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Ci salverà l’Ecobonus? In giorni di grande apprensione per un possibile nuovo “buco nero” economico e sociale da lockdown, gli imprenditori e gli artigiani bassanesi legati al mondo dell’edilizia sono alle prese con la partenza del grande business dell’Ecobonus. Migliorie per l’isolamento termico, la sostituzione di impianti di climatizzazione, gli interventi antisismici saranno opere sussidiate con un credito d’imposta del 110% del valore dei lavori svolti se, a seguito di questi lavori, sia certificato un miglioramento di almeno due classi energetiche. Architetti, geometri, professionisti del mondo dell’edilizia, associazioni di categoria sono in fermento per sviscerare nel dettaglio punti oscuri e l’operatività di quello che potrebbe essere un provvedimento cruciale per rilanciare l’edilizia ed efficientare una platea importante di edifici vecchi e non più “eco friendly”. Le aspettative sono enormi: da parte delle imprese per ridare slancio al settore e da parte dei cittadini che sognano di ristrutturare casa senza - in teoria - metterci il becco di un quattrino. Si parla di cifre enormi mobilitate dai cantieri delle prossime ristrutturazioni: addirittura 2 miliardi di euro solo in Veneto, ma sono numeri che per ora non hanno ancora nessuna certezza come ci spiega Luigi Schiavo, presidente della sezione edile e impianti di Confindustria Vicenza.
Le imprese vicentine e bassanesi sono pronti per partire con progetti e lavori?

Luigi Schiavo - Confindustria Edilizia Vicenza
Burocrazia a parte, le imprese vicentine sono tutte pronte. Bisogna far partire in fretta i lavori perché se non ci sarà la proroga dei termini dopo il 2021 si rischia un grande flop. Confindustria e Ance chiedono almeno altri 3-4 anni di durata del provvedimento, ma sarebbe auspicabile una messa a regime di questi benefici, così come è avvenuto per le altre agevolazioni edilizie.
Inoltre ci sono tutte le criticità legate ai rallentamenti causati dalla pandemia…
Certo, ma sarebbe comunque impensabile portare a termine progettazioni e lavori entro il 2021, caricando inutilmente le imprese e rischiando di lasciare fuori tutti quei cittadini potenzialmente interessati. Si tenga conto che perderemo ancora settimane, forse mesi, per mettere a punto i documenti da esibire.
Quali criticità emergono nel vicentino? L’Ecobonus ormai è diventato un argomento “cult”…
La normativa prevede responsabilità a vario titolo per committenti, progettisti e aziende. I professionisti si stanno attrezzando per “coprirsi” dal rischio professionale con polizze ad hoc, ma l’argomento è complesso. Le banche chiedono garanzie, come ovvio, per proteggersi da eventuali irregolarità connesse al credito d’imposta. E poi c’è tutto il mondo dei condominii che presenta tanti punti ancora da chiarire: pensiamo solo al meccanismo per il quale il voto contrario di un condomino blocca i lavori.
Dalle banche cosa vi aspettate?
Si stanno attrezzando per rispondere dal punto di vista della cessione del credito. Sono in attivazione protocolli di collaborazione a vari livelli, sono molto fiducioso della loro risposta. Le banche hanno grande bisogno di “impiegare” risorse con un ottimo grado di garanzia.
Quanti investimenti potrebbe muovere nel vicentino? Girano, come anticipato, cifre esorbitanti. Però non si sa su quali presupposti siano state formulate.
E presto per far stime, i numeri che si leggono sono previsioni fatte per dare qualche ordine di grandezza. Una cosa è certa: il patrimonio immobiliare vicentino, così come quello del bassanese più nello specifico, è molto vecchio e sono rare le case in “classe A”. Si tratta solo degli edifici recentissimi. Quindi potenzialmente sono decine di migliaia i possibili interventi, senza contare i grandi edifici o i complessi immobiliari con decine di unità. Oggettivamente è difficile stabilire se muoverà questi famosi 2 miliardi di euro che abbiamo letti nei giorni scorsi. Certo, le aspettative sono enormi, visto anche il prossimo periodo di incertezza economica che ci apprestiamo a vivere.
Sul versante occupazione che effetti prevedete?
Sarei felice se i saldi attuali rimanessero invariati. Si tenga presente che non è così semplice trovare personale specializzato che potrebbe servire per i lavori di ristrutturazione. I lavoratori che, per esempio, avevano perso il posto nella grande crisi del 2008 nel frattempo hanno trovato altri impieghi. Se, invece, la misura diventerà strutturale allora anche nel vicentino potrebbe ripartire un nuovo mercato del lavoro per figure specializzate.
Le criticità che i suoi colleghi in Confindustria le espongono con più insistenza?
Senza dubbio la “montagna” burocratica che ci troveremo davanti. Questo spaventa tutti, forse molto di più gli stessi proprietari di immobili. Ad oggi contiamo un minimo di 38 adempimenti amministrativi per far partire una pratica edilizia di questo genere.
Un provvedimento come l’Ecobonus, che sulla carta per alcuni soggetti potrebbe permettere di rimodernare ville e immobili di pregio addirittura con un guadagno fiscale, è sostenibile dalle finanze di questo Paese?
Se si replicheranno gli ottimi risultati di introiti fiscale e di indotto generati dai precedenti bonus edilizi, allora direi che è una scommessa da fare assolutamente. Il gettito Iva e Irpef movimentato è stato davvero enorme. Altri tipi di bonus, con risorse sprecate qua e là senza una strategia, sono molti più pericolosi. Per quanto riguarda la sostenibilità dei conti nel breve termine, vedremo che ragionamenti faranno sulla durata temporale del bonus.
Perché qualcuno comincia a riflettere sul fatto che i proprietari di immobili si troveranno il patrimonio messo a nuovo alle spalle del debito futuro della collettività, o peggio ancora di chi patrimonio proprio non ne ha.
Se è vero che quasi l’85% degli italiani è proprietario di casa è difficile sostenere che si avvantaggi qualcuno in particolare. Se fosse il 30% allora sarei d’accordo con chi sostiene questa tesi, ma si tratta di benefici trasversali. Potrà usufruire dei bonus chi ha l’appartamento da 60 mq e chi ha la villetta singola.
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