostro compromesso e a ricostruire “Il Futuro del Mondo”.
Su youtube è visibile/ascoltabile Canzone d’amore, il tuo video contro la violenza sulle donne www.youtube.com/watch?v=b6CH263_llY
L’atmosfera fiorita ricorda il detto “una donna non si tocca neanche con un fiore”, un messaggio semplice, che ha il colore di altri tempi, come la parola “buffone” che usi nel testo. L’arma della gentilezza cambia registro, può funzionare?
Stefano Florio ed io nello scrivere questa canzone siamo entrati in punta di piedi nella quotidianità dove troppo spesso dietro a mura domestiche si ritrova una cultura di odio e violenza nei confronti della donna. Il nostro desiderio è che questa canzone venga ascoltata e cantata soprattutto dai più piccoli, in modo che nessuno da grande possa giustificare un milione di violenze sulle donne che ogni anno in Italia si consumano. Perché i bambini di oggi sono gli uomini di domani.
Un paroliere gioca con le parole. Nel tuo teatro, nei libri, nelle canzoni, le tiri in aria in sbuffi di coriandoli colorati, tratti temi difficili con la leggerezza del giocoliere, lo fai per togliere loro la cupezza del politic-civil-impegnato?
No, lo faccio perché la Bellezza, quella vera, si trova in profondità e non in superficie. Ascoltare il dolore è sperimentare l’essenza della vita che necessita della morte per “Esistere”. In parole semplici, adoro scendere nel profondo degli abissi trasportato da alghe e stelle marine per raccogliere conchiglie, perle e bolle di sapone.
In Confini, brano vincitore della XV edizione del Premio Recanati, uno tra i più importanti festival della canzone d'Autore italiana, canti: “Lo vuoi capire che il mondo non è solo casa tua? e non vi sono immigrati ma solo viandanti”. Raccontare il mondo in modo “spiazzatamente aperto” come fai tu è irrealistico? E’ solo un sogno da visionario?
Per me è una necessità. Credo nella “concretezza” dei sogni e se qualcuno sostiene che le cose siano più complesse dello sguardo di un bambino, quell’uomo è invecchiato troppo per conoscere la verità.
Ho visto il video inedito che hai realizzato con Stefano Florio sulla tragedia di Auschwitz. Puoi spiegare la scelta di due musicisti, di persone che vivono di suoni e di parole, di affidare quelle immagini al silenzio?
Non abbiamo avuto alternative. All’interno dei campi, le voci che abbiamo sentito, come un’eco lontana nella memoria, affidavano al silenzio i loro pensieri più profondi; che ogni loro anima possa trovare spazio nella costellazione dell’universo.
Nel 2007 hai realizzato un progetto anomalo con Lello Voce La Buonafede “un grido contro l'instabilità e l'insoddisfazione di questi tempi martellati da un informazione persistente ed insistente dove nessuno può dire di non sapere ma dove molti si ostinano a non vedere e ad ignorare”. Un progetto d’attualità
Fuori dagli schermi quotidiani, l’informazione, ha paura di noi uomini, di noi donne, di noi bambini, delle passeggiate all’aria fresca, delle carezze e dei baci, ma per quanto la retorica della dis-informazione sia perfetta l’imprevisto non lo può calcolare ed allora ci ritroveremo consapevoli lungo le strade, mano nella mano.
Qual è il messaggio più urgente da lanciare nella tua bottiglia dell’SOS cultura?
Se la mia bottiglia contenesse un messaggio sarebbe un foglio bianco sul quale disegnare assieme il futuro del mondo. L’individualismo ci ha portati a contemplare noi stessi, ma siamo il frutto della nostra storia dove l’essere umano trova pace e dimora nell’arte che rende immortali e nobilita corpo ed anima. Beata sia la nostra Bellezza, quando vediamo di fronte ad un quadro, il paesaggio che si colora oltre la cornice.
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