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Attualità

Marchio d'Aria

Proprio un anno fa il lancio ufficiale del progetto per il Marchio d'Area “Territori del Brenta” annunciato dall'IPA “Pedemontana del Brenta”. Che tuttavia, dopo un anno, non ha ancora superato i confini del territorio di Bla Bla Land

Pubblicato il 28-08-2017
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“Eppur si muove. Fino a poco tempo fa, per scorgere reali segni di vita nel progetto del Tavolo di Marketing Territoriale, primo passo vero la costituzione del Marchio d'Area, bisognava usare il cannocchiale di Galileo. Ma da settembre, a quanto pare, si passerà finalmente alla prima fase effettivamente operativa e i lavori entreranno nel vivo.”
Così iniziava, testualmente, un nostro articolo dedicato al progetto “Territori del Brenta”, il primo e finora unico tentativo sorto nel nostro territorio allo scopo di elevarne l'attrattività in chiave turistica. Il tutto attraverso un percorso condiviso tra i cosiddetti “portatori d'interesse” privati e gli enti pubblici, finalizzato per l'appunto alla costituzione del Marchio d'Area: un brand territoriale sotto il cui ombrello andrebbero coordinate e sviluppate tutte le strategie per valorizzarne le eccellenze e l'identità quali elementi di richiamo per nuovi flussi di visitatori.
Occhio alla data di quell'articolo: 25 agosto 2016. Lo avevamo scritto, cioè, proprio un anno fa. Un anno e tre giorni, per l'esattezza. E non a caso: proprio in quella data, infatti, l'IPA (Intesa Programmatica d'Area) “Pedemontana del Brenta” - che comprende le Amministrazioni comunali del comprensorio - aveva diffuso un comunicato stampa con il quale annunciava ufficialmente l'avvio del percorso operativo del progetto di marketing territoriale promosso dall'associazione “Territori del Brenta”. Primo passo dell'operazione, una serie di incontri e workshop sul tema “Fare turismo nell'area Pedemontana del Brenta”. “Un vero e proprio “cantiere turistico” - affermava il comunicato dell'IPA - per coinvolgere gli operatori economici, culturali e turistici e definire una strategia comune per mettere in rete e comunicare le risorse che il territorio già possiede, elevandone l’attrattività e la competitività.”

Fonte immagine: liamontalti.it

Oltre a tre incontri pubblici erano stati organizzati anche due laboratori di progettazione partecipata “per approfondire le principali tematiche e sviluppare gli indirizzi strategici per l’attività futura”.
Apparentemente, era l'inizio del definitivo decollo del progetto che reca con se la dichiarata intenzione di promuovere i “Territori del Brenta” a comprensorio turistico marchiato e riconosciuto. Ma a parte quegli incontri per addetti ai lavori, da allora ben poco è stato concretamente ed effettivamente realizzato.
L'ultimo articolo da noi dedicato al progetto Marchio d'Area risale al 27 aprile di quest'anno, in occasione del convegno “Fare Turismo” a Villa Giusti del Giardino in città, sempre su iniziativa dell'associazione culturale “Territori del Brenta” in collaborazione con l'IPA “Pedemontana del Brenta”. In quella occasione i rappresentanti delle categorie economiche locali - tirati per la giacca dal conduttore Paolo Massobrio e di fatto all'unanimità - avevano aderito al progetto dichiarandone persino l'urgenza.
“Questo è il momento importante - affermava il presidente mandamentale di Confcommercio Bassano Paolo Lunardi - in cui spingere sull'acceleratore.”
Il sindaco di Cismon del Grappa e presidente dell'Unione Montana del Brenta Luca Ferazzoli, intervenendo a nome dell'IPA, aveva anche tracciato una road map delle cose da fare: costituire il direttivo del Marchio d'Area, istituire l'Agenzia per l'Attrattività del Territorio, decidere quale forma giuridica dare e quali risorse mettere in campo.
Tante proposte sul tavolo e tante teste da mettere d'accordo. Soprattutto sul tema “risorse”.
Ne avete più sentito parlare? Un anno è trascorso dal lancio ufficiale dell'iniziativa e un altro anno è passato senza che l'ambizioso e non semplice progetto abbia superato i confini del territorio di Bla Bla Land. Attendiamo, ovviamente, di essere smentiti dai fatti nell'imminente e prossimo futuro.
Nel frattempo, il nostro timore - in mancanza ancora di un palese interesse diffuso del territorio circa la sua possibile nuova “veste” di identità e attrattività turistica - è che gli sforzi messi finora in campo si perdano tutti in un Marchio d'Aria.

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