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Cea c’è

Il bassanese Marco F. Zonta, fondatore dell’associazione Cea Venetia per divulgare la cultura veneta tra i giovani in Italia e nel mondo, è l’autore della guida “Veneto e Veneti”. Con tanto di benedizione in consiglio regionale

Pubblicato il 25-06-2023
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Elena Pavan

Ci sono parole che vengono percepite a seconda del contesto.
Prendiamo ad esempio il termine Ceo.
Per chi parla figo, è l’acronimo inglese di Chief Executive Officer, vale a dire l’amministratore delegato di una società. Per chi parla veneto invece, soprattutto dalle parti del trevigiano, significa “piccolo” e anche “bambino, ragazzino”.

Da sin.: il rapper veneto Herman Medrano, la consigliera regionale Milena Cecchetto e Marco F. Zonta in consiglio regionale a Venezia

Lo sapevano bene anche i coloni provenienti dal Veneto che nel 1882 fondarono in Australia il primo insediamento collettivo dell’emigrazione italiana nella terra dei canguri.
Cea Venessia (Piccolo Veneto) era il nome tramandato oralmente di quella colonia di emigranti, perché nel cuore e nei pensieri di chi vi arrivava doveva ricordare casa.
E Cea Venetia è anche il nome dell’associazione culturale non-profit con sede a Bassano per la divulgazione della cultura veneta tra i giovani in Italia e nel mondo, fondata e presieduta dal bassanese Marco F. Zonta, il cui cognome va pronunciato obbligatoriamente con la “Z” alla veneta (tipo “Xonta”) pena l’espulsione dalla Repubblica di San Marco.

Diciamo subito che Marco F. Zonta xe na bea sagoma.
Giramondo con radici ben piantate nella sua terra di origine, laureato in Lettere a Venezia e studioso di storia e cultura veneta, ha fatto della divulgazione delle stesse tra le nuove generazioni in Italia e nel mondo la sua missione di vita.
Un target specifico, che Zonta alias Xonta raggiunge con i mezzi più congeniali: produzioni audiovisive, attività multimediali, promozione e diffusione della musica veneta moderna, tutorial, podcast, interventi pubblici, social e ulteriori contenuti pubblicati nel sito ceavenetia.org.
Il tutto rigorosamente in lingua veneta, tradotta nelle principali lingue di emigrazione (portoghese/brasiliano, inglese e spagnolo) per rivolgersi in primis ai giovani delle comunità venete sparse per il mondo.
Qui potremmo aprire una discussione sul concetto di “lingua” veneta, ovvero di un idioma che per essere definito “lingua” dovrebbe essere unitario sia nel lessico che nella fonologia e nella grafia (cosa che il veneto non è), ma ci inoltreremmo in un ginepraio senza via di uscita.
Anche perché nel sito di Cea Venetia (el sito Veneto par i Veneti in tel Mondo), il quale xe scrito en Lengua Veneta, parlada de Basan (VI), l’autore taglia la testa al toro e ci rassicura:
A Lengua Veneta xè stata legalmente riconosua da l’UNESCO da el 1999 (códice ISO 639-3 vec) ma no da el estado dea República Italiana.”
Parfin l’UNESCO, ciò!

L’ultima fadiga di Marco F. Zonta è un agile libretto corredato anche di illustrazioni.
Si intitola “Veneto e Veneti”, è scritto questa volta in italiano, con linguaggio rapido e immediato.
Si tratta di una guida che attraverso un centinaio di “pillole” di testo accompagna il lettore - prioritariamente ceo e quindi giovane - alla scoperta delle espressioni linguistiche, della storia, delle tradizioni, dei personaggi più famosi, delle curiosità e degli usi e costumi più singolari della nostra Regione.
Lo scorso 7 giugno “Veneto e Veneti” è stato al centro di un incontro con l’autore all’Urban Center (come si pronuncerà nella fonologia veneta? Urban Senter?) di Bassano del Grappa, intitolato “Do ciacoe con Marco Zonta” ed introdotto dal presidente dell’associazione Urban Center Omar Peruzzo che ha sottolineato la volontà di rilanciare la sottoutilizzata struttura in riva al Brenta, che io già in tempi antichi avevo ribattezzato “Urban Boh”, con un rinnovato programma di attività e di pubblici incontri.
M.F.Z., che si è espresso esclusivamente e coerentemente in Lengua Veneta, è stato intervistato nell’occasione dalla collega Barbara Todesco con l’intervento anche di Anna Zaccaria, direttore di Occhi Free Magazine per il quale il fondatore di Cea Venetia cura una rubrica scritta in veneto.
All’incontro all’Urban è intervenuta, in puro stato di estasi di San Marco e portando il suo saluto sempre in veneto, anche la consigliera comunale di maggioranza e autonomista della prima ora Ilaria Brunelli, in rappresentanza di quell’amministrazione comunale di Bassano del Grappa che tuttavia non ha concesso il patrocinio al libro, come ha rivelato lo stesso autore, “perché ritegnùo tropo volgare”.
Caro Comune de Bassan: te ghe fato na monada.
La serata all’Urban Center è stata l’anteprima della consacrazione ufficiale di Zonta e della sua guida al Veneto for dummies (per inesperti) tenutasi martedì 20 giugno a Palazzo Ferro Fini a Venezia, sede del consiglio regionale del Veneto.

Ogni consacrazione che si rispetti ha bisogno di una madrina degna di tale nome.
E in quel de Venexia il ruolo di cerimoniera politica per la benedizione istituzionale a “Veneto e Veneti” è stato interpretato da Milena Cecchetto, vicentina di Montecchio Maggiore, consigliera regionale del gruppo Lega-Liga Veneta.
“Curiosità sulla lingua, sui personaggi, sui luoghi, sui fatti: sono le pillole di cultura veneta contenute in “Veneto e Veneti”, un “bignami” della nostra regione scritto dal bassanese Marco Zonta - ha affermato la Cecchetto in conferenza stampa -. Un libro scanzonato, ironico, con un linguaggio leggero tradotto in inglese, in spagnolo e in portoghese per le comunità venete sparse nel mondo, ma è anche uno strumento prezioso per noi che invece in Veneto viviamo, per capire meglio chi siamo”.
“Attraverso le pillole offerte nel libro - ha continuato la consigliera regionale leghista - Zonta offre al lettore curioso indicazioni, notiziole, sintesi che aiutano a capire meglio la nostra cultura e realtà, andando oltre agli stereotipi. “Veneto e Veneti” mi ricorda l’abito di Arlecchino, con tanti colori messi assieme e capaci di creare un’armonia magica.”
“Questo libro è espressione della gratitudine nei confronti dei nostri vecchi.”
È la traduzione simultanea di un passaggio dell’intervento di Zonta in consiglio regionale. Anche in questa occasione, infatti, l’autore ha parlato rigorosamente in lingua veneta, così come in lingua veneta sono il video di Giorgio Gozzo “Na dedica a me posti” e il brano del rapper della Riviera del Brenta Herman Medrano “Emigrassion”, proiettati nel corso della conferenza.
“La nostra lingua, riconosciuta dall’UNESCO - è un altro brano del discorso tradotto dal Dizionario Marco Zonta-Italiano -, è come il sangue che gira attorno alle vene della cultura: se la perdiamo, perdiamo l’anima. E così l’associazione Cea Venetia vuole valorizzare e promuovere la cultura per i ragazzi, i “tosi”, veneti ma non solo veneti.”
“Abbiamo un patrimonio artistico e culturale immenso - ha affermato l’autore -. Anche se ci descrivono come ubriaconi e bestemmiatori, siamo la terra di Vivaldi, Tiziano, Canova. Dovremmo sentire tutti l’obbligo morale di riconoscere le nostre radici.”

Prosegue dunque indefessa la missione del bassanese Marco F. Zonta e della sua associazione Cea Venetia nel portare avanti gli scopi della propria attività.
Ovvero, come si legge sempre nel sito ceavenetia.org, un’attività che se dedica aa promosion e a vaorixasion de a Cultura Veneta in Itália e in tel Mondo e tuto pensà par i Veneti che i vive en Itália e in tel Mondo.
Parola d’ordine, propagare il verbo della cultura e delle tradizioni venete ai discendenti degli emigranti di queste terre e diffondere l’amore che Zonta nutre per le sue origini e che lo accomuna a tutti i Veneti sparsi per il globo.
E verrà magari il giorno in cui sul muro di qualche autostrada, o anche della Superstrada Pedemontana Veneta, comparirà la scritta: “Cea c’è”.
Anzi, scusème: “Cea ghe xe.”

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