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Alessandro TichAlessandro Tich
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Habemus Dubium

Tribunale della Pedemontana: a proposito dei tempi previsti per il disegno di legge del Governo. Il presidente del Comitato per una Giustizia di Qualità a Vicenza, avv. Gaetano Crisafi: “Stiamo solo rincorrendo annunci”

Pubblicato il 08-05-2025
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“Un bel dì vedremo”, canta Madama Butterfly nella celebre opera di Puccini.
E potrebbero cantarlo, tutti in coro, anche i sostenitori del Tribunale della Pedemontana riguardo alla tempistica con cui dovrebbe approdare in Parlamento l’annunciato schema di disegno di legge del Governo sulla revisione della riforma della geografia giudiziaria, con contestuale resurrezione dell’ottavo Tribunale del Veneto a Bassano del Grappa.
A quanto pare, infatti, la data di conclusione dell’iniziativa di legge governativa e di successivo inizio dell’iter parlamentare della proposta legislativa è attualmente rimandata ad un “bel dì” di un ancora indefinito futuro.

L’avvocato Gaetano Crisafi (foto Alessandro Tich - archivio Bassanonet)

Non c’è al momento alcun riscontro oggettivo per affermare il contrario.
Sia il sottosegretario alla Giustizia number one (in ordine di apparizione) Andrea Ostellari, l’anno scorso in campagna elettorale a Bassano, che il sottosegretario alla Giustizia number two Andrea Del Mastro Delle Vedove, pochi giorni fa a Padova, hanno posticipato i termini della questione “entro il termine della legislatura”.
Lo avevo già scritto nel precedente articolo “Poste Italiane” e lo ripeto anche in questa sede perché, come direbbero gli avvocati che adorano le formule in latino e anche qualche consigliere comunale bassanese dal latinismo estemporaneo, repetita iuvant.
La cosa interessante è che sulle ultime e recenti dichiarazioni di Delmastro Delle Vedove che rinviano la questione alle calende romane - le quali, per certi versi, sono ancora più insidiose di quelle greche - dal fronte bassanese non si sono registrate a tutt’oggi reazioni ufficiali.
Ma che si dice sul fronte opposto, lungo la Linea Maginot del Bacchiglione, e cioè nella nostra malvolentieri riconosciuta città capoluogo?
Per cercare di capirlo intervisto l’avv. Gaetano Crisafi, presidente del Comitato per una Giustizia di Qualità a Vicenza.
Il quale conferma le sue espressioni di dubbio a riguardo di tutta l’intera vicenda.
Che dire, per essere sul pezzo delle importanti notizie di questi minuti dal Vaticano?
Habemus Dubium.

Avvocato Crisafi: cosa può dirci riguardo alle recenti dichiarazioni del sottosegretario Delmastro Delle Vedove, che confermano quanto dichiarato un anno fa dall’altro sottosegretario Ostellari, riguardo ai tempi di questo disegno di legge del Governo che dovrebbe revisionare la geografia giudiziaria, includendo anche l’istituzione del Tribunale della Pedemontana?
Guardi, noi stiamo rincorrendo annunci da anni. Il disegno di legge sul Tribunale della Pedemontana firmato dalla senatrice Mara Bizzotto e da altri parlamentari vicentini al Senato è stato ritirato e oggi, da un punto di vista oggettivo, non c’è nessun altro provvedimento che in qualche modo autorizzi chiunque a ritenere che il Tribunale della Pedemontana sia un Tribunale che verrà aperto. Stiamo solo rincorrendo annunci.

Sì, però, sempre in tema di annunci, rimane sempre in sospeso questo “super annunciato” disegno di legge del Governo…
Rispondendo in Senato al senatore Zanettin, il sottosegretario Delmastro Delle Vedove disse a gennaio che “a stretto giro di posta” sarebbe stato depositato uno schema di disegno di legge. Era gennaio, adesso siamo a maggio e non è stato ancora depositato nulla. Come Comitato abbiamo fatto tutte le iniziative che ritenevamo e riteniamo utili a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’assoluta inutilità del progetto pedemontano. Abbiamo chiesto al governatore Zaia, visto che pare che adesso si interessi anche di giustizia, di essere da lui ricevuti. Non abbiamo ancora ottenuto alcun riscontro.

Zaia però si è esposto a favore del Tribunale della Pedemontana…
Certamente. Pur non essendo la materia della giustizia una competenza specifica della Regione, salvo qualcosa per quanto riguarda il giudice di pace, ne prendiamo atto. A questo punto abbiamo chiesto a Zaia, visto che non ha mai sentito l’altra campana e visto che il governatore rappresenta tutti i cittadini, che senta anche l’avvocatura e in particolare il Comitato degli avvocati di Vicenza.

A Bassano però si continua a dire che questo disegno di legge del Governo prima o poi verrà fuori.
Quand’anche così fosse, e non dubito che probabilmente qualcosa verrà partorito visti tutti gli annunci fatti da vari esponenti politici, ci scontriamo contro una realtà oggettiva che è quella della carenza di organici, come è noto a chiunque, che renderebbe impossibile istituire un ottavo Tribunale in Veneto. Sia per quanto riguarda i magistrati che per quanto riguarda il personale e sia per quanto riguarda l’aspetto logistico. Perché, come è stato più volte sottolineato, il palazzo di giustizia che è stato costruito a Bassano non è sufficiente a contenere il personale che dovrebbe, e lo diciamo sempre al condizionale, essere addetto al Tribunale della Pedemontana.

In conclusione, questa cosa gliela devo chiedere. Il vostro Comitato, come dice il suo stesso nome, si batte per il mantenimento di una giustizia di qualità a Vicenza. Però qui in riva al Brenta voi siete percepiti come quelli che sono “contro Bassano”. Lei cosa replica?
Me ne rendo conto ma non è così. Nel momento in cui il Tribunale di Vicenza ottenesse quello che gli spetta e cioè un organico pieno per quanto riguarda magistrati e personale amministrativo, il fine del Comitato per una Giustizia di Qualità a Vicenza si potrebbe dire raggiunto. Quindi non è un Comitato “contro Bassano”. È evidente che la creazione di un ottavo Tribunale andrebbe a ledere quella che è l’amministrazione giudiziaria a Vicenza e anche a Bassano. È questo il motivo per cui noi ci siamo costituiti. Non abbiamo nulla contro Bassano, anzi la rispettiamo e rispettiamo l’avvocatura bassanese. Abbiamo qualche perplessità in più allorquando la materia giudiziaria venga trattata da soggetti che non sono titolati a farlo.

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