Pubblicità

Fondazione The Bank

Pubblicità

Fondazione The Bank

Luigi MarcadellaLuigi Marcadella
Giornalista
Bassanonet.it

Cronaca

Lo Scudo (crociato) al nazifascismo

Applausi per l’orazione di Luigi D’Agrò alla commemorazione dell’eccidio di Carpanè

Pubblicato il 02-10-2021
Visto 8.186 volte

La commemorazione del 77° anniversario dell’eccidio nazifascista a Carpanè quest’anno assume una valenza particolare, per tutta una serie di ragioni che non staremo qui a ripetere. Davanti al Monumento ai Caduti c’è il pubblico delle grandi occasioni: le scolaresche di Valstagna con i docenti, i sindaci della vallata con fascia tricolore, le associazioni d’arma e quelle dei reduci e ovviamente i rappresentanti dell’Anpi. A fare gli onori di casa e a condurre la mattinata c’è Ermando Bombieri, storico sindaco di San Nazario, oggi consigliere del “comune allargato” di Valbrenta. Dopo la deposizione della corona d’alloro da parte di due studenti, tocca al sindaco Luca Ferrazzoli, introdotto dalla banda che suona la “Canzone del Piave”, continuare la parte istituzionale della commemorazione. Il primo cittadino ricorda la cronologia di quegli eventi drammatici, scolpiti ancora oggi nella memoria della vallata, riprendendo le testimonianze dell’epoca del dottor Mario Micheli. Un salto ai giorni nostri, in chiave politica, arriva quando il sindaco stigmatizza le stupide analogie storiche che circolano in questi mesi nella galassia novax-no green pass.

«Che tristezza sentire i paragoni tra l’obbligo del green pass e le efferatezze dei regimi totalitari. Oggi ricordiamo chi ha patito sofferenze indicibili. Non esiste una libertà senza limiti, la storia ci insegna il contrario: quando non ci sono limiti prima o dopo si arriva ad eventi tragici».

Luigi d’Agrò ricorda l’eccidio nazifascista a Carpanè


L’orazione ufficiale quest’anno è affidata a Luigi D’Agrò, che ricorda con commozione l’invito di Galdino Zanchetta, allora presidente della Comunità Montana, a tenere una decina di anni fa la stessa commemorazione sempre qui a Carpanè. Il discorso del “gran democristiano” D’Agrò parte da lontano, dalla storia del Ventennio, «con il fascismo che aveva anestetizzato il popolo tramite 20 anni di propaganda e la guerra spiegata agli italiani come male necessario». Un excursus storico che ricorda «la vergogna delle leggi razziali, il machismo da operetta tipico dell’era fascista, fino alla Repubblica Sociale come ultimo rifugio di disperati e nostalgici». Si arriva poi alla Liberazione, con la nascita della cellula del Cln bassanese nel 1944 e le imprese della Resistenza nell’area pedemontana; e ancora: le azioni di sabotaggio delle linee ferroviarie o gli episodi clamorosi come l’assalto alla fabbrica Fincati di Rossano Veneto. Il fulcro dell’orazione arriva con il ricordo del rastrellamento di Cartigliano, il 12 settembre 1944, «che dà il via ai “giorni dell’ira”. Seguiranno i rastrellamenti del Monte Grappa ad opera delle bande nazifasciste, fino all’eccidio di Carpanè, quando tra il 21 e il 26 settembre di settantasette anni fa vennero trucidate 29 persone, tra partigiani e militari». Sguardi attenti anche da parte dei ragazzi che sentono, forse per la prima volta, i nomi di Federico Fiorese, 18 anni da Cismon, il più giovane a perdere la vita, o di Giuseppe Mocellin di Solagna, 52 anni, il più anziano a perdere la vita, o dei coniugi Angelo Valle e Gianna Giglioli, staffetta partigiana tra Campocroce e la vallata, al quarto mese di gravidanza, fucilata da una raffica di mitra, «senza un briciolo di umana pietà», in una notte di pioggia davanti alla stazione ferroviaria. Anche il nome di Domiziano Piras entra per la prima volta nelle orecchie di tanti studenti: era uno dei grandi capi delle brigate nere che davano ordine di uccidere e distruggere i corpi dei partigiani. Arriva alla fine il momento del collegamento all’attualità.

«Ci sono ancora delle “secche” culturali che si rifanno a quel periodo, qualcuno tenta maldestri tentativi di revisionismo morale e civile citando i cosiddetti risultati positivi del fascismo. Un po’ come succedeva ai tempi del terrorismo quando in qualche ambiente si diceva “né con lo Stato né con le Br”. Ai giovani va detto che la democrazia è un bene da preservare, non cadete nel tranello del fascino dell’uomo forte o di chi semplifica le cose raccontando di una identità nazionale delimitata solo dal perimetro geografico».

Messaggi Elettorali

Renzo MasoloAndrea NardinFrancesco RuccoRoberto CiambettiElena Pavan

Più visti

1

Attualità

12-11-2025

Un assaggio di futuro

Visto 20.226 volte

2

Attualità

11-11-2025

Il colosso di Bassano

Visto 13.275 volte

3
4

Attualità

16-11-2025

Faggin: “La scienza deve andare verso la coscienza”

Visto 8.645 volte

6

Elezioni Regionali 2025

16-11-2025

Renzo Masolo: “Il mio impegno è quello di fare comunità”

Visto 6.099 volte

7

Geopolitica

11-11-2025

Cambio di regime a Caracas?

Visto 3.752 volte

8

Musica

13-11-2025

Torna Edda, in concerto al Vinile col nuovo album

Visto 3.653 volte

9

Teatro

13-11-2025

Un Carosello di spettacoli, al Vivaldi

Visto 3.319 volte

10

Spettacoli

13-11-2025

Giorgio Panariello ritorna a Bassano

Visto 3.302 volte

1

Elezioni Regionali 2025

25-10-2025

Financial Times

Visto 20.828 volte

2

Elezioni Regionali 2025

19-10-2025

Fratelli e Sorelle

Visto 20.542 volte

3

Attualità

12-11-2025

Un assaggio di futuro

Visto 20.226 volte

4

Elezioni Regionali 2025

10-11-2025

Elena Pavan: “Sono pronta a rimettermi in gioco”

Visto 19.951 volte

5

Elezioni Regionali 2025

30-10-2025

Quei bravi Tosi

Visto 19.807 volte

6

Elezioni Regionali 2025

02-11-2025

Là nella valle

Visto 19.660 volte

7

Elezioni Regionali 2025

09-11-2025

A tu per tu con Francesco Rucco

Visto 19.391 volte

8

Politica

26-10-2025

I nodi al pettine

Visto 16.942 volte

9

Attualità

11-11-2025

Il colosso di Bassano

Visto 13.275 volte

10

Attualità

21-10-2025

Antenna 5G sotto accusa

Visto 12.224 volte