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Fumata nera per l’elezione del presidente del consiglio comunale. La maggioranza candida Antonio Guglielmini ma Roberto Gerin (Lega) si oppone. Le minoranze si astengono e la votazione si conclude con un nulla di fatto

Pubblicato il 02-11-2023
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Ore 18.20: entro in una sala del consiglio ancora deserta o quasi.
C’è però già un cittadino - il primo dei pochi temerari che sfideranno la pioggia per essere qui - che siede sulla prima fila riservata al pubblico. È Raffaele Di Rosa, mister Bella Capri, decano dei pizzaioli di Bassano, ritornato in quella sala che lo vide sedere sui banchi di maggioranza durante il primo mandato del sindaco Gianpaolo Bizzotto.
Ma il buon Raffaele presenzia al consiglio sbagliato: la Pizza Capricciosa è già stata servita nella seduta consiliare di martedì scorso.

Il consiglio comunale durante l'intervento di Roberto Gerin (foto Alessandro Tich)

Quello di stasera è il secondo tempo del film iniziato proprio martedì, con l’ormai risaputa uscita dalla sala della capogruppo di Impegno per Bassano Marina Bizzotto che ha fatto mancare il numero legale alla maggioranza, seguita a ruota dalle minoranze in blocco con conseguente stop ai lavori del consiglio e rinvio in seconda convocazione alla data odierna per la trattazione dei rimanenti punti all’ordine del giorno.
L’ultimo dei quali è quello per il quale mi trovo questa volta fisicamente qui: l’elezione del presidente del consiglio comunale, carica vacante dallo scorso luglio.
Per quanto l’esito del voto sia già scritto nelle stelle. “Questa sera il nuovo presidente non viene eletto”, mi anticipa un esponente della maggioranza.
Lo immaginavo, ma io sono qui anche per capire il come e il perché.

Dopo i fuochi d’artificio dell’altro ieri - che mi sono perso - so benissimo, come poi confermerà l’andamento delle cose, che oggi non ci saranno imprevisti di quel tipo.
Verso le 18.30 inizia il consueto défilé di consiglieri e componenti di giunta che, entrando in sala, devono transitare di fianco al solito scranno riservato ai giornalisti.
“Ci sono”, mi dice passandomi davanti la consigliera della Lega Giada Pontarollo che martedì scorso - come ho riportato nel mio articolo “Dolcetto o Scherzetto” - era invece una delle due assenti della maggioranza.
Poi si fa l’appello. Sono presenti 21 consiglieri su 24.
Tra i banchi di opposizione è assente giustificato Roberto Campagnolo.
Sul fronte opposto della maggioranza mancano invece nuovamente in due: le consigliere di Forza Italia-Cittadini di Bassano Chiara Tessarollo e Lucia Fincato. I consiglieri di centrodestra sono così in 12, come l’altro ieri, in soglia minima ma sufficiente per il numero legale.
Volendo - ma proprio volendo, anche se non sarebbe davvero il caso - si potrebbe fare un nuovo scherzetto: ma non siamo più ad Halloween.
E la transfuga per una notte Marina Bizzotto non solo non si alza dal suo posto, ma vota tutte le delibere in sintonia con il resto della maggioranza.
Anche se le due sedie libere alla sua sinistra, quelle lasciate vuote dalle due consigliere assenti che la separano dagli altri colleghi di centrodestra, rappresentano quasi - vedasi la foto pubblicata sotto - un’immagine metaforica dell’isolamento a cui la Bizzotto è stata relegata in seno alla coalizione.

Ne ho seguiti di consigli comunali in tanti anni, ma uno così veloce non me lo ricordo. Sembra quasi che ci sia un accordo trasversale per farlo concludere il prima possibile.
Ci sono ancora sette punti residui all’ordine del giorno da discutere e da votare e i primi sei vengono presentati, approvati e archiviati nel giro di mezz’ora, senza alcun intervento dai banchi consiliari né dichiarazione di voto.
Quando si arriva finalmente all’ultimo e fatidico punto 15, quello dell’elezione del presidente del consiglio comunale, sono appena le 19.16.
Il vicepresidente del consiglio comunale Riccardo Poletto, che presiede l’assemblea quale facente funzioni per il quarto consiglio consecutivo, ricorda che questa è la prima votazione. La votazione è pertanto unica e per eleggere il presidente in questa tornata servono almeno 17 voti, vale a dire i 2/3 dei componenti del consiglio stesso.
Poletto chiede quindi all’assemblea se ci sono candidati.
Interviene la capogruppo di #PavanSindaco Ilaria Brunelli: “Come maggioranza candidiamo Antonio Guglielmini.”
Maggioranza sì, ma non tutta.

Prende infatti la parola il capogruppo della Lega Roberto Gerin che esordisce: “Mi trovo in enorme difficoltà e disagio a dire le cose che dirò.”
“In un mio precedente intervento avevo illustrato le caratteristiche che deve avere un presidente del consiglio, che deve essere un presidente del consiglio condiviso - aggiunge -. La politica ha deciso diversamente, prevaricando.”
Gerin, dato per papabile candidato presidente del consiglio ma silurato proprio dal gruppo #PavanSindaco che oggi conta 6 consiglieri contro i 5 della Lega, contesta il “metodo che è stato adottato” per la scelta del candidato di maggioranza.
“Non posso trovare condivisione sul nome - dichiara - e pertanto comunico che il mio voto sarà contrario.”
Et voilà, la frattura è servita. Gerin tuttavia afferma: “Non è una spaccatura”.
Dunque, se “spaccatura” non è, bisognerà cercare sul vocabolario un sinonimo che descriva esattamente di che cosa si tratta. Magari lo farò in un altro momento.

Dal fronte di minoranza, Angelo Vernillo ringrazia innanzitutto Riccardo Poletto “che da quattro consigli comunali svolge il compito di vicepresidente del consiglio”.
Ma ribadisce che il suo posto è sui banchi di opposizione dove può dare “il suo apporto di idee e di pensiero” che l’attuale ruolo provvisorio gli impedisce invece di esprimere.
Vernillo comunica che “le minoranze non hanno nessun nome da sottoporre” ed aggiunge come “il metodo sia importante”.
“Se la politica lo vuole, il tempo c’è per trovare una soluzione condivisa - continua il leader di opposizione -. Non possiamo trovarci di fronte a un “prendere o lasciare” di fronte a un’unica proposta che non è passata nemmeno per un incontro dei capigruppo, dove si può fare sintesi con quella voglia di dialogare che non c’è stata.”
Il capogruppo di Bassano Passione Comune propone pertanto “un tavolo di incontro per poter ragionare”. “Una figura che arriva al termine di un percorso così accidentato - rimarca Vernillo - farà molta fatica ad essere il presidente del consiglio comunale di tutti.” “Qualcosa nel vostro metodo si è inceppato - conclude, rivolgendosi alla maggioranza -. Per questo proponiamo un tavolo di metodo.”
Si arriva quindi alle dichiarazioni di voto. Roberto Gerin non parla più, ha già annunciato come voterà. Ilaria Brunelli conferma: “La maggioranza voterà Antonio Guglielmini.” E rimbecca alle opposizioni: “Avremmo voluto anche noi il tavolo, ma martedì sera non c’era nessuno qua davanti.”
Angelo Vernillo annuncia il voto di astensione delle minoranze, ribatte a Ilaria Brunelli che i tavoli della politica non si fanno in consiglio comunale e le replica testualmente: "Rispediamo col sorriso al mittente la sua triste provocazione." "Adolescenziale", aggiunge qualcuno facendosi sentire.
Mi compiaccio della mia scelta di affrontare la pioggia anche stasera: sapevo che, nonostante tutto, non sarei venuto qui invano.

Si arriva dunque al voto sul nome dell’unico candidato per la presidenza del consiglio comunale Antonio Guglielmini, consigliere di #PavanSindaco.
E la fumata, visti i presupposti, non può che essere nera: 12 voti favorevoli (maggioranza più sindaco, meno Gerin), 8 contrari (Bertoncello, Fontana, Gerin, Poletto, Taras, Trevisan, Vernillo e Tasca) e 2 astenuti (Cunico e Facchin).
Non è stato raggiunto il quorum dei 2/3 dei consiglieri, pari a 17 voti, e niente elezione.
Sono le 19.30: The End. Almeno per questa volta.
Tutti a casa, compresi i pochi arditi del pubblico che hanno affrontato le intemperie per assistere a tutto ciò. Senza neppure poter dire “che pizza”, in onore di Raffaele Bella Capri, visto che la seduta-sprint del consiglio è durata meno di un’ora.
L’ordine di scuderia da Brunelli e dintorni era quello alla Totò: “Vota Antonio Vota Antonio”.
Ma qualcosa si è rotto nel megafono.
Me ne sono andato via anch’io e anche subito, visto il tempaccio di fuori.
Ma fonti bene informate, perché presenti alla scena, riferiscono di un animato battibecco - chiamiamolo così - tra Gerin e Guglielmini in piazza dopo la fine dei lavori consiliari.
No, non è spaccatura.

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