Connessioni contemporanee
Un dialogo col presente
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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
Pubblicato il 05-04-2012
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Umberto Bossi si è dimesso da segretario federale della Lega Nord, presentando le sue dimissioni “irrevocabili” all'apertura del Consiglio federale riunitosi oggi in via Bellerio a Milano per sostituire il tesoriere del Carroccio Francesco Belsito, indagato a Milano per truffa i danni dello Stato e per appropriazione indebita e a Napoli e Reggio Calabria per riciclaggio.
“Chi sbaglia paga, qualunque sia il cognome che eventualmente porti” - ha detto Bossi durante il federale della Lega, secondo quanto ha riferito l'europarlamentare Matteo Salvini in un intervento a Radio Padania. Sempre secondo il resoconto di Salvini, il leader dimissionario avrebbe preso la clamorosa decisione “per il bene del movimento e dei militanti”.
A fronte della “scelta irrevocabile” del senatùr, il Consiglio federale ha provveduto alla nomina di un “triumvirato” che reggerà le sorti del Carroccio fino al prossimo Congresso federale, la cui data sarà decisa nelle prossime settimane.
Manuela Dal Lago, parlamentare vicentina della Lega Nord. Sarà lei, assieme agli ex ministri Maroni e Calderoli, a guidare il Carroccio fino al congresso dopo le clamorose dimissioni del segretario federale Umberto Bossi (foto Alessandro Tich)
Della “troika” chiamata alla guida provvisoria della Lega fanno parte gli ex ministri Roberto Maroni e Roberto Calderoli e la vicentina Manuela Dal Lago, ex presidente della Provincia e attuale deputato leghista.
E' vicentino anche il nuovo tesoriere della Lega Nord: si tratta infatti di Stefano Stefani, parlamentare leghista da cinque legislature.
Umberto Bossi rimane comunque ancora nella stanza padana dei bottoni, ma con un incarico secondario: il Consiglio lo ha infatti nominato presidente federale.
Sarà lui, a norma di statuto, a convocare il Congresso straordinario che dovrà eleggere il nuovo segretario federale. Sempre secondo lo Statuto, il Congresso dovrebbe essere convocato entro 30 giorno: ma il Carroccio sarebbe intenzionato a rinviare il tutto al prossimo autunno, per non sovrapporsi alle elezioni amministrative del 6 e 7 maggio.
La leadership di Bossi, da tempo messa in discussione da una fronda di esponenti dei vertici del partito tra cui l'ex ministro Maroni, si è trovata a fare i conti con l'esplosione dell'“affaire” Belsito e la posizione del “grande capo” si sarebbe fatta particolarmente difficile in queste ore a fronte degli ultimi sviluppi delle inchieste.
Secondo quanto riportato oggi dall'Ansa, tra la documentazione sequestrata ieri dai carabinieri del Noe e dalla Guardia di Finanza nella cassaforte dell'ex tesoriere della Lega Belsito a Montecitorio è stata rinvenuta anche una cartella con l'intestazione “The Family”. L'ipotesi degli inquirenti è che i documenti siano relativi alle elargizioni ai familiari di Bossi.
Sempre secondo quanto riferito dalle agenzie, sarebbe stato rinvenuto anche un carnet di assegni recante la scritta “Umberto Bossi”, che sarebbe stato rilasciato dalla filiale genovese della Banca Aletti dove sono stati versati i contributi elettorali della Lega. L'ipotesi degli investigatori è che dal conto, gestito dal tesoriere della Lega finito sotto inchiesta, provengano le somme destinate a spese personali dei familiari di Bossi.
Nella stessa cassaforte sarebbero state inoltre ritrovate delle ricevute che documenterebbero “spese affrontate per le esigenze di vario genere di familiari del leader del Carroccio”.
Dopo 23 anni alla guida del movimento, Umberto Bossi abbandona la carica che aveva retto ininterrottamente sin dalla fondazione della Lega Nord.
Lascia il vertice di un Carroccio diviso tra i suoi sostenitori ad oltranza e chi invece, come Roberto Maroni, sostiene che sia giunto il momento “di mettersi al lavoro per fare pulizia, andando a guardare i conti e aprendo tutti i cassetti”.