Connessioni contemporanee
Un dialogo col presente
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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
Pubblicato il 29-11-2024
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Tutti insieme improvvisamente.
Questa mattina nove consiglieri del Comune di Borso del Grappa, su un totale di dodici, hanno protocollato in municipio le loro dimissioni.
Cade così l’amministrazione del sindaco Flavio Dall’Agnol.
Il sindaco sfiduciato di Borso del Grappa Flavio Dall’Agnol (foto da Facebook: Flavio Dall’Agnol)
Il gruppo dei nove dimissionari è composto da due consiglieri di maggioranza, quattro di minoranza e ben tre ex esponenti della giunta comunale: il vicesindaco John Bresolin e gli assessori Giulia Favero e Chiara Dal Moro.
Ho scritto “ex esponenti” perché già lunedì scorso Bresolin, Favero e Chiara Dal Moro avevano dato una potente spallata all’amministrazione, dimettendosi dalla giunta che fino ad oggi era rimasta composta dal solo sindaco Dall’Agnol e dall’altro assessore Alessio Dal Moro.
I tre erano però rimasti consiglieri. Fino a questa mattina, quando assieme agli altri sei dissidenti hanno fatto scrivere i titoli di coda al governo comunale del paese della Pedemontana del Grappa.
Il prefetto di Treviso Angelo Sidoti ha immediatamente disposto il commissariamento del Comune e ha nominato commissario prefettizio il viceprefetto vicario Alessandro Sallusto.
Il dottor Sallusto reggerà l’ordinaria amministrazione, con poteri unificati di sindaco, giunta e consiglio comunale, fino alle nuove elezioni comunali che potrebbero tenersi in concomitanza con le elezioni regionali dell’anno prossimo.
La fine dell’era Dall’Agnol è stata repentina, ma a quanto pare è stata frutto di dissapori che si sono trascinati nel tempo.
Nella lettera protocollata in Comune con le motivazioni addotte per la loro decisione, i nove dimissionari puntano il dito sulla “poca trasparenza” del sindaco nella gestione dell’amministrazione.
I rapporti nella stanza dei bottoni comunali, già traballanti in precedenza, si sarebbero definitivamente deteriorati per l’importante progetto della nuova scuola di Semonzo, per la quale l’amministrazione aveva già perso il treno di un finanziamento Pnrr di quasi 2 milioni di euro.
Il vero pomo della discordia è stata la questione delle consulenze private affidate dal sindaco a due avvocati per un parere legale sulla realizzazione della scuola.
Di tali consulenze, a detta dei dimissionari, il primo cittadino non avrebbe fatto parola alla sua giunta, che pure si era riunita il giorno prima.
Da qui lo sfogo dell’ex vicesindaco Bresolin nella sua lettera di commiato:
“È a dir poco imbarazzante e sgradevole la situazione che si è venuta a creare, causata dalla mancanza di trasparenza e collegialità nell’organo di giunta.”
Già questa mattina, a frittata appena fatta, il sindaco sfiduciato Flavio Dall’Agnol ha invece affidato il suo pensiero ad un post sul suo profilo Facebook.
“Da qualche minuto apprendo che 9 consiglieri hanno rassegnato le dimissioni decretando lo scioglimento del consiglio comunale”, scrive nel messaggio social.
“Ho avuto l’onore di rappresentare la comunità di Borso, un ruolo non semplice, per il quale ho speso e dedicato con piacere il mio tempo in questi anni - è un altro passo del post -. L’ho fatto con passione, superando alcune difficoltà, riconoscendo i miei limiti, le mie apprensioni. Ho cercato di farlo nel miglior modo possibile, non sempre ci sono riuscito, soprattutto non sempre è stato facile.”
Poi Dall’Agnol ringrazia il segretario comunale, i consiglieri “con i quali ho condiviso e avviato progetti che nel breve saranno realizzati” e i dipendenti comunali “per la grande e fattiva collaborazione che ho ricevuto”.
Infine conclude facendo intendere che lui non sarà più della partita:
“Auguro ogni bene al prossimo sindaco e a tutta la comunità di Borso del Grappa che rispetto e ammiro profondamente. Grazie di tutto!”.
Termina così anticipatamente l’esperienza di un sindaco che era al suo secondo mandato. Candidato della lista civica “Borso Viva”, era stato eletto per la prima volta sindaco nel 2017 e quindi rieletto nel 2022.
Ma dopo sette anni consecutivi alla guida del Comune, qualcosa si è spezzato.
Nessuna quotazione, nessun titolo in rialzo. Da Piazza Affari, la chiusura delle contrattazioni segna Borso in caduta.