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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
Il castello di carte
Centralina idroelettrica privata: l'Amministrazione di Bassano presenta un nuovo ricorso autonomo al Tribunale Superiore alle Acque Pubbliche contro la ditta Belfiore '90. Deliberati quasi 9000 euro di spesa per le competenze legali
Pubblicato il 23-01-2018
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Acque nuovamente agitate attorno al progetto della centralina idroelettrica privata prevista sul canale di derivazione Arcon a fianco dell'isola Pusterla in città.
Sulla questione è in atto un contenzioso innanzi al T.S.A.P. (Tribunale Superiore alle Acque Pubbliche) di Roma tra il Comune di Bassano del Grappa, contrario al progetto, e la ditta Belfiore '90 di Bortoli Antonio & C. S.n.c. di Nove, proponente dell'impianto.
La disputa giudiziaria riguarda l'impugnazione da parte dell'Amministrazione comunale del Decreto n. 189 del 27 ottobre 2016, con il quale di direttore della Direzione Difesa del Suolo della Regione Veneto ha dato autorizzazione alla costruzione e all'esercizio della centralina, e del verbale della Conferenza dei Servizi decisoria del 26 ottobre 2016.
Il rendering del progetto della centralina (archivio Bassanonet)
Ora il Comune rincara la dose, presentando un ulteriore “ricorso autonomo e/o per motivi aggiunti" al T.S.A.P. L'oggetto del contendere, come si evince dalla delibera di giunta che sancisce l'azione legale, è un passaggio dell'iter giudiziario messo in atto dal proponente privato dell'impianto idroelettrico.
“La società Belfiore '90 - si legge nell'atto amministrativo - ha depositato presso la cancelleria del T.S.A.P., nonostante sia già stata chiusa la fase istruttoria, nuova documentazione attinente alla fase esecutiva del progetto di realizzazione della centralina elettrica, in particolare nuovi elaborati progettuali che vanno a modificare notevolmente sia le premesse idrogeologiche e geotecniche originarie del progetto iniziale sia le tecniche realizzative.”
“Il Genio Civile, con nota del 22.11.2017 - è ancora un passo del documento -, ha già espresso proprie valutazioni in merito al progetto esecutivo, idonee a produrre effetti giuridici lesivi per il Comune”.
Dunque una documentazione integrativa per la quale il Comune ha deciso di adire nuovamente le vie legali in quanto, a suo dire, “immotivatamente autorizzata”.
Tradotto dall'avvocatese in italiano: la ditta proponente ha presentato al Tribunale delle nuove carte di progetto che il Comune ritiene non dovessero essere presentate.
Un pretesto formale con il quale il governo cittadino esprime nuovamente la propria posizione sul presunto danno che la centralina per la produzione di energia idroelettrica arrecherebbe all'integrità architettonica e paesaggistica della zona interessata dal progetto. La delibera parte infatti dal presupposto che “il Ponte Vecchio rappresenta il simbolo per eccellenza della città di Bassano del Grappa” e attorno ad esso “si sviluppa inoltre un contesto storico, artistico e monumentale preziosissimo per la città”.
Dopo un lungo elenco di edifici storici collocati in prossimità del Ponte e delle rive, la giunta comunale afferma: “Questa Amministrazione ritiene imprescindibile garantire e difendere le attuali condizioni di conservazione materiale, di visibilità complessiva, di lettura stilistica e storico-artistica del contesto architettonico che si sviluppa attorno al Ponte Vecchio, al fine di mantenere integro il loro connaturato contesto identitario e storico e non depauperare la percezione dei beni culturali citati.”
Da qui la deliberazione del nuovo ricorso autonomo, ovvero del nuovo tentativo del Comune di bloccare il progetto.
L'incarico legale per seguire nel contenzioso gli interessi del Comune e per la formale costituzione in giudizio è stato affidato all'avv. Pierfrancesco Zen, dello studio legale Zen & Parolini di San Martino di Lupari (Pd), che per le proprie competenze riceverà un compenso di 7.840,60 euro. Altri 1.021,38 euro oneri compresi saranno inoltre liquidati all'avv. Daniele Vagnozzi, con studio a Roma, a titolo di domiciliazione.
Il tutto “salvo eventuali spese” che dovranno essere debitamente documentate dai due professionisti. Il ricorso, in sostanza, è pertanto mirato ad impugnare “la documentazione irritualmente depositata” dalla ditta Belfiore '90.
Dunque il “progetto definitivo per la costruzione e l'esercizio di una centralina idroelettrica e riutilizzo delle opere di derivazione esistenti sul fiume Brenta”, come viene formalmente nominato nel Decreto di autorizzazione del dirigente regionale, vede innalzarsi di un ulteriore piano - che non sarà certamente l'ultimo - il castello di carte, burocratiche e legali, che ne contraddistingue da anni il prolungato iter.
Per essere una centralina elettrica, anche se ancora in attesa di esecuzione, non fa davvero mancare le scintille.
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