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Laura Vicenzi
Giornalista
Bassanonet.it
Storie di 33 donne, storie in musica
Sabato 20 aprile, alla Libreria Palazzo Roberti, Ezio Guaitamacchi ha presentato il suo nuovo libro
Pubblicato il 22-04-2024
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Sabato 20 aprile, la Libreria Palazzo Roberti ha ospitato in un gradito ritorno Ezio Guaitamacchi, giornalista milanese esperto di critica musicale, a sua volta musicista, e il suo nuovo libro, intitolato She's a woman (Rizzoli Lizard Editore).
In apertura della presentazione, la cantante Andrea Mirò si è esibita al pianoforte e ha cantato Just Like a Woman, brano storico scritto e interpretato da Bob Dylan; in seguito ha accompagnato con altri pezzi suggestivi e a tema la conversazione, uno tra tutti Strange Fruit, portata al successo dalla cantante jazz statunitense Billie Holiday.
Sottotitolato “Storie di coraggio, orgoglio, amore e (dis)onore di 33 regine della musica”, il libro «parla della libertà, sotto forma di coraggio, quello di 33 donne che hanno deciso di non farsi calpestare e sopraffare dalle etichette», così scrive Gianna Nannini, che ha curato la prefazione.
la vetrina di Palazzo Roberti dedicata all'ospite e al suo nuovo libro
Il “dica trentatré” è un omaggio al vinile, e ai giri in giostra sui palchi di tutto il mondo di tante regine della musica. Il titolo invece è stato preso da un festival internazionale dedicato alle artiste donne di cui l’autore fu direttore artistico dal 2001 al 2011: "Just Like a Woman".
Punzecchiato soprattutto da rivendicazioni di matrice femminista “old style” dalla giovane Elisa De Munari (in arte Elli De Mon), Guaitamacchi ha dato un assaggio di alcune delle storie che ha raccolto nella pubblicazione fornendo spunti e raccontando diversi aneddoti. Suddiviso in sezioni, corredato da fotografie e da inserti musicali a cui è possibile accedere tramite QR code, il libro non vuol connotarsi con carattere enciclopedico, ha spiegato l’autore, ma parla di artiste che anche in qualità giornalista nel corso del suo lavoro-passione in immersione nel mondo dello spettacolo ha conosciuto direttamente o in modo indiretto, attraverso la loro musica. Tra le pagine, in una sorte di inno alla biodiversità, fanno la loro comparsa tra le altre Patti Smith, Joni Mitchell, Annie Lennox, Madonna, Joan Baez, Sinéad O’Connor, Nina Simone, Courtney Love, Janis Joplin, Yoko Ono, Nico, Noa e Mira Awad.
A incuriosire (non a sorprendere) ad esempio il racconto della versione cattolico-misticheggiante attuale dell’ex sacerdotessa del punk (Patti Smith), prostrata davanti a una statuina da veggenti nei pressi di Savona; poi, senza soluzione di continuità, il tema diventato artistico della rinuncia a una figlia — data in adozione — di Joni Mitchell; un tocco di colore, le furie accese di Mama Africa (Miriam Makeba). Interessante anche il fatto che non compaiano artiste italiane nell’elenco, fatto dovuto non tanto a criteri di inadeguatezza, ci mancherebbe, piuttosto a difficoltà di gestione di narrazioni come quelle prese in considerazione nel libro da parte di entourage e uffici stampa, e ai conseguenti possibili sbocchi legali da azzeccagarbugli, del tutto all’italiana.
Di fronte a tanti volti, nomi e storie al femminile che resteranno nella Storia della musica, non può che emergere quanto sia scadente l’oggi in campo musicale, ma Guaitamacchi si è detto fiducioso: compito di chi fa divulgazione nel settore musicale — parte dei suoi libri diventano anche spettacoli — è quello di accompagnare alla conoscenza (e all’ascolto) di un passato e di figure prestigiose che sono ancora molto vicine, e degne di nota.
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