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SPV. È tutto qui
La Regione Veneto condannata dal TAR a risarcire oltre 4 milioni di euro al Comune di San Zenone degli Ezzelini per le opere compensative della SPV mai realizzate. Il sindaco Marin: “Una vittoria contro l’atteggiamento pilatesco di Zaia”
Pubblicato il 02-10-2025
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Altro che “BDG. È tutto qui”.
Dobbiamo allargare gli orizzonti, da Spresiano a Montecchio Maggiore: “SPV. È tutto qui”.
Un gigantesco pettine i cui nodi, in questo caso, affiorano proprio qui: e cioè nel Comune di San Zenone degli Ezzelini.

La conferenza stampa del sindaco Fabio Marin
Con sentenza pubblicata oggi, il TAR del Veneto, Sezione Seconda, ha infatti accolto il ricorso promosso dall’amministrazione comunale contro la Regione Veneto, condannando la Regione a risarcire al Comune oltre 4 milioni di euro per le opere viarie mai realizzate sulla SP 248, previste dall’accordo di programma del 2012 quali opere di compensazione per il passaggio nel territorio comunale di San Zenone della Superstrada Pedemontana Veneta e rimaste disattese per oltre tredici anni.
Tutto nasce, quindi, da quel documento ufficiale del 2012 intitolato “Accordo di programma per l’inserimento della Pedemontana nel territorio comunale di San Zenone degli Ezzelini”.
Era un’altra era geologica: eravamo ancora nel periodo Galan, l’assessore regionale alle Infrastrutture e alle Politiche della mobilità era il mitologico (in tutti i sensi) Renato Chisso e l’iter di progettazione e realizzazione della SPV era ancora in mano al commissario delegato dal Governo Silvano Vernizzi.
L’accordo in questione, come attesta un comunicato della Regione dell’epoca, era finalizzato “a definire congiuntamente un miglior inserimento delle opere relative alla Superstrada Pedemontana Veneta nel territorio comunale di San Zenone degli Ezzelini, individuando contestualmente adeguati interventi di mitigazione e di compensazione socio-ambientale”, anche ai fini “della riqualificazione del centro abitato del capoluogo”.
In particolare, il documento ha previsto una serie di opere compensative viarie, tra cui - ed ecco il nodone che sale al pettine - “la variante alla SP 248, al fine di migliorare la viabilità e la fruibilità del centro abitato del capoluogo di San Zenone degli Ezzelini, quale intervento di compensazione socio-ambientale”.
Ma quella variante, da allora e fino ad oggi, è rimasta tra i casi irrisolti di “Chi l’ha visto?”.
“Una vittoria storica accolta in un clima di festa, oggi, a San Zenone degli Ezzelini.”
È il primo commento a caldo dell’amministrazione comunale in merito alla novità fresca di giornata.
Come ho già scritto, la sentenza del TAR del Veneto è stata infatti pubblicata in data odierna e sempre in data odierna, inevitabilmente in modalità “last minute”, il sindaco Fabio Marin ha convocato una conferenza stampa nella sala consiliare del municipio per diffondere urbi et orbi la notizia.
Questa decisione, come spiega ed afferma l’amministrazione comunale, “arriva dopo ben tre precedenti pronunciamenti del TAR, che avevano già confermato la validità dell’accordo nonostante l’assessore regionale Elisa De Berti continuasse a negarne il valore”.
A differenza delle precedenti, la sentenza di oggi ha un carattere risarcitorio: oltre a riaffermare la validità dell’intesa, impone alla Regione di corrispondere al Comune quanto dovuto.
Nel frattempo, il Comune di San Zenone degli Ezzelini non è rimasto con le mani in mano: in questi anni è riuscito a ottenere due contributi regionali ordinari per oltre 1 milione di euro, che hanno permesso la realizzazione di una prima rotatoria e la programmazione della seconda, già finanziata e in partenza a breve.
La causa, seguita dall’avvocato Stefano Zoccarato, ha sancito così in modo chiaro e inequivocabile la responsabilità della Regione per il grave inadempimento dell’accordo.
Il TAR ha parlato di violazione “documentalmente provata”, ribadendo come la Regione avesse assunto l’impegno di realizzare la variante alla SP 248, salvo poi disattenderlo per anni e arrivando persino a negare la propria competenza.
In totale il TAR ha quantificato il risarcimento principale in circa 5,56 milioni di euro - da cui vanno sottratti i tre importi già ricevuti (490.000 € e 660.000 € di contributi regionali ordinari e 227.700 € da A.T.S. s.p.a.), per un totale di 1.377.700 € -, oltre a 5.000 € di spese legali a favore del Comune.
Su tutta la somma spettano anche gli interessi legali fino al saldo effettivo.
“Un ringraziamento sincero va ai cittadini che hanno avuto fiducia e pazienza in questi anni, al gruppo di maggioranza che ha condiviso ogni passo di questa battaglia e al nostro legale, l’avvocato Stefano Zoccarato, per il prezioso supporto tecnico e la competenza dimostrata - dichiara il sindaco Fabio Marin -. Questa vittoria è di tutti noi».
“Grazie a questa sentenza non andrà perso nemmeno un euro di quanto spettava alla comunità - prosegue -. Una causa vinta “contro tutto e tutti”, che ora apre la strada alla fase più attesa: il completamento dell’opera viaria indispensabile per la sicurezza stradale e la riduzione degli incidenti lungo un’arteria troppo a lungo dimenticata.”
Con queste risorse il Comune potrà completare infatti quanto previsto dall’accordo e non ancora realizzato, in particolare la realizzazione di alcuni “interventi di compensazione socio-ambientale” nel centro urbano di San Zenone degli Ezzelini mediante il riassetto viabilistico della S.P. 248 tra via Roma e via Marconi fino all’incrocio con via Caozocco.
“Oggi possiamo dire con grandissima soddisfazione che San Zenone ha vinto - rimarca il primo cittadino -. Dopo anni di battaglie, di porte chiuse e di continui rinvii, la giustizia ha ristabilito la verità: la Regione aveva preso un impegno e non lo ha rispettato. Aveva perso cause e non ha rispettato le sentenze e ora deve risarcire i danni.
“Questa di oggi - incalza il sindaco di San Zenone degli Ezzelini - è una vittoria soprattutto contro l’atteggiamento irresponsabile della vicepresidente Elisa De Berti perché in questo modo ha anche cagionato un debito fuori bilancio e contro l’”atteggiamento pilatesco” del presidente Luca Zaia, che in questi anni si è voltato dall’altra parte.”
“Una vittoria di dignità per la nostra comunità - conclude Fabio Marin -. Finalmente i sanzenonesi non saranno più cittadini di serie B: ora potremo realizzare le opere necessarie per la sicurezza di chi transita lungo la SP 248. E su questa scia invito anche gli altri Comuni che attendono opere compensative legate alla SPV a farsi sentire.”
Che conclusione trarre da tutta questa storia?
Prima il Veneto, escluso San Zenone.
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