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“Bassano non chiama Trieste”

Lettera al direttore del segretario PD Bassano Luigi Tasca. “L’85% dei bassanesi si è vaccinato e non chiama Trieste. Quella dei vaccinati è una Piazza imponente che chiama salute, benessere e lavoro”

Pubblicato il 02-11-2021
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Riceviamo e volentieri pubblichiamo la seguente lettera al direttore, trasmessa in redazione dal segretario del Circolo di Bassano del Grappa del Partito Democratico Luigi Tasca:

LETTERA AL DIRETTORE

Un'immagine della manifestazione di sabato scorso

Le Piazze di Bassano

Gentile Direttore,

ho dato un'occhiata ai video e le foto pubblicati sulla pagina Facebook di Bassanonet riguardanti le manifestazioni contro la carta verde (e contro il vaccino) che affollano le vie e le piazze di Bassano. È una piazza composta, vista anche l'età media dei partecipanti (direi tra i 45 ed i 50 anni) e la presenza di famiglie con bambini. La si potrebbe definire, con una parola che sa di vecchio, una manifestazione borghese. Vedere tante persone manifestare in una cittadina relativamente piccola come Bassano dà il senso preciso della portata e dell'eccezionalità che le misure anti-Covid stanno provocando in quella parte di italiani che ad oggi ancora non si è vaccinata.
Chiariamo: basta farsi un giro sulle chat telegram "no green pass, no vax" di Bassano e del Veneto per capire che le manifestazioni nostrane raccolgono partecipanti da tante parti del bassanese, della provincia di Vicenza e di province vicine, non sono solo cittadini bassanesi dunque.

Mi scuso in anticipo con i profeti di un certo liberalismo à la carte che vedono delle distinzioni, ma a mio avviso non ci sono grosse differenze tra no vax e no green pass. Essere no green pass è diretta conseguenza del non aver fatto il vaccino, il resto sono sofismi che mal si accompagnano ad oltre 130 mila morti per Covid solo in Italia.
Chiariamo ulteriormente: vaccinarsi non è un obbligo (per ora) e protestare contro il green pass è un diritto, tanto più se le manifestazioni sono a carattere pacifico ed il sabato pomeriggio.

C'è un però. Da sabato prossimo, a Trieste, epicentro delle manifestazioni no green pass di tutta Italia, il prefetto, in accordo con l'amministrazione comunale del capoluogo giuliano, ha fatto divieto di utilizzare Piazza Unità d'Italia e imposto l'obbligo di mascherine all'aperto durante le manifestazioni. Tale obbligo deriva dal considerevole aumento di casi di Covid a Trieste. E anche altre città si stanno muovendo in tal senso.

Mi domando dunque cosa aspetti la nostra sindaca Elena Pavan a prendere carta e penna e scrivere al prefetto Signoriello, chiedendo un medesimo intervento per Bassano e per le sue manifestazioni.

Elena Pavan esca dalla morsa di pavidità che la attanaglia e concordi con chi ne ha la competenza la messa in atto di provvedimenti concreti per la salvaguardia della salute dei bassanesi. Già con il caso della sua capogruppo in consiglio comunale "Meglio morire di Covid che vaccinarsi" ha balbettato abbastanza, limitandosi a "Sono opinioni personali" e "Ho fatto vaccinare i miei figli".
Occorre ricordare che è Elena Pavan, nel suo ruolo di sindaco è la responsabile della condizione di salute della popolazione del suo territorio. Vogliamo aspettare che riprendano a riempirsi i letti del San Bassiano?

Gentile Direttore, un cartellone ricorrente nelle sue foto delle manifestazioni recita "Bassano chiama Trieste".
L'85% dei bassanesi si è vaccinato e non chiama Trieste. L'85% dei bassanesi usa la mascherina nei locali pubblici e nelle situazioni all'aperto affollate, lo fa per non ammalarsi e per non far ammalare i propri cari. Quella dei vaccinati è una Piazza imponente, una maggioranza silenziosa che chiama salute, benessere e lavoro, voglia di riprendersi la vita che c'era prima. Con la coscienza che vaccino e comportamenti responsabili siano l'unica strada per uscirne tutti assieme.

Luigi Tasca

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