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Redazione
Bassanonet.it
L'ora legale
Caso-Pala: comunicato di Chiara Casarin. “Amministrazione sempre notiziata di tutte le comunicazioni con le Gallerie dell'Accademia”. Una Pec dell'avvocato intima “l'immediata rettifica” delle parole di Pavan e Brunelli in commissione
Pubblicato il 08-06-2020
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“Io non penso che questo episodio muoia con l'archiviazione della commissione del 3 giugno 2020.” Così avevo scritto, venerdì scorso 5 giugno, nel cliccatissimo articolo “Thelma & Louise”. Guarda caso, sta succedendo proprio questo. Le parole pronunciate dal sindaco Elena Pavan e dal consigliere di maggioranza Ilaria Brunelli nell'ultima commissione Cultura, riferite al presunto comportamento adottato dalla direttrice artistica dei Musei Civici Chiara Casarin nella vicenda della restituzione della Pala di Sant'Anna di Jacopo Bassano alle Gallerie dell'Accademia di Venezia, sono finite sulla scrivania dell'avvocato Francesco Fabris di Venezia, che assiste legalmente la dott.ssa Casarin.
Ne è risultata una comunicazione formale trasmessa dall'avvocato al Comune di Bassano del Grappa, con richiesta di “immediata rettifica delle comunicazioni rese agli organi di stampa e sui canali di diffusione web del Comune di Bassano del Grappa, ritenute radicalmente infondate e profondamente lesive dell'immagine personale e professionale della mia assistita”. Ne dà notizia, con un comunicato trasmesso oggi alle testate giornalistiche, la stessa Casarin. Le destinatarie della lettera dell'avvocato sono il sindaco Elena Pavan e la capogruppo di #Pavan Sindaco Ilaria Brunelli. Nel comunicato la già direttrice del Musei Civici di Bassano non fa nomi (parla solo di “soggetti direttamente coinvolti”), ma era notizia già in possesso del vostro umile cronista il fatto che la comunicazione dell'avv. Fabris fosse stata trasmessa via Pec alle due dirette interessate.
Nella nota trasmessa alle redazioni, l'ex direttrice dei Musei parla di un “doveroso e definitivo chiarimento” con la speranza che ciò “possa porre fine a questa vicenda inducendo alcuni a compiere qualche passo indietro”.
Chiara Casarin (archivio Bassanonet)
Dunque sull'affaire Pala di Sant'Anna, ma più in generale su come questa vicenda sia stata gestita sotto il profilo comunicativo dall'amministrazione comunale, scocca l'ora X.
Anzi, per meglio dire, scocca l'ora legale.
Riportiamo di seguito, integralmente, il comunicato stampa trasmesso alle redazioni da Chiara Casarin:
COMUNICATO
In questi giorni molte cose sono state dette e scritte circa il ruolo e le asserite azioni della sottoscritta. Ho ritenuto di non rispondere subito per lasciare decantare il pensiero del Sindaco in primis, attenendomi anche in questo modo ai limiti d’azione che nell’ultimo anno hanno caratterizzato la mia posizione di consulente esterno.
Il contenuto di alcuni articoli che riportavano pesanti illazioni sulla mia condotta, umana e professionale, mi hanno però imposto di reagire, e ciò ho fatto affidando la replica al mio legale, l'avv. Francesco Fabris di Venezia.
La comunicazione formale è già stata inviata ai soggetti direttamente coinvolti, e ritengo utile riproporne in questa sede una parte rilevante di contenuto per fornire la mia sintesi della vicenda:
“Formulo la presente in nome, per conto e nell'interesse della dott.ssa Chiara Casarin, già Direttrice dei Musei Civici e successivamente vincolata a codesta
Amministrazione dal contratto d'appalto (ex art.192 D.Lgs.267/00) avente ad oggetto la prestazione di attività di consulenza nell'ambito dello “studio di fattibilità di convenzionamento con altri gestori di musei o beni culturali in chiave di valorizzazione del patrimonio culturale e direzione artistica delle attività museali”.
La mia assistita mi ha esibito alcuni articoli di recente apparsi sulle testate giornalistiche e televisive locali in seno ai quali la stessa è stata destinataria di pesanti considerazioni circa il suo operato riferito alla restituzione alle Gallerie dell'Accademia di Venezia dell'opera di Jacopo da Ponte detto Bassano “Sant'Anna in trono con la Vergine bambina tra i santi Girolamo e Francesco”
Con riguardo a quanto pubblicamente da Voi divulgato la dott.ssa Casarin precisa, mio tramite, quanto segue.
L'Amministrazione risulta essere sempre stata tempestivamente e dettagliatamente notiziata di tutte le comunicazioni ricevute dalle Gallerie dell'Accademia o a questa inviate, tanto con riguardo alla richiesta restituzione quanto alla coeva proposta di nuovo comodato di altro bene.
Tiene fede, in questo senso, il Protocollo dell'Ente e le ulteriori comunicazioni formali scambiate tra le parti interessate.
Data la natura del rapporto di prestazione d'opera in essere tra le parti, non era comunque nella giuridica disponibilità della mia assistita compiere atti di sorta in grado di impegnare direttamente il Comune e/o gli uffici interessati.
L'attività a questa delegata, invero, era circoscritta nell'ambito della consulenza e presupponeva unicamente la “specializzazione accademica in materie storico-artistiche, la comprovata conoscenza di collezioni museali civiche e competenze in materie di restauro di beni culturali”.
Prova ne sia che la missiva con la quale si comunicava al comodante l'imminente restituzione dell'opera, è stata fatta propria dall'Ente per il tramite del Segretario Comunale.
Nessun atto dispositivo, pertanto, è mai stato compiuto ovvero è in alcun modo ascrivibile alla mia assistita durante il suo incarico in appalto di consulenza che, piuttosto, si è sempre e solo adoperata per attivare un dialogo tra i musei ed, eventualmente, procurare un nuovo prestito in luogo dell'opera chiesta in restituzione a mente di contratto.
Del tutto fuori luogo risultano poi i riferimenti ad un interesse personale, inesistente, che la dott.ssa Casarin avrebbe avuto nella vicenda.
Il comitato scientifico delle Gallerie dell'Accademia è organo collegiale che delibera in tale forma e che, contestualmente alla restituzione dell'opera di cui si tratta, ha disposto il rientro di qualche decina di opere ad altri enti ed istituzioni ritenute necessarie per garantire un adeguato livello di allestimento alle sale di recente restaurate. Nessun beneficio, di nessun genere, è stato tratto dalla dottoressa da tali operazioni.
Precisando che, ad oggi, nessuna formale contestazione da parte dell’Amministrazione è stata mossa all'operato della mia assistita che ribadisce di essersi sempre attivata secondo buona fede, correttezza e nei limiti delle attribuzioni, sono a chiedere una immediata rettifica delle comunicazioni rese agli organi di stampa e sui canali di diffusione web del Comune di Bassano del Grappa, ritenute radicalmente infondate e profondamente lesive dell'immagine personale e professionale della mia assistita”.
Ho la speranza che questo doveroso e definitivo chiarimento possa porre fine a questa vicenda inducendo alcuni a compiere qualche passo indietro.
Ci tengo a precisare che le mie future scelte professionali non saranno in alcun modo condizionate da questa vicenda che ritengo chiarita per le ragioni sopra espresse.
Immutato e di sicuro prevalente rimane il grande amore che nutro per Bassano, per i cittadini e per le collezioni dei Musei per le quali sento di aver operato al meglio delle mie possibilità e con massima trasparenza.
Chiara Casarin
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