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Laura VicenziLaura Vicenzi
Giornalista
Bassanonet.it

Attualità

Una scossa civile nell’anniversario del terremoto

Agli “Incontri senza censura” Giampaolo Giuliani e Samanta di Persio raccontano la loro verità sul dramma di L’Aquila

Pubblicato il 04-04-2010
Visto 3.191 volte

Al secondo appuntamento degli “Incontri senza censura” alla Bassanese si è affrontato un tema molto delicato, per il quale ci sono indagini in corso da parte della magistratura, ma soprattutto un tema civile. Si è cercato di spiegare il dramma del terremoto che ha colpito L’Aquila il 6 aprile scorso, ma si è parlato anche di inadempienze, di responsabilità, di incuria nei confronti dei cittadini, delle persone.
Ospiti di Marco Bernardi Giampaolo Giuliani e Samanta Di Persio due aquilani terremotati non qualunque: lui il geologo e ricercatore che aveva dato l’allarme a cui la scienza e le istituzioni non hanno creduto e che ha appena pubblicato “L’Aquila 2009. La mia verità sul terremoto”, scritto a quattro mani con Alfredo Fiorani, in cui racconta la storia di un disastro annunciato; lei scrittrice che ha pubblicato “Ju Tarramutu”, in cui riporta testimonianze inedite di persone colpite dalla tragedia, e autrice di molti articoli di denuncia sul trattamento riservato ai cittadini aquilani terremotati.
"Si è trattato di un terremoto “amico”- esordisce lei, cioè di un sisma che aveva bussato più volte e suonato alle porte prima di arrivare. E questo è lo stesso grande rammarico di Giuliani, un ricercatore che ha trascorso molti anni ad osservare e a studiare questo tipo di evento naturale, e che parla, con la semplicità di chi vuol farsi capire da tutti, di dati fisici, di rilevazioni scientifiche e di “precursori sismici” inequivocabili, affermando così con forza la prevedibilità dei terremoti, di questo terremoto.

Marco Bernardi con Giampaolo Giuliani e Samanta di Persio

Dal 1990 Giuliani sta studiando il radon, un gas naturale che assume un comportamento particolare in concomitanza di un evento sismico. Attraverso una rete di stazioni di rilevazione e la comparazione dei loro dati, Giuliani ha effettuato nel tempo una serie di verifiche sull’efficacia della sua tecnica, risultati positivi che ha comunicato agli organi di ricerca scientifica preposti che però hanno sempre ufficialmente rifiutato le sue conclusioni e affermato che i terremoti non si possono prevedere. E il ricercatore diventa quasi un bandito, uno che procura allarmi, da monitorare e da tenere sott’occhio e orecchio.
Restano i fatti: il terremoto si è verificato con l’intensità e nei tempi previsti, la gente della città classificata ad alto rischio sismico non era stata adeguatamente preparata né protetta, sono morte al momento del terremoto 308 persone e ad oggi si è arrivati a 2000.
Altri fatti: la sera del dramma la popolazione è stata invitata ad andare a dormire perché lo sciame di scosse (in realtà si trattava di quattro mesi di episodi crescenti e continui e di un fenomeno appartenente ad una crisi sismica su scala mondiale) dissipava energia e quindi era tranquillizzante.
Una comunicazione che ha rassicurato chi ci ha creduto e che poi è morto nella sua casa e che va contro un’altra verità scientifica: L’Aquila ha un fattore 10 di amplificazione sismica, come aveva affermato anche Gaetano De Luca, per cui la scossa verificatasi a 2000 metri di profondità è giunta in superficie con una forza enormemente amplificata dalle onde di propagazione, il movimento è stato sussultorio e ondulatorio, e in più di torsione. Giuliani ha ricordato l’incubo del rumore, uno sferragliare di tanti treni in corsa provocato dal metallo nel cemento armato delle case.
Samanta Di Persio ha raccontato anche il poi, i giorni dei soccorsi e l’attualità: l’inadeguatezza dei mezzi e la confusione dei ruoli, l’imposizione subita dalla popolazione di essere divisa, i divieti di aggregazione, la voglia di riprendersi la città. Hanno entrambi parole di ringraziamento per gli angeli, i vigili del fuoco, i volontari della Protezione Civile, uomini e donne che sono andati ad aiutare e che se ne sono andati in silenzio.
E parole di fuoco per un’altra Protezione Civile, quella che si muove su fuoristrada d’ultimo modello, elicotteri ed aerei personali, che avrebbe dovuto proteggere e che non l’ha fatto; parole d’indignazione per chi non ha l’onestà di riconoscere l’enorme sbaglio fatto, e rabbia per chi cammina sulle macerie rese sacre dal sangue degli aquilani con la certezza che un terremoto costa in termini di vite umane, ma che fa muovere anche il PIL.

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