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Brassaï. L’occhio di Parigi

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Brassaï. L’occhio di Parigi

Laura VicenziLaura Vicenzi
Giornalista
Bassanonet.it

Libri

Modalità lettura 3 - n.17

Una recensione di Dalla stessa parte mi troverai, a cura di Carlo Bonato

Pubblicato il 12-05-2024
Visto 4.896 volte

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Brassaï. L’occhio di Parigi

Il numero odierno della nostra rubrica presenta una recensione scritta da Carlo Bonato, nostro utente di Marostica che fa parte del gruppo di lettura “Insieme per leggere”, di stanza ogni primo mercoledì del mese alla biblioteca civica della Città degli scacchi. Lo ringraziamo sentitamente.

Confesso di aver acquistato il libro intitolato Dalla stessa parte mi troverai di Valentina Mira (Sem 2024, 256 pagine, 17 euro) sull'onda di una polemica agitata da alcuni giornali ed esponenti del mondo politico, che hanno contestato la candidatura al premio Strega di questo romanzo (arrivato nella dozzina dei selezionati 2024 n.d.r.) considerato provocatorio nella forma e nel messaggio che mette in evidenza.

libri del Premio Strega 2024


È il 7 gennaio del 1978 quando dei ragazzi militanti di destra, uscendo dalla sede del Msi in via Acca Larentia, a Roma, vengono attaccati da un gruppo di cinque persone armate di mitragliette. Questo commando — mai individuati i suoi membri — sparò sui cinque ragazzi. Alcuni rimasero feriti, due di loro, Francesco Ciavatta e Franco Bigonzetti, persero la vita. La sera stessa, alcuni militanti di destra decisero di indire un sit-in di protesta davanti alla sede deputata. Scoppiarono degli scontri con la polizia e rimase ucciso un altro giovane, il diciannovenne Stefano Recchioni.
Passano dieci anni e il 30 aprile del 1987 Mario Scrocca, all'epoca infermiere e sindacalista, viene arrestato, e insieme ad altri quattro accusato del duplice omicidio di via Acca Larentia, sulla base della fumosa testimonianza di una ex brigatista all'epoca dei fatti minorenne.
Poche ore dopo, passato neanche un giorno, Mario Scrocca viene trovato impiccato in una cella di Regina Coeli. Non solo una cella anti-suicidio, ma una cella anti-impiccagione. Tutti gli imputati, verranno in seguito prosciolti dalle accuse.

Il libro indaga i molti misteri di questa morte, facendolo racconta la storia d'amore di Scrocca con la moglie Rossella, vera protagonista del romanzo, costretta a poco più di vent'anni ad affrontare il peso enorme della morte del marito, i dubbi su come sia avvenuta, a ritrovarsi improvvisamente sola con un figlio piccolissimo, e malgrado tutto questo capace di ricostruirsi un vita, coltivando la propria militanza politica, instancabile nella ricerca di una spiegazione di quello che realmente successe in quel tragico giorno.
Intreccia inoltre le vicende personali dell'autrice, che vi dichiara la sua convinzione che cedere alla pacificazione con i fascisti di ieri e di oggi — che non hanno mai ammesso le proprie colpe e fatto i conti con il passato — sia deleterio e autolesionista.
«Se non impari dalle tue perdite» dice Valentina Mira «rischi di averne di nuove, e più profonde, non capisco perché continuiamo a giocare pulito con gente che gioca sporco». Valentina Mira cita anche la teoria della rosa di Öcalan, il fondatore del PKK (Partito dei Lavoratori del Kurdistan), il principio che in natura ad ogni petalo corrisponda una spina: si tratta di un concetto legato all'autodifesa, afferma che le manifestazioni della vita in genere c'insegnano la violenza giusta, quella secondo la quale, senza spine, addio petali rossissimi.
Tesi forse non del tutto condivisibili, ma che di certo meritano una riflessione.
Il libro è ben scritto, contiene un’interessante ricostruzione storica degli anni Settanta, e a mio modesto parere merita del tutto la candidatura allo Strega.

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