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Vuoto a rendere
Concluso il confronto per l'approvazione della nuova variante urbanistica sui nuovi indirizzi di sviluppo commerciale per il centro storico di Bassano. Che si divide in “tre livelli” di intervento. Si apre ora l'iter amministrativo

Uno dei tanti negozi sfitti in centro storico a Bassano (foto Alessandro Tich)
Con tutti quei negozi vuoti, per il centro storico di Bassano del Grappa è difficile vedere il bicchiere mezzo pieno. La rivitalizzazione del salotto cittadino, a partire dal rilancio degli insediamenti commerciali, è un muro contro il quale, fino adesso, le teste pensanti della pianificazione amministrativa della città sono sempre andate a sbattere. Un problema che ancora nel 2013, con l'Amministrazione Cimatti, ha fatto nascere il Laboratorio di Progettazione Partecipata all'Urban Center: un tavolo di lavoro che vede tra i suoi fondatori il Comune, la Confcommercio mandamentale, l'Urban Center e il Consiglio di quartiere Centro Storico.
Scopo del Laboratorio, quello di creare una cabina di regia tra gli attori che a vario titolo vivono e operano in città - con particolare riferimento al centro storico - al fine di delineare strategie e intraprendere azioni utili al miglioramento della qualità di vita e all'ottimizzazione dell'offerta economica della città. E' in questo ambito che, con l'attuale Amministrazione, si è sviluppato un “iter partecipativo” in vista dell'adozione di una variante urbanistica che in ottemperanza alla legge regionale sul commercio definirà i nuovi indirizzi per gli insediamenti commerciali e non solo nel cuore della città.
Il confronto sul nuovo strumento urbanistico si è concluso lo scorso 31 marzo in sala Chilesotti - presenti i rappresentanti delle categorie economiche, dell'Urban Center e del quartiere Centro Storico - e subito dopo Pasqua la variante passerà all'esame della competente commissione consiliare del Comune, prima di approdare in consiglio comunale.
Il riassetto delle funzioni urbane del centro storico punterà sostanzialmente, come anticipa l'assessore alla Pianificazione urbana sostenibile Linda Munari, “a un riequilibrio del mix di funzioni che lo caratterizzava quale centro della città e che ne potrà garantire in futuro la vivibilità.” Il che significa - tradotto dal linguaggio urbanistico a quello dell'uomo della strada, che poi è quello che frequenta il centro - non solo una città di negozi.
“Le azioni da mettere in atto - spiega dunque l'assessore - sono quindi finalizzate a favorire la continuità degli itinerari commerciali, il riuso dei contenitori vuoti, la riconfigurazione degli spazi pubblici, la valorizzazione degli aspetti storici e paesaggistici.”
Come far dunque convivere tutte queste anime in un unico corpo?
“L'attuale normativa - specifica Linda Munari - individua un unico ambito indifferenziato di centro storico e alcune vie a prevalente vocazione commerciale, su cui sono state poste in passato limitazioni all’insediamento di attività direzionali. Oggi invece si propone di individuare all’interno dell’ambito del centro città tre diversi livelli: le vie a prevalente vocazione commerciale, ambito del transito turistico; un’area “cuore” denominata “Città antica e borghi storici” e un’area esterna corrispondente grossomodo agli spazi esterni alle mura e al limitare dei borghi di Angarano, Margnan, Leon.”
Accanto alle attività commerciali, quindi, “si proporrà di aprire la possibilità di insediare le attività del terziario direzionale che si ritiene possano dare un contributo importante alla valorizzazione del centro città”.
“Ci si propone ora di riportare nella città storica le funzioni centrali che ne erano state espulse - spiega ancora l’assessore Munari -, oltre a promuoverne l’inserimento di altre, il tutto all’insegna dell’innovazione, ma anche della valorizzazione dell’identità culturale, storica ed economica, considerata anche l’alta percentuale di “negozi e locali sfitti” emersa dall’analisi di Confcommercio.”
Ergo: nelle vie a prevalente vocazione commerciale - già definite dallo strumento urbanistico attuale, e già oggetto di una nuova ricognizione, sarà immesso “il direzionale ove possibile e con l'intento di ricreare l'equilibrio tra le diverse funzioni: storico-culturale, commerciale, direzionale, residenziale”. Con un'unica eccezione tra le attività che potranno insediarsi dentro e immediatamente fuori le mura: le case da gioco e da scommesse saranno infatti escluse da tutto l'ambito del centro città.
“La variante che verrà proposta - commenta una nota stampa del Comune di Bassano - adegua quindi lo strumento urbanistico alla normativa vigente per quanto attiene aspetti ricognitivi, normativi e di semplificazione delle procedure in tema commerciale. L’Amministrazione però è andata oltre il puro recepimento degli obblighi normativi, ampliando il ragionamento sul sistema commerciale e proponendo quindi nuovi indirizzi per il centro storico, punto focale importante per il rilancio del territorio.”
Contestualmente alla nuova “riorganizzazione di funzioni” per il centro storico, e sempre in rispetto alla legge regionale, viene apposto un timbro alla regolamentazione dell'insediamento delle nuove medie e grandi strutture commerciali in ambito comunale.
Già nei precedenti incontri, infatti, le categorie economiche avevano evidenziato la necessità di compiere scelte urbanistiche indirizzate a un riequilibrio tra domanda e offerta, specie dopo l’apertura degli ultimi insediamenti commerciali in viale De Gasperi. Erano invece favorevoli all’insediamento di medie e grandi strutture all’interno del centro storico laddove si discutesse di un intervento commerciale di qualità in grado di restituire attrattività e rigenerare il tessuto economico, sociale e culturale del cuore della città.
“Abbiamo valutato attentamente questa indicazione - conclude l’assessore Munari -. Con la nuova proposta di variante urbanistica non sono infatti previsti ambiti di localizzazione di nuove strutture commerciali sopra i 1500 mq nelle aree ancora libere. Abbiamo invece rinviato ad una successiva fase, conclusi i necessari approfondimenti progettuali, la definizione di politiche di rigenerazione delle aree dimesse e degradate, peraltro in attuazione di quanto già previsto dal Piano di assetto del territorio.”
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