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Alloggi popolari a Romano: il Tar dà ragione al Comune
Punteggi maggiori in graduatoria a chi risiede in Comune da più di 15 anni e agli ultra 65enni. Respinto il ricorso presentato da Cgil e Sunia assieme a due cittadini stranieri
Pubblicato il 21-03-2009
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Il Tar - Tribunale Amministrativo Regionale - ha dato ragione all'Amministrazione Comunale di Romano d'Ezzelino.
Per i punteggi delle graduatorie di assegnazione delle case Ater del Comune, sarà data preminenza ai requisiti dell'anzianità di residenza e dell'anzianità anagrafica: nella fattispecie, 6 punti in più per chi risiede da almeno 15 anni a Romano, e altri 2 punti per le famiglie in cui un componente abbia più di 65 anni.
Un criterio contro il quale la Cgil provinciale - assieme al sindacato inquilini Sunia e a due persone fisiche extracomunitarie - aveva presentato ricorso al Tar, contestando in particolar modo il vantaggio concesso ai residenti da più di 15 anni nel Comune.

Il sindaco di Romano d'Ezzelino Rossella Olivo
I giudici amministrativi - prima ancora di formalizzare la sentenza - hanno respinto con un'ordinanza la richiesta di sospensiva da parte dei proponenti in quanto “i promotori del ricorso non sarebbero titolati per procedere”.
I due extracomunitari ricorrenti non avevano infatti presentato domanda per entrare in graduatoria, e un'eventuale sospensiva dell'assegnazione degli alloggi non recherebbe loro pertanto alcun vantaggio. Il Comune di Romano d'Ezzelino potrà dunque procedere alla formazione della prossima graduatoria per l'assegnazione degli alloggi Ater secondo i criteri approvati dal Consiglio Comunale.
Soddisfazione, al riguardo, è stata espressa dal sindaco Rossella Olivo.
“Siamo il primo Comune del Veneto ad aver vinto già in prima battuta” - ha commentato il primo cittadino, che ha rincarato la dose nei confronti della Cgil: “Ho sempre creduto che questo fosse un sindacato interessato a difendere i lavoratori, e mi chiedo perché abbia intrapreso una tale azione mettendo in prima fila due persone che non hanno nemmeno presentato domanda. Forse, in questi tempi di crisi, la Cgil dovrebbe occuparsi di altre cose.”
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