Ultimora
Elezioni Regionali 2025
14-11-2025
Andrea Nardin: “Mi propongo non per quello che prometto ma per quello che ho fatto”
14 Nov 2025 19:45
Camilla Costanzo vince il premio 'Veneto-Settembrini'
14 Nov 2025 18:03
Appello per liberare Alberto Trentini a un anno dall'arresto
14 Nov 2025 17:08
Nepal: cremato il corpo di Farronato, incerta data funerali
14 Nov 2025 15:49
Al via la partnership Terna-Milano Cortina per le Olimpiadi 2026
14 Nov 2025 13:33
Sostituito a Verona il primo cuore artificiale del Veneto
14 Nov 2025 12:58
Nebbia nel Mantovano, incidenti a ripetizione sull'A22
14 Nov 2025 21:08
Regionali, il Centrodestra ci crede. Meloni: 'Dite basta ai commedianti'
14 Nov 2025 21:03
No Meloni day a Torino, scontri con la polizia alla Citta' metropolitana
14 Nov 2025 20:55
La maggioranza riscrive la manovra. Spunta anche un condono
14 Nov 2025 20:31
La maggioranza riscrive la manovra. Spunta anche un condono
Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
Ventimila Leghe sotto i voti
Manuela Lanzarin: “La Lega in Veneto c'è”. Ma è proprio così? Nelle scosse di assestamento del dopo elezioni, è la solita storia del bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto
Pubblicato il 10-05-2012
Visto 4.405 volte
“La Lega in Veneto c'è”. E' stata la prima dichiarazione dell'onorevole leghista e ormai ex sindaco di Rosà Manuela Lanzarin subito dopo la proclamazione della vittoria del suo delfino Paolo Bordignon alle elezioni amministrative rosatesi.
“Nonostante le tempeste che hanno colpito il nostro movimento - ha affermato la deputata del Carroccio e neo-consigliere comunale di “Continuità e Rinnovamento” -, la Lega ha tenuto in Veneto e nelle sue roccaforti tra cui Verona che è diventata baluardo del nuovo corso con la schiacciante vittoria al primo turno di Tosi, e poi Cittadella con Pan e Rosà con Paolo Bordignon, paesi che nelle rispettive province sono stati i primi ad essere governati dalla Lega, una sorta di laboratorio che ancora oggi è valido, compreso e dà i suoi risultati.”
E poi ancora: “Il nostro modo di operare è e rimane vicino alla gente (...). Tutto questo è lontano dagli scandali nazionali eccessivamente amplificati dai media ma che noi rispetto ad altri siamo stati in grado di ammettere facendo poi pulizia a casa nostra.”
"We Are the Champions". Manuela Lanzarin (foto Alessandro Tich)
Nuovo corso? Sembra questo l'elemento più interessante di tali dichiarazioni. Cioè a dire: nella “nuova” Lega sempre più legata all'astro emergente di Maroni sembra quasi necessario, almeno a parole, dover tagliare col passato.
Ma Manuela Lanzarin, i risultati della cui Amministrazione - le va riconosciuto - hanno rappresentato un formidabile assist per il trionfo di Bordignon, ha dato un tocco troppo roseo all'analisi del presente, confermando - nelle scosse di assestamento del dopo elezioni - la solita storia del bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto.
Perché è vero che Verona, Cittadella e Rosà sono tre esempi di un Carroccio in salute, ma è altrettanto vero che nel resto del Veneto non è andata proprio così.
Perché dal responso dell'urna non emerge una, bensì dieci, ventimila Leghe sotto i voti. C'è la Lega di Marita Busetti, potente sindaco uscente di Thiene - altro feudo “padano”, sin dall'era Schneck - e segretario provinciale leghista, fermatasi al 29% al primo turno e costretta al ballottaggio con Giovanni Casarotto del listone Pdl-Pd-Udc-Civiche che domenica e lunedì scorsi ha ottenuto un sorprendente 46,48%.
E cosa non ti dichiara oggi la Busetti sulla stampa? “Anch'io mi farei grillina, siamo in sintonia”. Per forza: a Thiene il Movimento 5 Stelle ha sbancato le previsioni raccogliendo oltre il 18% dei consensi. Come non essere tutti grillini (persino Zaia oggi li ha sdoganati) ora che il loro voto deciderà le sorti del secondo turno elettorale?
C'è poi la Lega che ha perso in malo modo nei Comuni veneti più grossi (Conegliano Veneto, Belluno, Feltre, Mira, Mirano, Jesolo, Vigonza) e che non può non suonare un campanello d'allarme sulla tenuta, in ambito regionale, della sua proposta politica.
E poi c'è il caso a sé di Verona e di Flavio Tosi: un sindaco con le palle, in primo luogo nei confronti del suo stesso partito (pardon, movimento), che avrebbe vinto anche se si fosse candidato con la lista del Pandoro.
A sostenere il sindaco uscente leghista che l'anno scorso ha celebrato i 150 anni dell'Unità d'Italia è stata una coalizione di sette liste: tra queste, la Civica per Verona-Tosi Sindaco che da sola ha raccolto oltre il 37% dei voti e la Lega Nord, che da sola ha invece raggranellato un non certo entusiasmante 10,83%.
E i piccoli Comuni? Qui si va a macchia di leopardo, con qualche Amministrazione conquistata dal Carroccio. Ma brucia fortemente il caso di Sarego, basso vicentino, sede del parlamento padano e finito sui giornali nazionali per l'elezione del primo sindaco a cinque stelle, con un solo seggio rimasto alla Lega. E alle porte di Bassano, nella trevigiana Borso del Grappa, la Lega Nord - che guidava l'Amministrazione comunale uscente - prende il deltaplano e se ne va.
Ecco perché, parlando del voto amministrativo, il bicchiere della Lega ha un contenuto diverso a seconda di come lo si vede o lo si vuole vedere.
Ma se davvero da via Bellerio sta arrivando il “nuovo corso”, sono sussulti e contraddizioni inevitabili.
Più visti
Elezioni Regionali 2025
10-11-2025
Elena Pavan: “Sono pronta a rimettermi in gioco”
Visto 11.806 volte






