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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
E adesso c'è anche il “cocktail Hemingway”
Riscoperta e riproposta la ricetta del cocktail che il grande scrittore americano, giovane volontario dell'American Red Cross, si faceva preparare nelle osterie di Bassano
Pubblicato il 02-10-2010
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Altro che “mezo e mezo”. A Bassano ha fatto la sua comparsa - o, per meglio dire, ri-comparsa - il cocktail di Ernest Hemingway.
E' la curiosità a margine dell'interessante mostra in corso a Palazzo Agostinelli a Bassano, dal titolo “E Bassano andò alla Guerra 1914-1918”, nella quale si può leggere una guerra diversa. Non offensive studiate a tavolino, non grandi battaglie o grandi Generali, ma le sofferenze, lo sconvolgimento della vita quotidiana che una tranquilla città come Bassano e tutto il territorio circostante dovette subire. Invasa da profughi affamati, da truppe in andata e ritorno dal fonte, lottando contro la carenza di cibo, sotto il martellare delle bombe, a sua volta profughi i bassanesi stessi.
E’ una pagina di storia locale, poco nota, che ogni bassanese dovrebbe conoscere. A volte mette tristezza, altre volte può far sorridere.

La sezione della mostra "E Bassano andò alla guerra 1914-1918" dedicata all'American Red Cross. Sulla parete, a sinistra, la foto di Ernest Hemingway
L’accorta regia del Comitato Celebrazioni Storiche nel nome del Grappa, con gli esperti storici prof. Paolo Pozzato e Col. Gianni Bellò, unitamente alla Dott.ssa Renata Del Sal del Museo Civico, hanno saputo miscelare immagini e documenti estremamente interessanti.
Uno dei più curiosi è senz’altro una vecchia e malconcia motocicletta, prestito del Museo dell’Automobile “Bonfanti-VIMAR”, per la quale di primo acchito non si comprende il motivo dell’esposizione. Leggendo però la didascalia sotto l’immagine di un soldato, posta giusto sopra la moto, si viene a sapere che a Bassano, nell’ultimo anno di guerra, si acquartierò l’American Red Cross (Croce Rossa Americana) precisamente a Ca’ Erizzo.
Fra questi autisti, tutti volontari, si concentrò un vero gruppo di giovani letterati futuri scrittori, poeti e drammaturghi di fama mondiale.
Si trovarono fra gli altri John Dos Passos, Sydney Fairbanks, Dudley Poore, John Howard Lawson e, per ultimo, Ernest Hemingway.
Lavoravano due giornate su e giù per il Grappa, per il Montello, anche spesso sotto le bombe, poi toccava un giorno di completo riposo.
Qualcuno ne approfittava per scrivere o fare schizzi di paesaggi di Bassano come Dos Passos, mentre il più irrequieto Hemingway se ne andava in giro per tutti i locali della città. Aveva anche miscelato un proprio cocktail, che ogni barman od oste della zona conosceva e che gli serviva appena Ernest si affacciava sulla porta. Molti altri richiedevano il “cocktail Hemingway”, divenuto all’epoca famoso nel bassanese.
Un’altra sua passione era una motocicletta Triumph, una monocilindrica di 500 cc. con trasmissione a cinghia con la quale scorrazzava in lungo ed in largo.
Sarà stato il ghiaino o qualche cocktail in più? Fatto sta che una sera prese male la curva che sfiora gli alberi della S.S.Trinità ed andò a sbattere contro uno di questi.
Riordinando i contenuti della mostra - aperta tutti i giorni, escluso il lunedì, fino a domenica 10 ottobre - è emersa, fra note e carte, anche la ricetta del famoso cocktail.
Subito la proposta è stata accolta dal Gruppo Ristoratori Bassanesi e servita per il brindisi inaugurale. La formula è segreta, ma si sa che è stata adeguatamente...depotenziata. Ora il cocktail Hemingway troverà posto nei menù bassanesi.
Un modo leggero per sdrammatizzare una storia di dolore e sofferenze, ma utile anch’esso per ricordare la nostra storia.
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