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Rinascimento in bianco e nero

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Rinascimento in bianco e nero

Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Attualità

La resa dei conti

Ponte: la Vardanega chiede al Comune l'emissione del primo Stato Avanzamento Lavori per un importo totale di oltre 1 milione e 186mila euro. E iscrive a registro una richiesta danni per “andamento anomalo” del cantiere di oltre 394mila euro

Pubblicato il 23-04-2018
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Rinascimento in bianco e nero

Universi paralleli. Sono i due mondi opposti e contrapposti - e oramai, di fatto, in conflitto - che ruotano attorno all'intricata situazione di impasse del restauro del Ponte di Bassano. Da una parte l'Amministrazione comunale, nelle figure della sua rappresentanza politica (sindaco e vicesindaco in primis) e della sua struttura tecnica, che addossa alla Nico Vardanega Costruzioni Srl l'intera responsabilità dei ritardi accumulati e dei lavori sin qui non eseguiti. Dall'altra l'impresa appaltatrice, che rispedisce le accuse al mittente e identifica anzi nell'“incapacità dell'Ufficio Direzione Lavori” a gestire il contratto di appalto e nelle anomalie di progetto l'origine di tutti i problemi non ancora risolti.
Non sarà un braccio di ferro di lunga durata. Il procedimento di risoluzione del contratto con la ditta appaltatrice, come noto, è già stato formalmente avviato lo scorso 30 marzo e la diretta interessata, per contro, sta affilando le armi per tutelare le proprie ragioni ma anche per quella che potrebbe profilarsi come una nuova e definitiva (in caso di contratto rescisso) guerra legale nei confronti del Comune. L'ultima questione - ultima in ordine di tempo, non certo nel significato di questione “finale” - riguarda la quantificazione e il conseguente conteggio dei lavori eseguiti. Sicuramente non un aspetto secondario, rappresentando uno dei principali addebiti contestati alla ditta dall'Amministrazione comunale. Per il Comune, come da dichiarazioni in commissione consiliare, la Vardanega ha effettuato a tutt'oggi appena il 10% delle opere richieste.
Ci ha pensato quindi il Direttore dei Lavori arch. Viviana Bonato, nella famosa lettera di notifica dell'avvio del procedimento di risoluzione del contratto, a contestare all'impresa la “consistenza dei lavori contabilizzabili” elencando quali sono state, secondo i riscontri del Comune, le lavorazioni svolte ad oggi dall'appaltatore, tutte comprese nell'anno 2017. Tra queste (vi risparmiamo le altre): indagini diagnostiche strutture lignee (parziali); rimozione coppi copertura e ripristino membrana; ture in sinistra idrografica per la finestra estiva “prevedendo interventi strutturali sulle stilate 1 e 2 non realizzati”; indagini geognostiche alveo e carotaggi muratura spalla lato Bassano; puntellazione stilata 1 e 2 “realizzata in piena autonomia dall'impresa, non autorizzata”; smobilizzo ture in sinistra idrografica; installazione linea vita e ripristino guaina copertura rimossa da vento eccezionale del 12/11; ture in sinistra idrografica per finestra invernale “non finalizzate all'intervento in alveo”. Nel documento la responsabile della Direzione Lavori sottolinea “l'esiguità di quanto eseguito dall'Impresa rispetto a quanto previsto”, ribadisce che “la puntellazione delle stilate 1 e 2 non è stata autorizzata dalla Stazione Appaltante” e sottolinea ancora “che risulta assolutamente non giustificabile, e quindi non riconoscibile, la realizzazione delle ture nell'attuale finestra invernale senza l'esecuzione di interventi strutturali in sinistra idrografica”. Insomma, così come viene presentata da fonte comunale: una vera e propria Waterloo dei Lavori Pubblici.

Foto Alessandro Tich

La replica della Vardanega, come da noi già riportato, è stata altrettanto esplicita.
Ed oltre a numerose e circostanziate controdeduzioni, riporta un fondamentale concetto: l'intervento sulle prime due stilate rimarrà in sospeso “fino a quando non sarà definito se la spalla in sinistra idrografica sarà o meno disponibile e per quali tipi di lavorazione.”
Si tratta della famosa “spalla Nardini” di cui abbiamo già scritto brentane di inchiostro e dalla cui verifica strutturale rispetto al previsto aggancio della trave reticolare di impalcato, richiesta ancora nel 2016 dalla proprietà privata al Comune, dipende il futuro dello stesso progetto esecutivo.
Nel frattempo, in data odierna, si è concretizzata nero su bianco la resa dei conti.
Nel senso letterale di un atto contabile e non ancora nell'accezione della possibile battaglia che sta comparendo all'orizzonte. Si tratta della formale richiesta, trasmessa dalla Vardanega al Comune, dell'emissione e pagamento del primo S.A.L. (Stato di Avanzamento Lavori), aggiornato al 20 aprile 2018. Nel documento la ditta elenca il quadro riassuntivo, con relative tariffe, dimensioni e importi, delle diverse voci delle operazioni fin qui eseguite: lavori e forniture, indagini, puntellazioni e opere provvisionali, ture, oneri per la sicurezza maturati. Ne risulta - in base a parametri di costo e di misurazione che pure in questa sede vi risparmiamo - un importo totale di 1.186.779,67 euro, che il documento definisce “largamente superiore alla soglia contrattuale”.
Ma c'è di più: l'impresa dichiara infatti di voler iscrivere nel registro di contabilità - ai sensi dell'articolo 190-191 del DPR 207/2010 (“Eccezioni e riserve dell'esecutore sul registro di contabilità” e “Forma e contenuto delle riserve”) - una richiesta danni per “anomalo andamento” dei lavori dovuto a “mancata cooperazione della Direzione Lavori”.
La richiesta danni per anomalo andamento, in sintesi, riguarda le cause di riduzione della produttività che la ditta appaltatrice, dal canto suo, ha evidenziato nel conteggio parziale dei 414 giorni di cantiere considerati: danni per spese generali improduttive, danni per manodopera sottoutilizzata e danni per mezzi d'opera e attrezzature sottoutilizzate. Totale: 394.839,02 euro.
Appare assai improbabile - visti tutti i precedenti, visto quello che oramai è un dichiarato attacco frontale alla Direzione Lavori e vista anche la volontà politica degli amministratori comunali di riferimento - che il Comune accetti e accolga le richieste avanzate dall'appaltatore. Il sentore generale, anzi, è che i motori dei consulenti legali rispettivamente dell'impresa e dell'Amministrazione siano ormai in pole-position in attesa della luce verde. La resa dei conti - e questa volta non più in senso esclusivamente contabile - è sempre più vicina.

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