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Lisa Costa
Bassanonet.it
Sesso-terapia? Sì, e senza volgarità
The Sessions è un film delicato, che indaga senza morbosità sul rapporto tra disabili e sesso. Lunedì 8 aprile alle 21 in rassegna al Metropolis.
Pubblicato il 07-04-2013
Visto 3.412 volte
Fare film con protagonisti disabili è sempre rischioso.
Da un lato si può finire per essere ruffiani, sfruttando la facile commozione del "caso umano", dall'altro si può essere troppo superficiali, troppo insolenti nel trattare la malattia.
Dopo il successo strepitoso di Quasi amici il rischio si fa ancora più grosso. Il film francese riusciva infatti a mescolare sapientemente ironia e momenti toccanti, senza mai scadere nel ridicolo.

The sessions fa di più. Immerso nel magico universo indie americano (non a caso ha vinto il premio del pubblico al Sundance) e con protagonisti di eccezionale bravura, regala non solo uno sguardo nuovo e disincantato sulla disabilità ma lo fa senza far pesare la situazione, facendoti divertire e piangere in modo del tutto naturale.
Mark O'Brien ha contrattato la polio all'età di 7 anni. Da allora è infermo, i suoi muscoli sono atrofizzati e riesce a muovere solo la testa. Profondamente cattolico vede il suo stato come una perenne colpa ma questo gli ha permesso comunque di laurearsi in lettere e di diventare un poeta ed uno scrittore. La sua vita prende una nuova svolta quando decide di licenziare la sua assistete assumendo la giovane e bella Amanda. Con lei si creerà da subito un'intesa particolare, ma quando Mark le dichiarerà il suo amore, la ragazza deciderà di andarsene. Vera, la sua sostituta, arriva nel momento stesso in cui Mark riceve da un giornale l'incarico di scrivere un articolo sul sesso per i disabili ("On Seeing a Sex Surrogate", da cui il film è tratto). Nelle numerose interviste che seguono, Mark capirà che persone con più problemi di lui hanno una vita sessuale appagante e decide così di rivolgersi a Cheryl, una professionista -una terapista del sesso- per iniziare a conoscere il suo corpo e a provare piacere. In un lungo percorso, travagliato ma appagante allo stesso tempo, tra Mark e Cheryl si instaurerà un rapporto profondo, che sembra andare oltre il lavoro.
Se John Hawkes è indiscutibilmente bravo a dare un'ironica e scanzonata voce a Mark (alcune battute sono assolutamente imperdibili), non da meno è Helen Hunt, il cui personaggio è volendo ancora più forte. La sua Cheryl è moglie e madre che lavora con il sesso, che insegna agli altri il piacere ma che non può rimanere indifferente al fascino e alla simpatia di Mark.La naturalezza con il qual mostra il suo corpo si contrappone a quello chiuso e da scoprire del suo paziente. Attorno a loro, gravitano una serie di personaggi che arricchiscono e rendono ancora più speciale il film: da padre Brendan (un inaspettato William H. Macy) capace di essere un amico prima di un confessore che da un volto diverso alla Chiesa che ci si aspetta, a Vera, assistente seria e protettiva.
Tutto questo rende The sessions una pellicola speciale e da scoprire, lasciando da parte stereotipi e ruffianerie, perché riporta una storia vera nel modo migliore possibile: facendo divertire e facendo riflettere, attraverso le parole e attraverso l'amore.
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