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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
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All'ex Tribunale di Bassano, oggi sede del Tribunale di Vicenza, parte il nuovo servizio di videoconferenza per le udienze civili. Il presidente del Tribunale Rizzo: “Avviciniamo la giustizia al cittadino e facilitiamo l'accesso al sistema”
Pubblicato il 21-06-2017
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Il Tribunale di Bassano del Grappa - anzi, pardon: la sede di Bassano del Grappa del Tribunale di Vicenza - accende la televisione. E così, nella casa vuota arriva in po' di animazione. Oddio, proprio vuota no: qui oggi ci sono gli uffici dei Giudici di Pace e c'è lo sportello per il cittadino e per le imprese che consente di inoltrare e ricevere atti da e per il Tribunale di Vicenza senza doversi sobbarcare una trasferta nella città capoluogo.
Ma rispetto a quello che era prima l'ottavo tribunale del Veneto, poi soppresso e accorpato a Vicenza, è ben poca cosa.
Adesso però, grazie alla tecnologia, nella sede giudiziaria di via Marinali arrivano nuovi contenuti. La Tv in questione è il nuovo servizio di videoconferenza allestito nell'aula delle udienze civili, al primo piano di Palazzo Antonibon.
Il presidente del Tribunale Alberto Rizzo dialoga in videoconferenza con gli ospiti a distanza della presentazione (foto Alessandro Tich)
Grazie al nuovo sistema audio-video, realizzato tramite piattaforma Lync, le controparti del territorio bassanese impegnate in cause civili, assieme ai loro avvocati, possono partecipare all'udienza a Bassano collegandosi in diretta sul monitor col Tribunale di Vicenza. Una soluzione molto semplice per ridurre le distanze ed evitare le spese di trasferta: e il bello è che nessuno ci aveva pensato prima.
La tecno-novità può essere applicata per tre diversi tipi di procedure civili: separazioni e divorzi consensuali, assunzioni testimoniali e conferimenti d'incarico. A rompere il ghiaccio è stato un perito a cui il Tribunale di Vicenza ha appunto conferito un incarico via microfono e terminale video.
Ma quello di oggi è il giorno della presentazione ufficiale, in pompa magna, della nuova modalità delle udienze civili in videoconferenza a Bassano.
Il gran cerimoniere dell'evento aperto alla stampa è il presidente del Tribunale di Vicenza Alberto Rizzo, a cui va dato il merito di avere preso in mano un tribunale in condizioni disastrate e di averlo rivoltato, se non come un calzino, comunque in modo tale da permettere lo sviluppo di progressivi standard di efficienza fino a pochi anni fa impensabili. “Questo nuovo servizio per le procedure civili fa risparmiare tempo e costi - afferma Rizzo -. In questo modo si consente di avvicinare la giustizia al cittadino e di rendere più facile l'accesso al sistema.”
“La collettività - aggiunge il presidente del Tribunale berico - deve percepire la giustizia come un valore facendo sì che il cittadino abbia la consapevolezza del diritto a un sistema efficiente.”
L'aula udienze civili di via Marinali trattiene a stento gli intervenuti per l'occasione.
Ci sono fior di avvocati, della vecchia e della nuova guardia, rappresentanti politici, esponenti delle categorie economiche e anche gli irriducibili del Comitato per il Tribunale della Pedemontana Veneta. I musi lunghi del glorioso periodo delle proteste e delle manifestazioni per non far chiudere il Tribunale di Bassano sono un ricordo ed emerge anzi un sorridente clima da “vogliamoci bene” con la sempre poco amata Vicenza e di palese soddisfazione per la novità. Nella quale c'è lo zampino del Circolo Giuridico Bassanese, positivo surrogato del soppresso locale Ordine degli Avvocati, grazie alla cui collaborazione il nuovo servizio video-giuridico è stato realizzato in appena una ventina di giorni. Ovvero dal giorno, ai primi di questo mese, nel quale il presidente Rizzo ha telefonato al vicepresidente del Circolo avv. Antonio Mauro per proporgli l'idea.
E trattandosi di videoconferenza, l'incontro presenta una serie di interventi in collegamento da Roma nei quali la tecno-novità che consente alle parti di gestire il processo a distanza viene ufficialmente benedetta dai due componenti del CSM Elisabetta Alberti Casellati e Pierantonio Zanettin e dai due senatori Rosanna Filippin e Giuseppe Cucca. Da Palazzo Madama, Cucca arriva persino ad auspicare che il servizio di videoconferenza di Bassano - autentico progetto-pilota anche se ispirato da un analogo servizio attivato a Monza - possa far evidenziare le opportunità della tecnologia nel testo della Riforma del Processo Civile attualmente in discussione in Parlamento.
Sul terminale video compare anche l'avv. Fabio Mantovani, presidente dell'Ordine degli Avvocati di Vicenza, che ribadisce l'importanza di una “giustizia di prossimità”.
Disattivato quindi il monitor per lasciare i relatori a distanza ai loro impegni, tocca infine al presidente del Circolo Giuridico Bassanese avv. Rosario Tucci, al vicepresidente avv. Antonio Mauro, al sindaco di Bassano Riccardo Poletto e all'assessore regionale Elena Donazzan, presenti “fisicamente” in aula, tessere le lodi nei confronti della nuova finestra, via teleschermo, che si apre sul futuro.
Gli elogi rivolti al presidente del Tribunale Alberto Rizzo si sprecano. Il presidente del Circolo Giuridico Tucci, con quel linguaggio ricercato che solo gli avvocati sanno esprimere con naturalezza, sottolinea “l'importanza innovativa e primigenia della sua iniziativa”. Il sindaco Poletto rammenta il primo incontro avuto con lui nel quale Rizzo gli aveva detto “io devo pensare innanzitutto al Tribunale di Vicenza, ma ho importanti idee per Bassano”. L'assessore Donazzan apprezza lo “stile informale” del presidente, con il quale è facile confrontarsi e dialogare.
Il clima è davvero di quelli da “Tutti insieme appassionatamente”.
E il sindaco Poletto suscita persino un applauso spontaneo quando dichiara: “È importante che questo palazzo, Palazzo Antonibon, sia percepito dal cittadino come presidio di giustizia. Finché sarà tale noi continueremo a metterci la bandiera.”
Sulla confinante Cittadella della Giustizia - costata una paccata di milioni di euro e tuttora realmente riempita di vuoto - all'incontro di presentazione di oggi non viene fatta alcuna parola. Ma questa, cari lettori, è tutta un'altra storia.
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