Pubblicità

Resistere

Pubblicità

Resistere

RedazioneRedazione
Bassanonet.it

Cronaca

Lo Scudo (crociato) al nazifascismo

Applausi per l’orazione di Luigi D’Agrò alla commemorazione dell’eccidio di Carpanè

Pubblicato il 02-10-2021
Visto 8.047 volte

Pubblicità

Resistere

La commemorazione del 77° anniversario dell’eccidio nazifascista a Carpanè quest’anno assume una valenza particolare, per tutta una serie di ragioni che non staremo qui a ripetere. Davanti al Monumento ai Caduti c’è il pubblico delle grandi occasioni: le scolaresche di Valstagna con i docenti, i sindaci della vallata con fascia tricolore, le associazioni d’arma e quelle dei reduci e ovviamente i rappresentanti dell’Anpi. A fare gli onori di casa e a condurre la mattinata c’è Ermando Bombieri, storico sindaco di San Nazario, oggi consigliere del “comune allargato” di Valbrenta. Dopo la deposizione della corona d’alloro da parte di due studenti, tocca al sindaco Luca Ferrazzoli, introdotto dalla banda che suona la “Canzone del Piave”, continuare la parte istituzionale della commemorazione. Il primo cittadino ricorda la cronologia di quegli eventi drammatici, scolpiti ancora oggi nella memoria della vallata, riprendendo le testimonianze dell’epoca del dottor Mario Micheli. Un salto ai giorni nostri, in chiave politica, arriva quando il sindaco stigmatizza le stupide analogie storiche che circolano in questi mesi nella galassia novax-no green pass.

«Che tristezza sentire i paragoni tra l’obbligo del green pass e le efferatezze dei regimi totalitari. Oggi ricordiamo chi ha patito sofferenze indicibili. Non esiste una libertà senza limiti, la storia ci insegna il contrario: quando non ci sono limiti prima o dopo si arriva ad eventi tragici».

Luigi d’Agrò ricorda l’eccidio nazifascista a Carpanè


L’orazione ufficiale quest’anno è affidata a Luigi D’Agrò, che ricorda con commozione l’invito di Galdino Zanchetta, allora presidente della Comunità Montana, a tenere una decina di anni fa la stessa commemorazione sempre qui a Carpanè. Il discorso del “gran democristiano” D’Agrò parte da lontano, dalla storia del Ventennio, «con il fascismo che aveva anestetizzato il popolo tramite 20 anni di propaganda e la guerra spiegata agli italiani come male necessario». Un excursus storico che ricorda «la vergogna delle leggi razziali, il machismo da operetta tipico dell’era fascista, fino alla Repubblica Sociale come ultimo rifugio di disperati e nostalgici». Si arriva poi alla Liberazione, con la nascita della cellula del Cln bassanese nel 1944 e le imprese della Resistenza nell’area pedemontana; e ancora: le azioni di sabotaggio delle linee ferroviarie o gli episodi clamorosi come l’assalto alla fabbrica Fincati di Rossano Veneto. Il fulcro dell’orazione arriva con il ricordo del rastrellamento di Cartigliano, il 12 settembre 1944, «che dà il via ai “giorni dell’ira”. Seguiranno i rastrellamenti del Monte Grappa ad opera delle bande nazifasciste, fino all’eccidio di Carpanè, quando tra il 21 e il 26 settembre di settantasette anni fa vennero trucidate 29 persone, tra partigiani e militari». Sguardi attenti anche da parte dei ragazzi che sentono, forse per la prima volta, i nomi di Federico Fiorese, 18 anni da Cismon, il più giovane a perdere la vita, o di Giuseppe Mocellin di Solagna, 52 anni, il più anziano a perdere la vita, o dei coniugi Angelo Valle e Gianna Giglioli, staffetta partigiana tra Campocroce e la vallata, al quarto mese di gravidanza, fucilata da una raffica di mitra, «senza un briciolo di umana pietà», in una notte di pioggia davanti alla stazione ferroviaria. Anche il nome di Domiziano Piras entra per la prima volta nelle orecchie di tanti studenti: era uno dei grandi capi delle brigate nere che davano ordine di uccidere e distruggere i corpi dei partigiani. Arriva alla fine il momento del collegamento all’attualità.

«Ci sono ancora delle “secche” culturali che si rifanno a quel periodo, qualcuno tenta maldestri tentativi di revisionismo morale e civile citando i cosiddetti risultati positivi del fascismo. Un po’ come succedeva ai tempi del terrorismo quando in qualche ambiente si diceva “né con lo Stato né con le Br”. Ai giovani va detto che la democrazia è un bene da preservare, non cadete nel tranello del fascino dell’uomo forte o di chi semplifica le cose raccontando di una identità nazionale delimitata solo dal perimetro geografico».

Pubblicità

Resistere

Più visti

1

Attualità

11-06-2025

Aria di Gaza

Visto 11.382 volte

2

Attualità

09-06-2025

Tempio da perdere

Visto 9.812 volte

3

Politica

10-06-2025

Justice League

Visto 9.724 volte

4

Attualità

10-06-2025

Tant’è Viero

Visto 9.415 volte

5

Attualità

12-06-2025

Finanziamento a pioggia

Visto 8.092 volte

6

Attualità

13-06-2025

Humanum Est

Visto 7.846 volte

7

Attualità

14-06-2025

Poste Germaniche

Visto 3.655 volte

8

Interviste

09-06-2025

Resistere: inaugurazione giovedì della nona edizione

Visto 3.471 volte

9

Attualità

14-06-2025

Gaza a Colori

Visto 3.190 volte

10

Magazine

12-06-2025

Accesi i riflettori, su Resistere

Visto 3.047 volte

1

Attualità

11-06-2025

Aria di Gaza

Visto 11.382 volte

2

Attualità

20-05-2025

Imperscrutabili

Visto 11.243 volte

3

Cronaca

23-05-2025

Tetto in fiamme, paura a Solagna

Visto 10.922 volte

4

Politica

23-05-2025

Castellan & Garfunkel

Visto 10.815 volte

5

Attualità

26-05-2025

H demia

Visto 10.637 volte

6

Attualità

21-05-2025

Vacanze Romane

Visto 10.552 volte

7

Politica

04-06-2025

La Pedemontata

Visto 10.501 volte

8

Attualità

16-05-2025

Caro Sergio ti scrivo

Visto 10.445 volte

9

Attualità

27-05-2025

Io, Robot

Visto 10.279 volte

10

Attualità

23-05-2025

Voci di corridoio

Visto 10.277 volte