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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
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Asta siempre

Il Comune di Bassano prosegue con le alienazioni degli immobili comunali. Nonostante le ultime aste andate deserte. Parte l'asta pubblica per l'ex scuola Bellavitis di via Leoncavallo e per una casa dell'eredità Baccin

Pubblicato il 22-04-2015
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“Proseguiamo imperterriti.” Chi lo dice, in conferenza stampa, è l'assessore comunale alla Pianificazione finanziaria Angelo Vernillo, nel presentare le due nuove procedure di alienazione, “le prime del 2015”, dei beni immobili di proprietà del Comune di Bassano del Grappa. Lo richiedono le necessità di bilancio, che spingono ad “alienare immobili comunali non più di interesse per l'Amministrazione e per la collettività”.
I precedenti, nel settore, non inducono all'ottimismo. L'asta più recente, ovvero il secondo bando di gara per l'acquisto dell'ex essiccatoio Manardi di via Campo Marzio in centro storico, è andata infatti deserta. Non era andata meglio al primo bando d'incanto nel 2012, ancora sotto l'Amministrazione Cimatti, pure disertato dai potenziali acquirenti. Anche se, come rivela Vernillo, “ci sono stati incontri successivi con privati interessati all'acquisto diretto dell'essiccatoio, alle condizioni della base d'asta.” La quale, per la cronaca, al secondo tentativo era scesa alla cifra di 405mila euro per 500 metri quadri di immobile “di pregio, con vista panoramica”.
Complici gli anni di crisi, la voce “alienazioni” del bilancio comunale non ha mai goduto di buona salute. Figurarsi, poi, quando l'eventuale acquisto di un'area di proprietà pubblica comporta un investimento a più zeri. Il caso più eclatante, rimasto negli annali, è quello dell'ex caserma Fincato: messa all'asta nel 2011 per una base di 4 milioni e 300mila euro, venne completamente trascurata dai potenziali offerenti.

Uno scorcio dell'ex scuola Bellavitis di via Leoncavallo (foto Alessandro Tich)

Ma l'Amministrazione bassanese non lascia, e anzi raddoppia.
La prima delle due nuove alienazioni per le quali è già stata attivata la procedura di bando è pure incentrata su una base d'asta milionaria: per la precisione 1 milione e 100mila euro. E non viene messo sul piatto un immobile con vista panoramica, né tantomeno di pregio, visto che si tratta di un complesso edilizio da demolire.
Stiamo parlando dell'ex scuola Bellavitis di via Leoncavallo - chiusa da un anno e sostituita dalla nuova Bellavitis 2.0, edificata nella vicina via Monsignor Rodolfi - che a seguito della sua dismissione entra ufficialmente nel novero dei beni comunali alienabili.
La messa in vendita della vecchia scuola colorata di giallo, peraltro, è un passaggio obbligato. Il contributo regionale di 1 milione e 100mila euro ottenuto dal Comune per la realizzazione della Bellavitis 2.0 era infatti subordinato all'attivazione dell'iter di alienazione della vecchia area - già sede staccata della media “Bellavitis” e di alcune classi dell'Istituto Tecnico per il Turismo “Remondini” - entro il 30 giugno 2015. Il bene alienando si estende su una superficie totale di oltre 8500 metri quadrati, di cui oltre la metà occupata dal fabbricato principale.
Con un “optional”, come noto, non proprio simpatico: la presenza di amianto all'interno della struttura, di cui i futuri proprietari dovranno accollarsi la bonifica e lo smaltimento, per un costo stimato in 220mila euro che è stato scomputato dal prezzo a base d'asta. Dopodiché l'ex scuola dovrà essere abbattuta per dare spazio a un nuovo complesso edilizio la cui destinazione sarà a prevalenza residenziale, con una possibile quota di commerciale e direzionale, e nelle cui pertinenze dovrà essere ricavato anche uno spazio di aggregazione, con funzione di “piazza”. La scadenza per la presentazione delle offerte è fissata per il prossimo 12 maggio.
Meno oneroso per i potenziali acquirenti è invece il secondo bene destinato alla alienazione, la cui procedura sarà attivata entro il mese prossimo. Si tratta di un immobile residenziale situato in via Don Paolo Fasoli n.10, nel quartiere San Vito, ereditato dal Comune grazie al generoso lascito Baccin.
E' uno stabile con giardino edificato alla fine degli anni '60 su un lotto di circa 510 metri quadrati, composto da due unità abitative suddivise in due piani fuori terra e un piano seminterrato. I due appartamenti sono attualmente occupati, ma i contratti di affitto scadranno nel 2016. Sullo stabile non gravano vincoli edilizi, e potrà quindi essere sottoposto a interventi di ristrutturazione. Il più probabile valore a base d'asta dell'immobile è di 285mila euro: cifra che sarà ufficializzata non appena sarà pubblicata la gara per l'alienazione.
E' solo la prima tranche delle alienazioni degli immobili che l'ente pubblico ha ereditato nel 2012 dal concittadino benemerito Valentino Baccin.
E l'assessore Vernillo, nell'occasione, annuncia che altre alienazioni saranno messe in gara dal Comune nel corso dell'anno, riguardanti “il resto degli immobili del lascito Baccin, ma non solo”.
Per portare - sperabilmente - risorse fresche alle voci in entrata del bilancio comunale, la messa in gara dei beni pubblici non strategici è un'opportunità che sarà presa sistematicamente in considerazione. Asta siempre.

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