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Alessandro TichAlessandro Tich
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Meeting di Volo Libero

Liberata a Tortima l’aquila reale trovata ferita lo scorso febbraio a San Nazario. Ha ripreso vigore grazie alle cure del Centro Recupero Rapaci di Fimon e ha spiccato nuovamente e finalmente il volo

Pubblicato il 19-04-2025
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Per anni, in prossimità della Pasqua, abbiamo scritto del Meeting Internazionale di Volo Libero che si svolge alle pendici del Grappa.
Ora quel Meeting si chiama Trofeo Montegrappa e l’edizione 2025 avrebbe dovuto svolgersi proprio in questi giorni, ma è stata annullata a causa del meteo instabile e poco favorevole al volo.
Ma noi siamo comunque in grado di scrivere di un Meeting di Volo Libero: non ci sono parapendii e deltaplani però, ma due grandi ali spiegate verso la libertà.

L'aquila reale appena liberata

Nella giornata di ieri è stata infatti liberata l’aquila reale trovata ferita due mesi fa in un giardino a San Nazario.
Lo scorso 26 febbraio il maestoso rapace era sceso in Valle per predare pollame, ma non era più riuscito a rialzarsi in volo.
Per due mesi a prendersi cura dell’aquila è stato Alberto Fagan, grande esperto di rapaci e gestore del Centro Recupero Rapaci di Fimon, sui Colli Berici.
Gli era stata consegnata dagli agenti della Polizia Provinciale di Vicenza, chiamati a San Nazario da Renato Campana. Campana racconta che l’aquila reale era planata nel giardino dell’amico Luigi Campana. Era talmente indebolita e bisognosa di cure, da affidarsi senza timore alle braccia di Luigi e da lasciarsi persino accarezzare.
“Era debilitata - riferisce Fagan -. Pesava solo 3,6 kg e aveva un leggero gonfiore sul gomito dell’ala destra, tanto da ipotizzare un trauma da urto. Per curarla al meglio, mi sono consultato con il professor Mauro Delogu dell’Università di Bologna, specializzato in Scienze Mediche Veterinarie. È stata riscontrata un’anemia importante, dovuta, a detta del prof. Delogu, a saturnismo, cioè ad intossicazione da ingestione di piombo, che può essersi accumulato negli anni a seguito di ingestione di selvaggina.”
Ne è seguita una cura da cavallo, anzi pardon da aquila.
Il rapace è stato trattato con prodotti a base di calcio.
I primi giorni, racconta ancora Fagan, non era neppure in grado di salire sull’appoggiatoio all’interno della voliera, tanto che è stato realizzato un appoggio a terra con un cippo in legno. Lentamente, grazie alle cure, l’aquila si è rinforzata e, dopo un paio di settimane, ha cominciato a sollevarsi fino all’appoggiatoio.
Nel giro di due mesi è tornata in forma e ha raggiunto l’autonomia ed è quindi arrivato il momento di rimetterla in libertà.
Per liberarla è stata scelta la località di Tortima, sull’Altopiano, in Comune di Lusiana-Conco, ai confini col territorio comunale di Marostica.
“E’ un maschio adulto di circa vent’anni - spiega Fagan -. Può tornare libero, ma dobbiamo tutelarlo in questi primi giorni in cui è più fragile. L’area di Rubbio è territorio di caccia, dove non avrà difficoltà a trovare prede di cui nutrirsi.”
“L’area di San Nazario, dove con tutta probabilità aveva nidificato - continua -, potrebbe in sua assenza essere stata occupata da un altro esemplare: quando manca un membro della coppia in un sito riproduttivo, è naturale che un altro esemplare ne prenda il posto. In questo periodo di piena attività riproduttiva, il nuovo “occupante” potrebbe essere molto aggressivo nella difesa di quello che è diventato il suo territorio, pertanto liberare l’aquila in quella zona l’avrebbe messa in serio pericolo.”
Col recupero delle energie, l’aquila ha anche rialzato il suo sguardo fiero: uscita dalla gabbia, si è fermata a scrutare l’orizzonte, quasi a riprendere confidenza con l’ambiente della montagna da cui per due mesi era rimasta lontana.
Il tempo di lasciarsi ammirare da vicino e poi è partita, ad ali spiegate, elegante dominatrice dei nostri cieli.

“La liberazione dell’aquila è un momento di straordinaria suggestione - commenta il presidente della Provincia Andrea Nardin, presente all’evento - ma è solo l’atto finale di un percorso che ha richiesto grandi professionalità e conoscenze: della Polizia Provinciale in primis, a cui è stato affidato il rapace una volta recuperato, e di Alberto Fagan e del Centro Recupero Rapaci di Fimon, centro di eccellenza del nostro territorio con cui la Provincia di Vicenza collabora da decenni nella gestione della fauna selvatica ferita. Una sinergia vincente.”
“Tra i protagonisti di questa bella storia a lieto fine c’è Renato Campana - sottolinea il vicepresidente della Provincia Moreno Marsetti -. A lui si deve il primo supporto all’aquila ferita. Campana è un cacciatore di lungo corso, un vero cacciatore, rispettoso della natura e dei suoi equilibri. Grazie alla sua esperienza la Polizia Provinciale di Vicenza ha potuto intervenire in tempi rapidi, così da permettere la completa guarigione dell’aquila.”
“Come Regione Veneto finanziamo i Centri di Recupero Rapaci, come quello di Alberto Fagan che è un punto di riferimento nazionale - afferma il presidente del consiglio regionale del Veneto Roberto Ciambetti, pure presente al particolare Meeting di Volo Libero -. Oggi abbiamo visto il risultato dell’esperienza e della professionalità di Fagan, con un’aquila che è tornata a volare sopra le nostre montagne. Ringrazio anche l’amico Renato Campana per la sensibilità che sempre dimostra verso i temi ambientali e faunistici.”
È il lieto fine di questa bella storia di Pasqua, che per questo splendido esemplare di aquila reale è davvero di resurrezione.

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