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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
Eravamo quattro amici al bar
Il caso dei quattro bar di proprietà del Comune di Bassano, tutti chiusi e in attesa di riapertura. Non era mai accaduto in città. La questione sarà al centro di un'interpellanza del gruppo Impegno per Bassano nel prossimo consiglio comunale
Pubblicato il 24-05-2017
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Eravamo quattro amici al bar. Ora non lo siamo più, perché il bar ha chiuso. Quale bar?
A voi la scelta: c'è innanzitutto il bar di Monte Crocetta ex “Moc”, situato sull'omonima piccola altura panoramica in strada Rivana, in destra Brenta. C'è poi il Caffè Italia, locale storico affacciato sul belvedere di piazzale Giardino. Si aggiunge il bar del Mercato Ortofrutticolo e la lista si chiude con il chiosco-bar di Parco Ragazzi del '99.
Quattro esercizi pubblici quattro, tutti di proprietà del Comune di Bassano del Grappa, con le porte chiuse e le serrande abbassate in contemporanea e in attesa di riapertura.

Il chiosco-bar di Parco Ragazzi del '99 (foto Alessandro Tich)
In città non era mai successo. Si tratta di quattro storie diverse, accomunate dal fatto che i battenti sono serrati ma non dalle cause che hanno portato alle rispettive chiusure.
La recente chiusura del bar di Monte Crocetta, come ben ricorderete, si è rivelata un fulmine a ciel sereno dopo la nota vicenda di cronaca che ha visto coinvolto il suo precedente gestore. L'amministrazione comunale, proprietaria dell'immobile, non gli ha rinnovato il contratto e ha pubblicato un nuovo bando, tuttora online sul sito del Comune (scadenza presentazione delle offerte il prossimo 7 giugno), per la concessione in uso del locale con annesso appartamento e spazi esterni.
Il bando - visti i precedenti - impone dei requisiti molto restrittivi: si richiede agli interessati di avere svolto attività di pubblico esercente in alimenti e bevande per almeno tre anni consecutivi, di non procedere all'installazione di slot machines o altri strumenti per il gioco d'azzardo e di porre particolare attenzione per la promozione e l’organizzazione di iniziative per la valorizzazione del pubblico esercizio e dello spazio e del parco antistante, con particolare riguardo alle collaborazioni con gli abitanti del quartiere, le famiglie e la scuola, tenendo in considerazioni le iniziative innovative “che possano promuovere una socialità positiva ed inclusiva”.
In più il prossimo gestore dovrà accollarsi l'adeguamento e la messa a norma dell'impianto elettrico dell'appartamento, della centrale termica e sull'area esterna del bar, oltre al ripristino dell'impianto termico delle due caldaie e l'adeguamento alla prevenzione incendi della centrale termica. In bocca al lupo.
Del tutto diverso è il discorso del Caffè Italia, che attende la riapertura dall'ormai lontano 2014, a termine dei lavori di ristrutturazione, dopo la prima gara di concessione del locale vinta dall'unico offerente, la famiglia Miotti, poi ritiratasi.
Ora il Caffé Italia è stato dato in concessione alla Dream Coffee Caffetterie Srl di Montichiari (Brescia), anche in questo caso unico offerente, che si è aggiudicata la gara di pubblico incanto indetta dal Comune ancora il 3 agosto dello scorso anno.
Fra una settimana siamo ai primi di giugno e dopo dieci mesi il Caffè Italia, che sarà dato in gestione al noto esercente Marco Alban di Rossano Veneto, è ancora tristemente chiuso. Ma lo sarà, a quanto pare, ancora per poco. Il ritardo sin qui accumulato per la riapertura del celebre locale, posto sulla terrazza che nel 1834 venne decantata dalla scrittrice George Sand, è stato dovuto alle lungaggini burocratiche conseguenti alla richiesta della nuova gestione di realizzare una veranda rimovibile sul lato nord, quello “panoramico”, dell'immobile. L'istanza, che deve sottostare al parere della Soprintendenza di Verona, è ancora ferma al Comune di Bassano.
Per questo motivo concessionario e gestore hanno deciso di non attendere e di provvedere nel frattempo all'apertura, così com'è, del locale che a questo punto dovrebbe essere consegnato fra 30-45 giorni con presumibile inaugurazione verso la fine di luglio, se non a settembre per evitare il “vuoto” agostano.
Una chiusura con la “C” maiuscola, da circa tre mesi a questa parte, è invece quella che interessa il bar del Mercato Ortofrutticolo, che con la sua doppia entrata dal Mercato e dal piazzale esterno serviva una clientela mista di operatori ortufrutticoli da una parte e, dall'altra, di avventori generici collegati alle attività commerciali e agli uffici della zona.
Il locale è stato sgomberato per l'accumulo di morosità nel pagamento dei canoni di affitto e di mancata ottemperanza al piano di rientro dell'ultimo gestore, con conseguente sfratto. Porte sprangate e proteste dei grossisti di ortofrutta, ma inutilmente.
Al momento, col contenzioso ancora in corso, non è possibile emettere un nuovo bando di concessione né entrare fisicamente nello spazio.
Ultimo, ma non per importanza, il caso della chiusura bar-chiosco di Parco Ragazzi del '99, luogo di ritrovo e anche di animazione: un autentico disservizio soprattutto per i tanti genitori e bambini che frequentano lo spazio verde, e soprattutto l'attigua area giochi, senza la possibilità di prendersi una bibita o un gelato. Si tratta di un locale stagionale: apertura solitamente dal primo aprile fino al primo ottobre, in concomitanza con quella bella stagione che richiama la massima frequentazione nel parco cittadino.
L'attività dell'ultimo gestore è regolarmente scaduta lo scorso primo ottobre e non è stata più rinnovata, essendo anche scaduta - e non ancora rinnovata - la concessione del Comune alla Sis, che aveva in gestione il chiosco-bar dandolo a sua volta in gestione all'esercente in questione.
Denis Bordignon, amministratore unico della Sis, ci dice che il rinnovo della concessione “è questione di giorni” e che dunque “il locale riaprirà, ma in ritardo rispetto al consueto” e cioè a giugno se non persino a luglio. Una volta rimesse a posto le carte, la partecipata del Comune provvederà all'assegnazione della nuova gestione effettiva del bar.
Nel frattempo la chiusura in contemporanea dei quattro bar comunali ha richiamato l'attenzione del gruppo consiliare di opposizione Impegno per Bassano, che in una interpellanza al sindaco che sarà presentata nel prossimo consiglio comunale - a firma dei consiglieri Stefano Monegato, Roberto Marin e Federica Finco - chiederà lumi al riguardo all'Amministrazione.
“Premesso che - esordisce l'interpellanza - il Comune di Bassano del Grappa ha in proprietà la gestione di n. 4 esercizi commerciali ad uso bar che in questo momento risultano tutti chiusi, aspetto mai successo nella storia cittadina; i sottoscritti consiglieri comunali di Impegno per Bassano chiedono quali sono le motivazioni per cui questa amministrazione, nel corso del suo mandato giunto al terzo anno, non abbia preso in considerazione una programmazione adeguata per l’utilizzo dei locali.”
Si chiede inoltre “quando si prevede l’apertura delle 4 strutture” e “quanto è costato ai cittadini il mancato introito degli affitti in questi anni, oltre al mancato servizio”.
“Anche questo disservizio - concludono i tre consiglieri di centrodestra - va ad aggravare la situazione ed il ruolo della città di Bassano quale polo di aggregazione territoriale che in questi anni ha conosciuto un completo e progressivo declino.”
Venga a prendere un caffè da noi? Per il momento è dura.
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